La musica è stata scritta da Necio Herb Brown, importante compositore per la Metro Goldwyn Mayer tra gli anni ’20 e ’30; tra i suoi lavori più importanti ricordiamo la prima versione di Singin’ in the rain (1929), che sarà riutilizzata nel film omonimo del 1952. Il motivo è tratto dal film The pagan (1929), per la regia di W.S. Van Dyke. Uscito in Italia col titolo L’isola del sole, narra la vicenda di un giovane Maori al quale un commerciante senza scrupoli porta via la donna amata. Il Maori se la riprende, e va a vivere con lei su un’altra isola. Incentrato sul fascino latino di Ramón Samaniegos, in arte Novarro, venne girato sulla scia del successo di altri film del genere cosiddetto “esotico”: Ombre bianche del 1928 dello stesso W.S. Van Dyke e di Tabù del 1931 di Wilhelm Murnau e Robert Flaherty.

Spartito presumibilmente risalente all’inizio del XX secolo.  Viene citato il nome di Felix Mayol (1872-1941), cantante e uomo di spettacolo francese; alcuni suoi spettacoli sono stati documentati tramite alcuni film definiti Phono-Cinema. Nel 1910 prende la direzione della sala “Concert Parisien”, trasformandola in “Concert Mayol”, dove venivano dati i migliori spettacoli di cafè-concert della capitale francese. Altro nome citato  è quello di Dranem (1869-1935): celebre cantante e fantasista francese, lavorò a cavallo tra la fine del XIX sec. e l’inizio del XX, divenendo famoso per il suo repertorio di canzonette negli spettacoli definiti café-concert. Tema della canzone i ciné-journals prodotti in quegli anni, vere rarità documentarie, molti dei quali prodotti dalla Pathè.

Il film da cui è tratta venne girato in Francia ed è un melodramma che narra la vicenda di Torres, un cantante che sbarca il lunario rubacchiando nei caffè e barando al gioco. Un giorno conosce Alina, un’insegnante di canto che lo raccomanda a un impresario teatrale perché questi gli dia una possibilità. Torres, imbarazzato dal proprio stile di vita, nasconde la sua vera identità. La trama si complica quando, nel corso di una rissa, il cantante uccide Rancales, un vecchio complice che minaccia di rivelare la verità ad Alina. Il poliziotto incaricato delle indagini scopre l’omicida e anche la duplice identità di Torres. Ma invece di arrestarlo lo aiuta per riconoscenza giacché in passato il cantante gli aveva salvato la vita. Carlos Gardel (1890-1935) è stato un celebre cantante, compositore e attore, personaggio di spicco nella storia del tango. Dal 1931 al 1932 gira i film Esperame, La cosa es seria e Melodia de Arrabal, in cui si ascoltano noti tanghi come Melodia de Arrabal, Silencio e Me da pena confesarlo. Nel 2003 l’Unesco ha dichiarato la sua voce Patrimonio Culturale dell’Umanità.

La musica venne composta da un importante team di compositori americani: George Gard  “Buddy” De Sylva, Al Jolson, Lew Brown, Ray Henderson, molti di loro provenienti dal mondo del jazz. Il film è annoverato tra quelli che hanno segnato il passaggio dall’epoca del muto al sonoro. Si tratta di un musical-drama che narra la storia di un cantante abbandonato dalla moglie che, coinvolto in una serie di tristi peripezie, perde in un incidente il figlioletto. Il film si chiude con il protagonista Al Stone che canta sul palco la canzone preferita dal figlio, Sonny boy – da noi per l’appunto proposta nella versione francese Mon petit – dedicata al bambino con veemente partecipazione.

E’ una commedia che narra la storia di una vivace e fantasiosa telefonista di un centralino pubblico, che innesca più di un pasticcio tra gli abbonati, ma anche un idillio a lieto fine. L’argomento era già un po’ datato e anacronistico perché quando il film uscì era già in funzione il telefono automatico. Deriva, infatti, da una novella degli ultimi anni ’20, già precedentemente sceneggiata per un film tedesco. Il rifacimento di Nunzio Malasomma non manca  né di brio né di garbo.  Fu il primo film italiano che vide la partecipazione di un’orchestra jazz, quella di Sesto Carlini con il trombonista Herb Fleming.  Interprete principale del film fu Isa Pola, attrice che deve il suo grande successo al primo film sonoro italiano in assoluto, La canzone dell’amore di Gennaro Righelli del 1930, e che divenenne la prima vera diva del cinema sonoro italiano non solo per le sue doti di fotogenia ma anche per la sua voce gradevole, rompendo la tradizione delle languide e svenevoli dive del muto.

Sulla copertina: cantata dal soprano Anna Maria Martucci del Teatro Reale dell’Opera di Roma nel film sonoro della Cines Pittaluga rivista n. 10, programmata col film Stella del cinema. Dal film La Stella del cinema, Mario Almirante, 1931, con Grazia Del Rio, Elio Steiner, Sandra Ravel Fulvio Testi Giuseppe Masi Isa Pola Mario Almirante.

Sulla copertina: dedicata a Dolores Del Rio, motivo del film Maruska.  Dal film Maruska, Edwin Carewe, 1928, con Dolores Del Rio.

Sulla copertina: Produzione Caesar Film-Roma. Dal film La vecchia signora, Amleto Palermi, 1932, con Emma Gramatica, Nella Maria Bonora, Maurizio D’Ancora, Memo Benassi, Arturo Falconi, Camillo Pilotto. 

Sulla copertina: existe pour piano et chant, piano seul, fox-trot et shimmy; la chanson du célèbre film Paramount Le Cheik, un formidable succés américain. Copyright di Waterson Berlin & Snyder, New York. – Dal film Le sheik,George Melford, 1921, con Rodolfo Valentino, Agnes Ayres, Adolphe Menjou.

Sulla copertina: Motivo del film Solo un po’ d’amore della Fox Film. Dal film Mother knows (Solo un po’ d’amore), John G. Blystone, 1928.