Viaggio in Italia. Il cinema di Antonietta De Lillo
16 Marzo 2016 - 20 Marzo 2016
Se esiste un termine cinefilo capace di racchiudere – senza però imprigionare! – il cinema di Antonietta De Lillo, è sicuramente quello di rosselliniano. L’intero corpus filmografico è infatti accomunato dall’inseguire, attraverso una padronanza e una multidisciplinarità di linguaggi, «lo splendore del vero». Ogni suo progetto (dai film partecipati ai ritratti, non solo cinematografici, dai documentari neo-neorealisti al cinema di finzione, e in tal senso risulta indimenticabile Il resto di niente per quella sobria messa in scena che non può non alludere a La presa del potere da parte di Luigi XIV) è una sorta di viaggio in questo paese mancato chiamato Italia. Un viaggio nella memoria attraverso le immagini e le parole di chi tenta di «fermare una cosa che sta scomparendo», citando le parole del protagonista del primo videoritratto, Angelo Novi fotografo di scena (1992), comunicandoci al contempo, come scrive giustamente Daniela Brogi, non solo la passione per la propria professione, ma anche una «chiave di lettura per la speciale attenzione al linguaggio e alle sperimentazioni del cinema documentario che attraversa l’intera opera di De Lillo, sin dai primi lavori (compreso il film Matilda, del 1990, così attento a un’ambientazione napoletana borghese, anziché popolare, e perciò fuori clichés)». Fermare la realtà, dunque, per esorcizzarne la morte sia per l’oggetto ripreso (uomo o cosa, la De Lillo non opera un classismo antropologico), sia per chi riprende. Filmare dunque non tanto per esistere, ma per documentare un’etica dello sguardo, che si affida al nostro soggettivo verosimile.
La retrospettiva è stata curata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con marechiarofilm
mercoledì 16
Per una controstoria del cinema
ore 19.00 Peter Del Monte di Antonietta De Lillo (2002, 18′)
Ritratto di Peter Del Monte, uno dei registi più introversi del cinema italiano degli anni Settanta, autore sensibile, portatore di un cinema di ricerca linguistica fatto di sentimenti impercettibili e profondi, intervistato da Antonietta De Lillo. La conversazione tra i due registi, Del Monte e De Lillo, diventa una riflessione sul cinema, sul modo di farlo, di pensarlo, di viverlo.
a seguire Angelo Novi fotografo di scena di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1992, 25′)
Il film è un viaggio nella memoria del nostro cinema, dal dopoguerra alla fine del Novecento. Le fotografie di Angelo Novi, scattate sui set di Pasolini, Rossellini, Leone e Bertolucci, sono commentate dal sonoro originale dei film e dallo stesso fotografo, che descrive l’attimo preciso del suo scatto. Attraverso i suoi racconti ricchi di aneddoti ed emozioni conosciamo uno dei più importanti testimoni del cinema italiano. Intervista a cura di Marcello Garofalo.
a seguire La notte americana del dottor Lucio Fulci di Antonietta De Lillo (1994, 30′)
Un documento/testamento del grande Lucio Fulci, maestro del B-movie, le cui opere hanno ispirato registi di fama mondiale come Quentin Tarantino. Lucio Fulci ci regala una lunga riflessione che affascina per sincerità, ironia e lucidità, sul suo fare cinema e sulla sua eccentrica carriera. Intervista a cura di Marcello Garofalo.
ore 20.30
Incontro moderato da Marcello Garofalo con Antonietta De Lillo
ore 21.30 O’ Cinema di Antonietta De Lillo (1999, 13′)
La passeggiata di un ragazzino napoletano attraverso le vie della sua città. Il suo sguardo curioso si posa sia sulle persone sia sulle cose e le trasfigura, portandoci nel mondo dell’immaginazione, ora personale, ora cinematografica. Suggestioni sonore, visive e spezzoni di vecchi film si fondono in questo viaggio nel cuore di Napoli. L’unione tra realtà e fantasia è il pretesto per ricomporre i frammenti della storia di una città e del suo meraviglioso cinema.
a seguire Pianeta Tonino di Antonietta De Lillo (2002, 50′)
Ritratto di Tonino Guerra, uno tra i più importanti sceneggiatori italiani, autore per registi di grande fama come Fellini, Tarkovskij, Antonioni, i Taviani, Michalkov. Il documentario ripercorre la sua carriera di sceneggiatore e mostra la sua vita quotidiana a Pennabilli. In questo piccolo paese del riminese Tonino Guerra è riuscito a costruire un mondo a sua immagine e somiglianza, attraverso la realizzazione di una serie di opere-segni che esprimono indomita vitalità e creatività: fontane, targhe sulle strade, giardini “pensanti”. L’incontro con un uomo che possiede un’enorme forza vitale, attraverso la quale ricostruisce le sue “favole” per sconfiggere la noia e la prevedibilità della vita quotidiana: «Alla mia età non mi piace quasi più niente non solo di me, ma anche degli altri. Ho voglia di robe più sporche, più sbagliate, più interrotte. Mentre parlo con lei, sta passando un cammello, ecco… vorrei che fosse così» (Tonino Guerra). Il documentario è prodotto da SNC Produzioni – Fondazione Scuola Nazionale di Cinema.
