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572 – Bianco e Nero

Il numero 572 della rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia «Bianco e Nero», è a carattere monografico, dedicato al rapporto intercorso nel nostro Paese tra il mezzo espressivo cinematografico e gli altri media audiovisivi, in progressiva e conflittuale contrapposizione già nel corso degli anni settanta.

Pochi periodi come gli anni Settanta hanno stimolato in modo così ricorrente e insistito il ricordo dei testimoni e l’attenzione degli studiosi, seppure, almeno per quanto concerne il cinema e i media, non siano ancora mature ricerche sistematiche che esplorino a fondo l’eredità di questo decennio. Ed è proprio da questa persistenza frammentaria che prende le mosse la sezione monografica di “Bianco e nero” 572, curata da Claudio Bisoni, Paolo Noto, Guglielmo Pescatore, dal titolo Passato prossimo. Cinema e media in Italia negli anni Settanta. L’attenzione continua per un periodo insieme vicinissimo e remoto sembra essere la spia di qualcosa che travalica gli eventi, pure epocali, che lo hanno caratterizzato e di cui la storiografia di settore ha reso in larga parte conto: la scomparsa di quella generazione di registi che aveva fatto conoscere il cinema italiano a livello internazionale dopo la seconda guerra mondiale, la crisi irreversibile che colpisce la produzione e l’esercizio, la fine del monopolio Rai sulle telecomunicazioni.

I saggi che compongono il monografico affrontano gli anni Settanta non come il periodo in cui qualcosa finisce o si compie (il cinema d’autore, il sistema dei generi, la stagione dell’impegno politico), ma al contrario come il momento in cui si definiscono e si trasformano pratiche cinematografiche e mediali, forme di produzione e di circolazione dell’audiovisivo, modelli di aggregazione comunitaria attorno a prodotti culturali che ancora oggi sono attive e, anzi, in qualche misura contribuiscono a caratterizzare lo scenario attuale. Ne emerge un ritratto contrastato e  vivido, perché gli anni Settanta parlano ancora alla contemporaneità, restano indimenticati e ingombranti. L’impressione che in qualche modo riguardino il nostro tempo e ci possano aiutare a capirlo prende forma e trova fondamento nelle riflessioni qui proposte.
Fra gli autori e le autrici dei saggi: Stefano Baschiera, Sandro Bernardi, Francesco Di Chiara, Giovanna Maina e Federico Zecca, Giacomo Manzoli, Catherine O’Rawe, Laura Sangalli. Chiude il numero, fuori dalla monografia in sezione “mappe”, il saggio di Cristina Formenti intitolato Il mockumentary: quando le estetiche documentarie diventano stile cinematografico.

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