
Centro Sperimentale di Cinematografia presenta il dossier dedicato
a “Reazione a catena” di Mario Bava,
nella versione restaurata grazie al supporto del CSC-Cineteca Nazionale
in anteprima mondiale al 78° Locarno Film Fest
«Ho sempre voluto realizzare un horror in italiano, con “Beetlejuice Beetlejuice” è come se l’avessi fatto. È il mio omaggio a Bava e Argento».
(Tim Burton alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2024)
PDF SFOGLIABILE https://online.flipbuilder.com/CSC_cineteca01/tplu/
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Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha realizzato un nuovo dossier dedicato al restauro di “Reazione a catena” (1971) di Mario Bava, eseguito nel 2025 da Severin Films, a partire dal negativo originale con una selezione di sequenze da una copia di distribuzione grazie al supporto del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Tra i contenuti del dossier, a cura di Caterina Taricano, è presente il saggio di Roberto Pisoni - Senior Director Sky Entertainment Channelsed esperto del cinema di Mario Bava.
Scrive Pisoni: «Mario Bava (nel film “Reazione a catena”, ndr) compie una duplice operazione: da un lato crea ed estremizza una serie di meccanismi narrativi e visivi che ispireranno lo slasher americano; dall’altro, li svuota e li distrugge con ironia sorniona, come se volesse sabotare dall’interno un genere che lui stesso aveva contribuito a fondare (…). Bava accumula in maniera parossistica tredici omicidi, mettendoli in scena con diverse variazioni di efferatezza, sadismo e ironia macabra, svelando, con un moralismo piuttosto esplicito, il carattere intrinsecamente voyeuristico del thriller».
Nel dossier è inoltre disponibile la raccolta delle posizioni critiche inerenti al film a cura di Maria Coletti (Area Diffusione culturale del CSC-Cineteca Nazionale). Scrivono Massimo Sebastiani e Mario Sesti: «Uno dei gialli con più fantasiose e inventive variazioni del delitto. L’autore non è interessato a svelare il disegno di un assassino quanto a descrivere una comunità d’individui che si sopprimono l’un l’altro come insetti, sullo sfondo di una natura incantevole. La determinazione della violenza suona come prefigurazione e rappresentazione rituale della devastazione della natura. Uno dei film più amati e paradossali del decano dei gialli in Italia, ma anche un antesignano dello splatter contemporaneo in cui lo spettacolo barocco della violenza della morte è più importante dello svelamento del mistero del crimine. Effetti speciali di Carlo Rambaldi» (500 film polizieschi, Lindau, Torino, 1998). Osservano inoltre Gérald Duchausssoy, Romain Vandestichele: «Il punto di vista della cinepresa non è più quello del narratore ma quello dell’assassino, sia esso bambino o adulto: oppure è il regista stesso a essere l’assassino, e noi spettatori siamo al contempo attori, esecutori e cameramen. Reazione a catena è la dimostrazione di quanto stiamo sostenendo. Al posto del grando impatto dei colori, della cura per la composizione dell’immagine e per il posizionamento della cinepresa, prende piede una regia più movimentata con la macchina da presa, che si muove tantissimo. È il punto di vista dell’assassino a muovere l’azione». (Mario Bava. Il mago dei colori, edizione italiana a cura di Steve Della Casa, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Edizioni Sabinae, Roma, 2023).
“Reazione a catena”, conosciuto anche con il titolo “Ecologia del delitto”, è scritto da Mario Bava, Giuseppe Zaccariello, Filippo Ottoni, Dardano Sacchetti, Franco Barberi, ed è interpretato da Claudine Auger, Luigi Pistilli, Claudio Volonté, Laura Betti, Anna Maria Rosati. E’ prodotto da Giuseppe Zaccariello per Nuova Linea Cinematografica.
Il restauro realizzato nel 2025 verrà presentato l’11 agosto, in anteprima mondiale, alla 78ª edizione del Locarno Film Festival (7/17 agosto) nella sezione Histoire(s) du Cinéma. La presentazione avverrà alla presenza di Lamberto Bava al quale verrà assegnato il Pardo come tributo per la sua carriera.
Qui le info relative alla première del restauro a Locarno
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