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“La Biblioteca “Luigi Chiarini” della Scuola Nazionale di Cinema è lieta di comunicare la recente acquisizione del Fondo Carlo Lizzani”
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La Biblioteca è lieta di comunicare la recente acquisizione del Fondo Carlo Lizzani. Si tratta di sceneggiature, dattiloscritti, corrispondenza, rassegna stampa e della biblioteca personale dell'insigne regista e studioso. I materiali verranno catalogati e messi a disposizione degli studiosi e degli allievi del CSC grazie al generoso gesto dei figli che con queste parole hanno accompagnato la donazione: «Ci si separa dagli amici di una vita. Racconti, avventure, immagini, riflessioni, ritratti. Verranno accolti, sfogliati, toccati, ordinati per poi essere letti da occhi curiosi. Noi siamo felici di farli rinascere donandoli al Centro sperimentale di cinematografia per il Fondo Carlo Lizzani […]».
Carlo Lizzani (Roma 1922-2013) è uno dei grandi maestri del cinema italiano, una figura poliedrica che ha rivestito ruoli differenti nei vari campi della cultura: regista, critico cinematografico, saggista, studioso, storico, attore, sceneggiatore, produttore, militante politico, sceneggiatore, docente. Attraverso i suoi film ha raccontato la storia e interpretato con lettura critica le vicende e i costumi del nostro Novecento. Alla sua direzione si deve la rinascita della Mostra del cinema di Venezia, aprendo a «un nuovo terreno di lotta per forze democratiche e culturali più avanzate» (Umberto Rossi, Venezia una mostra nel mezzo del guado, «Cinema 60», luglio-ottobre 1979). Sulle pagine di «Cinema», rivista che getta le basi del movimento neorealista, consolida il suo percorso di critico e saggista, attività che prosegue su varie testate tra cui «Cinema nuovo». Ha esordito nel cinema come sceneggiatore, attore e aiuto regista di alcuni grandi del nostro cinema, da Giuseppe De Santis a Roberto Rossellini, passando poi al documentario, si ricorda in particolare Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato (1949), dischiudendo la strada a un genere che era stata fino allora ignorato. I suoi primi lungometraggi sono Achtung! Banditi! (1951), per il quale riceve il premio per la migliore regia al festival di Karloy Vary e Cronache di poveri amanti (1954) che ottiene il premio della giuria al Festival di Cannes e il Nastro d'argento. Tra i suoi film più importanti si segnalano: Il gobbo (1960), Il processo di Verona (1963), Svegliati e uccidi (1966), Banditi a Milano (1968), Crazy Joe (1974), Mussolini ultimo atto (1974), Storie di vita e malavita (1975), San Babila ore 20: un delitto inutile (1976), Fontamara (1977), Mamma Ebe (1985), Caro Gorbaciov (1988), Cattiva (1991), Celluloide (1995), Hotel Meina (2007). E' stato nel tempo: direttore della Mostra del cinema di Venezia (1979-1982); docente di regia e sceneggiatura al Centro sperimentale di cinematografia (1976-78 e 1988-89); presidente dell'Associazione nazionale autori cinematografici a Roma (1994-2002); presidente del Comitato scientifico del Museo nazionale del cinema di Torino (2000-02). Ha pubblicato tra gli altri libri "Il cinema italiano" (Firenze, 1953), "Attraverso il Novecento" (Roma, 1998) e l'autobiografia "Il mio lungo viaggio nel secolo breve" (Torino, 2007).  E' autore di notevoli filmati biografici per la Rai Trade: Luchino Visconti (1999), Roberto Rossellini (2000), Cesare Zavattini (2003), e Giuseppe De Vittorio e Giuseppe De Santis (2008). Ha ricevuto la laurea honoris causa all'Università degli studi di Torino (2002) e alla Lumsa (2009); è stato insignito del titolo di cavaliere di Gran croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana (2002) e nel 2007 ha ottenuto il premio David Donatello alla carriera.

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