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Tre libri per trenta giorni. L’offerta editoriale CSC maggio 2025
Centro Sperimentale di Cinematografia
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02 Maggio 2025

Ogni mese proponiamo un'offerta su tre titoli del nostro catalogo editoriale.

Carlo Lizzani
«Bianco e nero: rivista quadrimestrale del Centro sperimentale di cinematografia»,
anno 81, n. 597, maggio-agosto 2020
autore: a cura diGiovanni Spagnoletti
anno: 2020
pagine: 199
editore: Centro Sperimentale di Cinematografia; Edizioni Sabinae
ISBN: 9791280023070                                                                                                   

prezzo ordinario di vendita: € 18,00                                                               
prezzo scontato (20%): € 14,40

Il numero 597 di «Bianco e Nero» è interamente dedicato a Carlo Lizzani. Interventi di Felice Laudadio, Giovanni Spagnoletti, Vito Zagarrio, Giuliano Montaldo, Orio Caldiron, Marco Grossi, Giovanna Branca, Stefania Parigi, Cristiana Paternò, Maurizio Zinni, Alessandro Izzi, Emiliano Morreale, Ermanno Taviani, Alberto Crespi, Giorgio Gosetti, Roberto Chiesi, Luca Pallanch, Raffele Meale, Domenico Monetti, Roy Menarini, Antonio Valerio Spera, Carlo Lizzani, Enrico Menduni, Roberto Silvestri, Daria Pomponio, Marco Rossitti, Christian Uva, Alessandro Aniballi, Emanuela Martini, Simona Argentieri, Anton Giulio Mancino, Augusto Sainati, Laura Delli Colli, Edoardo Zaccagnini, Alberto Barbera, Paolo Mereghetti, Ivelise Perniola, Antonio Medici, Marco Bertozzi, Gianfranco Pannone. Testimonianze di: Flaminia Lizzani, Francesco Lizzani, Marcello Lizzani, Barbora Bobulova, Lino Capolicchio, Furio Colombo, Giuliana De Sio, Don Backy, Antonello Fassari, Massimo Ghini, Mino Giarda, Daniele Nannuzzi, Giovanna Ralli, Aldo Tortorella, Milena Vukotich, Francesca Del Sette.

Nota curatore: Giovanni Spagnoletti è professore associato di Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata". È direttore della rivista quadrimestrale di studi cinematografici «Close-up» e del web-magazine «Close-up on Line». Dal 2000 al 2014 ha ricoperto il ruolo di direttore artistico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.

Autore e/o curatore di oltre settanta pubblicazioni, si è occupato in particolare di cinema tedesco, italiano e angloamericano. Ha collaborato e/o collabora con numerose riviste e testate, tra cui:
«Studi Germanici», «Bianco&Nero», «Cineforum», «Altro Cinema», «Movie», «Il Manifesto», «L’Unità», «Il Mattino», «Rinascita», «L’Espresso», RAI 3, nonché con i quotidiani tedeschi «Süddeutsche Zeitung» e «Frankfurter Rundschau».

Cinecittà anni TrentaParlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (1930-1943), 2 voll.
autore: Francesco Savio; a cura di Adriano Aprà
pagine: XIII, 398 p., 399-827 p.
anno: 2021
editore: Centro Sperimentale di Cinematografia; Bulzoni
ISBN: 9788868972103                                                                                                   
collana: Bianco e Nero a colori; 7

prezzo ordinario di vendita: € 70,00                                                               
prezzo scontato (20%): € 56,00

Francesco Savio realizza, per conto della Radio Rai, una serie di trasmissioni andate in onda negli anni 1975-76, composte da interviste ai protagonisti del “secondo” cinema italiano (1930-1943). Attori, registi, sceneggiatori, cineoperatori, produttori si alterneranno davanti al microfono per rispondere alle sue domande, realizzando così una serie di documenti sonori. Da questa serie di trenta trasmissioni trarrà origine l’opera postuma Cinecittà anni Trenta edita nel 1979, in cui vengono pubblicate le 116 più importanti interviste di Savio degli anni 1973-1974. Nel riproporre lo studio del “secondo” cinema italiano a distanza di anni è stato rivisto il testo, arricchendolo di note e dotandolo di indici più precisi.

Note autori: Francesco Savio, alias Pavolini (Roma, 1923–1976), figlio di Corrado e fratello di Luca, è stato regista teatrale e autore di programmi radiofonici e televisivi. Il suo contributo al cinema è stato significativo e poliedrico: collaboratore dell’Enciclopedia dello Spettacolo diretta da Silvio D’Amico e del Filmlexicon degli autori del Centro Sperimentale di Cinematografia, curatore di memorabili retrospettive per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è anche autore di una personale e preziosa storia del cinema occidentale, Visione privata. Il film “occidentale” da Lumière a Godard (1972), e del saggio Ma l’amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime 1930–1943 (1975). Postumi sono stati pubblicati i tre volumi di Cinecittà Anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano 1930–1943 (1979), e la raccolta Il mondo di Francesco Savio. Recensioni 1973–1976 (2002), che riunisce i suoi densi contributi critici per il settimanale «Il Mondo», a cura di Franco Cordelli ed Emidio Greco.

