“Cinema Trevi: comincia oggi “Il tempo si è fermato”, retrospettiva completa del cinema di Ermanno Olmi.”
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Inizia oggi la retrospettiva dedicata ad Ermanno Olmi. Questo omaggio della Cineteca Nazionale, che ripercorre l'intera carriera del regista, è l'occasione per riflettere su un diverso modo di fare cinema in Italia, fuori dai consueti schemi (e giri…) produttivi, lontano da Cinecittà, dalle sirene del botteghino, dai divi senza domani, dai titoli in prima pagina. Un'avventura iniziata in modo singolare nel Servizio Cinematografico della Edison, creando dal nulla un apparato produttivo e imparando sul campo il mestiere, in modo del tutto artigianale, e proseguita dal primo all'ultimo film con una coerenza morale e stilistica che rende il cinema di Olmi unico in Italia e nel mondo.
mercoledì 7
ore 17.00
Il tempo si è fermato (1960)
Regia: Ermanno Olmi;soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia:Carlo Bellero; musica:Pier Emilio Bassi; montaggio:Carla Colombo;interpreti:Natale Rossi,Roberto Seveso,Paolo Quadrubbi; origine: Italia; produzione: 22 dicembre; durata: 86'
A 2600 metri, alla vedretta del Venerocolo (Adamello) stanno costruendo una diga. Durante la pausa invernale, il cantiere viene abbandonato. Rimangono solo due uomini. Il più giovane dei due deve tornare a valle perché la moglie sta per partorire. Viene sostituito da Roberto, un ragazzo. La sua presenza non è ben accolta dal collega più anziano, Natale, che si sente disturbato dal carattere estroverso del giovane. «Non ricordo di avere trovato difficoltà, perché le persone che interpretavano quei ruoli erano persone che quotidianamente vivevano quelle realtà. Il set era reale, per cui tutto era assolutamente autentico. Bastava suggerire possibili situazioni ed accadimenti e tutto si metteva in moto da solo» (Olmi).
a seguire
Piccoli calabresi a Suna sul Lago Maggiore (1954)
Regia: Ermanno Olmi; produzione: Servizio Cinematografico della Società Edison; origine: Italia; durata: 10'
Trecento bambini vengono ospitati a Suna nella colonia del gruppo Edison, dopo che un nubifragio ha pesantemente colpito molti paesi della Calabria. La nuova esperienza e l'iniziale nostalgia per la famiglia lontana vengono raccontate da uno dei giovani protagonisti in una lettera alla famiglia. Olmi sceglie anche di raccogliere la testimonianza diretta di uno dei bambini, intervistandolo in un ospedale milanese dove è ricoverato per motivi di salute. «La lettera è una delle forme di dialogo devo dire quasi a livello di confessione; perché la lettera sei proprio tu, perché prima la racconti a te stesso con tutte le ambiguità per cui ti puoi compiacere; ma se il rapporto è giusto affidi i tuoi pensieri a te stesso, finalizzati a te stesso; la rileggi, dopo che l'hai riletta la chiudi e la spedisci. Quindi mandi una parte di te stesso che non si perderà più. La lettera è una confessione ed è un affidare il proprio pensiero…è come un'opera d'arte, perché trasferisci il tuo pensiero, il tuo stato d'animo in qualche cosa di concreto e di definito, come l'opera d'arte. Infatti le lettere sono quasi sempre piccole o grandi opere d'arte» (Olmi).
a seguire
Giochi in colonia (1958)
Regia: Ermanno Olmi; origine: Italia; produzione: Sezione Cinema della Edisonvolta; durata: 20'
L'attività delle colonie Sicedison di Cesenatico, Marina di Massa, Suna.
