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Vittorio Salerno, un autore trasversale
28 Maggio 2013 - 28 Maggio 2013

Vittorio Salerno, fratello di Enrico Maria, nato a Milano nel 1937, vive a Roma dal 1960. Ha scritto venti soggetti e sceneggiature, tra le quali I morti non si contano, Mille dollari sul nero, Anonimo veneziano, Stradivari. Ha diretto quattro film: Libido (1965), No! Il caso è felicemente risolto (1973), Fango bollente (1975) e Notturno con grida (1982). Ha realizzato decine di programmi culturali per la Rai di carattere storico e sull’arte con Vittorio Sgarbi e Achille Bonito Oliva. Lasciamo alle parole dello stesso Vittorio Salerno per raccontarsi un po’ di sé, estrapolate dal libro-conversazione con Davide Comotti, Professione regista e scrittore (BookSprint edizioni, 2012). «Mio padre, dottore commercialista, era un melomane con una voce tenorile straordinaria, e si dilettava a cantare i duetti delle opere celebri assieme a mia madre… forse i ricordi più belli della mia infanzia; e il papà di mamma, nonno Enrico Storff, un nobile russo originario di San Pietroburgo, che fu Direttore dell’Ufficio Postale di Spalato nei primi decenni del Secolo, era violinista dilettante, e due dei suoi sette figlioli, studiarono musica: zia Milena si diplomò in pianoforte al conservatorio di Spalato, mamma Milka in violino all’Imperiale Accademia Musicale di Vienna, nel giugno del 1914, poco prima che iniziasse la prima guerra mondiale. Ma i primi in famiglia a prendere l’arte di petto, a diventare dei professionisti siamo stati noi quattro fratelli Salerno: Titta il primogenito è stato pittore e critico d’arte; Enrico Maria l’attore e regista che tutti conosciamo, Nando musicista e cantautore, e io scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico. […] È stata un’adolescenza triste. La miseria del dopoguerra, la morte prematura di mamma, gli studi interrotti per mancanza di soldi… non so proprio come l’abbia spuntata. […] Il primo incontro con il mondo del cinema vero, quello professionale, è avvenuto nel ’60, durante una licenza premio, ma avevo già sperimentato il cinema amatoriale… Arrivato in “licenza di Natale” a Roma andai a trovare Enrico sul set di Le signore, una commedia divertente che stava girando il grande Turi Vasile, che dieci anni dopo produrrà Anonimo veneziano, e conobbi Ettore Fizzarotti, l’aiuto regista, diventato in seguito famoso per una serie di film musicali con Gianni Morandi […] . Simpatizzammo subito, io e Ettore, […] Fizzarotti mi prese con sé come secondo aiuto regista nell’ultimo film di Mario Bonnard, I masnadieri, un film a colori di cappa e spada ambientato nella Roma papalina del Seicento […]. Avevo solo 27 anni, ma mi sentivo sicuro. Andai a trovare Ernesto Gastaldi, uno sceneggiatore di pochi anni più grande di me che però aveva già scritto una ventina di film, al quale mi aveva indirizzato Mario Pellegrino, il produttore de I masnadieri,per sceneggiare con lui La distrazione [tratto da un racconto con stilemi kafkiani e bergmaniani di Salerno, n.d.r.], e gli proposi di fondare una società insieme, la Nucleo Film con la quale però producemmo Libido, non La distrazione, perché Gastaldi diceva che i “film d’autore” non fanno una lira. “Va bene”, pensai, “debutterò con un film di genere, un thriller, poi avrò maggior potere contrattuale con i produttori, e farò il “mio film”… ma non fu così… e il copione è ancora nel cassetto. […] Ho collaborato due volte alla sceneggiatura di Anonimo veneziano: la prima, ufficialmente, nel 1966 assieme a Marco Leto e a mio fratello quando i produttori del film avrebbero dovuto essere Ugo Tucci e Claudio Mancini, e gli interpreti Enrico stesso e Jeanne Moreau; la seconda volta, amichevolmente, nell’inverno del 1969-’70 assieme ad Enrico quando dovemmo adattare i dialoghi per Florinda Bolkan e a Tony Musante, i quali, essendo più giovani di Enrico e della Moreau, avrebbero agito e parlato in maniera diversa. Con il nuovo produttore del film, Turi Vasile, titolare della Ultrafilm, firmai il contratto solo come aiuto regista, quindi il mio nome non appare nei titoli di testa a fianco di Enrico Maria e dello scrittore Giuseppe Berto […], come non appare neanche il nome di Marco Leto. […] Il secondo film come regista [No! Il caso è felicemente risolto, n.d.r.], ma il primo che ho girato da solo, senza Gastaldi. […] In Fango bollente, il cui titolo originale del soggetto di Gastaldi era I primi tre cominciano a mordere, dico a chiare lettere che sarà difficile estirpare le conseguenze di un certo male: il male di vivere in spazi troppo angusti, fisici ma anche psicologici, uno sopra l’altro, gomito a gomito, sempre pronti a sopraffarsi e a farsi del male per difendere il proprio “spazio vitale”, fregandosene del prossimo…. […] [Io ed Ernesto Gastaldi, n.d.r.] pensammo di ripescare i personaggi superstiti di Libido e fare un film magico [ Notturno con grida, n.d.r.] , un thriller “paranormale”, che poteva dare l’idea di essere anche il sequel di Libido».

 
ore 17.00
No! Il caso è felicemente risolto di Vittorio Salerno (1973, 98′)
 
ore 19.00
Fango bollente (1975)
Regia: Vittorio Salerno; soggetto: Ernesto Gastaldi; sceneggiatura: E. Gastaldi, V. Salerno, Lucille Laks, Giovanni Balestrini; fotografia: Giulio Albonico; scenografia: Emilio Baldelli; musica: Franco Campanino; montaggio: Enzo Meniconi; interpreti: Joe Dallessandro, Gianfranco De Grassi, Guido De Carli, Enrico Maria Salerno, Martine Brochard, Umberto Ceriani; produzione: Comma 9; origine: Italia; durata: 85′
Ovidio Mainardi è un giovane impiegato annoiato e stressato dal lavoro, sposato con una donna che lo trascura, tutta impegnata nel fare carriera. Sfoga la propria delusione in compagnia di altri due colleghi, con atti vandalici e violenti fino ad arrivare all’omicidio con placida indifferenza. Sulle loro tracce c’è però un intelligente e saggio commissario. Ambientato in una Torino livida e fredda, il secondo lungometraggio di Vittorio Salerno è un esempio perfettamente riuscito di parabola marcusiana, a tratti dal design pop-fantascientifico, sui mali oscuri della società attuale, molto simile per contenuti e conclusioni all’Arancia meccanica di Kubrick.
 
ore 21.00
Incontro con Vittorio Salerno e Martine Brochard
 
a seguire
Notturno con grida di Ernesto Gastaldi, Vittorio Salerno (1982, 98′)
Ingresso gratuito
 
Date di programmazione