Adriano Aprà (Roma, 1940-2024), è stato un critico cinematografico, attore e regista italiano. Ha iniziato la sua attività su «Filmcritica» e successivamente ha fondato e diretto la rivista trimestrale «Cinema & Film». Ha pubblicato numerosi saggi su libri e riviste, sia in Italia che all’estero, e ha curato decine di volumi dedicati al cinema italiano e internazionale. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Il mio metodo. Scritti e interviste di Roberto Rossellini (Marsilio, 2006), Per non morire hollywoodiani (Reset, 1999), Stelle & strisce. Viaggi nel cinema USA dal muto agli anni ’60 (Falsopiano, 2005) e In viaggio con Rossellini (Falsopiano, 2006). Negli anni Settanta ha codiretto il Filmstudio 70 di Roma. Ha collaborato con numerosi festival cinematografici, dirigendo quelli di Salsomaggiore e di Pesaro tra il 1977 e il 1998. Dal 1998 al 2002 è stato direttore della Cineteca Nazionale, e dal 2002 al 2008 ha insegnato Storia del cinema italiano presso l’Università di Roma “Tor Vergata”.

Harlem. Il film più censurato di sempre
autore: Luca Martera
anno: 2021
pagine: 345
editore: La nave di Teseo; Centro Sperimentale di Cinematografia
collana: I fari; 92
ISBN: 9788834605011

prezzo ordinario di vendita: € 22,00 
prezzo scontato (20%): € 17,60

«Morte agli italiani!» è il grido di battaglia urlato a squarciagola dal capo dei tifosi abissini al Madison Square Garden ed è questa la battuta-chiave per comprendere il senso di ciò che fu Harlem, il film italiano più censurato di sempre. Uscito alla fine di aprile del 1943 – due mesi prima dello sbarco degli alleati in Sicilia e tre mesi prima della caduta del fascismo – il film di Carmine Gallone fu una delle più plateali opere di mistificazione del regime fascista, pensata e realizzata quasi 80 anni fa per illustrare alle masse il “razzismo di Stato” e sancire così la superiorità della stirpe ariana attraverso un incontro di boxe tra un italo-americano e un pugile nero, trent’anni prima di Rocky. Interpretato dai divi più famosi dell’epoca, dal “buono” Amedeo Nazzari al “cattivo” Osvaldo Valenti, dall’ “americanina” Vivi Gioi al “littorio” Massimo Girotti, e firmato da un incredibile (con la lente della distanza) plotone di giornalisti-intellettuali di prim’ordine, tra cui l’anti-americano Emilio Cecchi, il fascistone Paolo Monelli, l’ebreo Giacomo Debenedetti (che non poté comparire a causa delle leggi razziali), il direttore antisemita de «Il Littoriale» Pietro Petroselli e il futuro padre del neorealismo Sergio Amidei, Harlem fu l’ultimo kolossal in costume fortissimamente voluto da Luigi Freddi, fondatore di Cinecittà, gran sacerdote del culto censorio e figura sui generis di gerarca sopravvissuto miracolosamente al 25 luglio e al 25 aprile. Sequestrato nel 1944 dall’ebreo torinese Pilade Levi, capo della PWB Film Section della divisione degli alleati specializzata in comunicazione e propaganda, il film viene trasformato nel dopoguerra dalla neonata censura repubblicana in innocuo film sportivo, con tagli e modifiche ai dialoghi per quasi 40 minuti. La nuova versione, senza più alcun riferimento alla guerra d’Etiopia, non convinse comunque alcuni sedicenti partigiani di Reggio Emilia che nel 1947 bruciarono nella pubblica piazza le pizze del film. Questo libro, documentato e ampiamente illustrato, racconta per la prima volta la vicenda appassionante, drammatica e piena di sorprese del film più censurato della storia del cinema italiano.

Nota autore: Luca Martera è documentarista, specialista di archivi ed esperto in ricerche storico-investigative, giornalistiche e audiovisive tra Italia e Stati Uniti. Come autore televisivo, ha realizzato oltre un centinaio tra speciali, servizi e monografie per Rai, Mediaset e La7, firmando collaborazioni anche con Antonio Ricci, Giovanni Minoli, Pier Francesco Pingitore, Enrico Mentana, Roberto Faenza e Franco Maresco. Come saggista, ha scritto diversi articoli e approfondimenti su temi legati ai mass-media, tra cui Una mappa della comicità italiana (su «Link», 2017) e Lo spettacolo in tv (2000) con prefazione di Aldo Grasso. Per enti istituzionali e università, ha curato e presentato rassegne, conferenze e retrospettive, tra cui l’evento Sordi, l’anti-americano a Roma tenuto alla Camera dei Deputati nel 2017. Nel 2018 ha ricevuto la Honorable Mention per il documentario da lui scritto, diretto, prodotto e narrato In the Mood in Our Own Way dalla NIAF di Washington DC, nell’ambito del Russo Brothers Italian American Film Forum. Nel 2020 ha creato per finalità storico-didattiche l’Italian American Media Crossroads Archive (IAMCA), la più grande raccolta di video su come l’Italia ha raccontato gli Stati Uniti e viceversa.

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