ore 19.15
Il posto (1961)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: Lamberto Caimi; musica:Pier Emilio Bassi; montaggio:Carla Colombo;interpreti: Loredana Detto, Alessandro Panseri, Tullio Kezich, Mara Ravel, Guido Chiti, Bice Melegari; origine: Italia; produzione: The 24 Horses; durata:93'
Domenico, un ragazzo della Brianza, lascia il suo paese per andare a cercare a Milano un posto fisso in una grande azienda. Si presenta all'esame di assunzione e, durante la pausa pranzo, conosce una ragazza, Antonietta, anche lei in cerca di un posto. I due, dopo una serie di esami, vengono assunti, ma in reparti diversi. I sentimenti dei due giovani verranno messi a dura prova dai tempi tirannici della fabbrica e dalle difficoltà quotidiane. Domenico lavora come fattorino in attesa che se ne liberi uno da impiegato. La scrivania rappresenta la tranquillità, il miraggio della felicità. Ma il posto fisso non riesce a sanare le ferite di sentimenti traditi. «[Il posto] racconta la storia di un ragazzo che, finite le scuole di avviamento al lavoro, le tre classi dopo le elementari, va a lavorare in una grande azienda. Perciò ho preso spunto da un percorso che ho sperimentato, raccontando poi situazioni che non mi sono inventato, ma che sono tanti frammenti di vita che ho osservato in quel mondo che ho attraversato nei primi anni della giovinezza» (Olmi).
ore 21.00
I fidanzati (1963)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: Lamberto Caimi; musica: Gianni Ferrio; montaggio: Carla Colombo; interpreti: Anna Canzi, Carlo Cabrini; origine: Italia; produzione: Società Editoriale Cinematografica Italiana 22 Dicembre, Titanus; durata: 77'
Giovanni è un operaio milanese che accetta di trasferirsi in Sicilia per ottenere una migliore qualifica professionale. Tuttavia si sente solo e ripensa agli affetti lasciati: al vecchio padre sistemato in una pensione privata e a Liliana, con la quale trascina un lungo fidanzamento. «Ma il discorso sull'ambiente operaio che Olmi fa nella prima parte del film è assai più soddisfacente, avanzato e impegnato, di quello che faceva sull'ambiente degli impiegati nella prima parte del Posto. Non troviamo più la presa in giro garbata gli intermezzi comici che avevano conquistato pubblico e critica. Il mondo operaio, a Milano e in Sicilia, è visto con una straordinaria partecipazione ed è inevitabile che la sola dimensione qui sia quella sottilmente tragica. Una tragedia in cui tutto crolla: l'amore, la prospettiva di far carriera, persino la presunzione di poter conquistare e difendere una certa dignità. La vita dell'operaio, al ballo milanese, o nella foresteria della fabbrica siciliana, o nella pensione per emigrati, è quotidianamente distrutta, consumata, rubata dal sistema industriale. E il quadro fatto da Olmi è tanto più impressionante e convincente, in quanto egli non parte con l'idea di descrivere la situazione di alienazione dell'operaio, ma vuole semplicemente seguire due personaggi presi dalla realtà e illustrare la crisi dei loro sentimenti. Una situazione analoga a quella dell'Eclisse. Anche qui l'eclisse dei sentimenti è determinata dalle leggi della società» (Fofi).
a seguire
Il grande paese d'acciaio (1960)
Regia: Ermanno Olmi; fotografia: Lamberto Caimi; musica: Pier Emilio Bassi; montaggio: Giampiero Viola; origine: Italia; origine: Italia; produzione: Sezione Cinema della Edisonvolta; durata: 11'
Documentario sulla Sicilia e sulle realizzazioni industriali in via di sviluppo per la produzione di prodotti chimici per l'agricoltura e altre applicazioni.
a seguire
Buongiorno natura (1955)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: Ermanno Olmi, Walter Locatelli; musica: Pier Emilio Bassi; montaggio: Carla Colombo; origine: Italia; produzione: Sezione Cinema della Edisonvolta; durata: 9'
«Buongiorno natura, girato a colori in Val di Viù (sede degli stabilimenti Edison), è un curioso cortometraggio incentrato sulla breve vacanza in campeggio trascorsa dai fratelli Gabriele, Marco e Tobia, lontano dai ritmi abituali della grande città. […] Le luminose immagini di una stradina stretta e poi il paesaggio montano fanno da sfondo alla vicenda naïve, sostenuta da una vena giocosa e dilettantesca, quasi un corrispettivo della parentesi distensiva e riposante vissuta dai tre giovani, esprimendo, ma solo a parole, un'opposizione tra città e campagna nella lode ripetutamente innalzata alla purezza campestre e montana» (David Bruni).
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