giovedì 17
Il resto della vita
ore 17.00 Operai di Antonietta De Lillo (1996, 53′)
Film di montaggio sul movimento operaio prodotto dall’Archivio del Movimento Operaio e Democratico “Diari del ‘900”. Uno straordinario found footage dalla parte degli ultimi.
a seguire Il pranzo di Natale – film partecipato (2011, 50′)
Il pranzo di Natale, sperimentando la commistione di linguaggi diversi, riunisce immagini amatoriali e video realizzati da professionisti; è un remix di sorgenti molteplici ed eterogenee che insieme formano un racconto unitario, grazie a un montaggio che procede seguendo una linea di associazioni che di volta in volta cambiano, privilegiando in alcuni casi legami musicali, in altri cronologici, spesso emotivi. Le immagini così si susseguono, con una tessitura aperta tra il racconto lineare di un rito collettivo e l’associazione di storie e frammenti che interagiscono o si contrappongono tra loro, mostrando immagini attuali accostate a immagini del passato, vecchi filmini di famiglia affiancati ai video dei Natali presenti. L’attrice Piera Degli Esposti, in un ruolo deliberatamente in bilico tra persona e personaggio, evidenzia i momenti peculiari del racconto e ne scandisce il tempo.
a seguire Let’s Go di Antonietta De Lillo (2014, 54′)
La storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente. Il protagonista ripercorre la propria vita in un testo-lettera da lui scritto e in un viaggio reale e ideale attraverso l’Italia, da Napoli, sua città natale, a Milano, il luogo della sua nuova esistenza. Le immagini e le parole si confrontano continuamente con il testo della lettera, in un linguaggio in bilico tra l’immediatezza del racconto e la riflessione della parola scritta. Luca Musella, insieme alle persone che popolano il suo mondo, diventa portavoce di una condizione universale, specchio del nostro Paese nell’era della crisi, ma soprattutto emblema di una sensibilità letteraria in grado di leggere al di là del reale per suggerire possibili antidoti.
ore 20.00
Introduzione di Stefano Rulli
Incontro moderato da Angela Prudenzi con Antonietta De Lillo
Introduzione di Stefano Rulli
Incontro moderato da Angela Prudenzi con Antonietta De Lillo
ore 21.00 Il resto di niente di Antonietta De Lillo (2004, 98′)
La nobildonna portoghese Eleonora Pimentel Fonseca, la voce della rivoluzione partenopea del 1799, insieme ad altri giovani aristocratici napoletani, si batte per gli ideali di uguaglianza, libertà e fraternità. Ben presto però la lama della restaurazione si abbatte sui fondatori dell’effimera Repubblica: il loro sogno divenuto realtà si frantuma in mille pezzi, e non resta nulla … “il resto di niente”. Il film sceglie di raccontare le vicende umane e politiche della Napoli di fine ‘700 attraverso le poche ore che precedono la morte di Eleonora, mettendo la macchina da presa al centro della sua anima, per registrare dolori, speranze e passioni di un’intera esistenza. Si compone così, attraverso il filo della memoria, il ritratto di una donna moderna, coraggiosa e libera. David di Donatello a Daniela Ciancio, come miglior costumista.
a seguire Backstage de Il resto di niente di Antonietta De Lillo (2004, 30′)
Diario del set realizzato da Luca Musella di quel caleidoscopio d’immagini, di corpi, di storie e di luoghi chiamato Il resto di niente. Forse lo zenith artistico dell’autrice per quanto concerne una personalissima Weltanschauung del mondo dei perdenti. «La rivoluzione napoletana della fine ‘700 non è una rivoluzione perché già perdente sin dall’inizio», spiega la regista sul set, offrendoci un’ulteriore chiave di lettura del film. Le interviste ad Antonietta De Lillo e a Maria de Medeiros sono a cura di Marcello Garofalo.
venerdì 18
Passeggiate napoletane
ore 17.00 Periferie di Napoli di Antonietta De Lillo (2002, 36′)
Una sorta di Viaggio al termine della notte in una Napoli poco vista. Si comincia dalle macerie dell’industria siderurgica di Bagnoli per poi proseguire ai quartieri-dormitorio di Scampia, per terminare ai Quartieri Spagnoli. L’affermazione di un operaio, «non costruiamo niente, stiamo solo rottamando», indica la fine della cultura operaia. La costruzione di edifici di “ballardiana” memoria, e cioè verticali e con finestre simili a dei buchi, indicano la fine di ogni comunicazione, l’annullamento del quartiere, dei cosiddetti bassi napoletani, in cui l’orizzonte del vicino lo si poteva toccare con una mano.
a seguire Viento ‘e terra di Antonietta De Lillo (1996, 38′)
‘E Zezi è uno storico gruppo musicale dell’entroterra napoletano, composto prevalentemente dagli operai dell’Alfasud di Pomigliano d’Arco. Attraverso la loro musica, tarantella, tammurriata e fronne, ci parlano del loro mondo, della trasformazione della società, che da agricola è diventata industriale. Una musica che unisce con incredibile vitalità, l’antico al moderno. Una musica viscerale e potente che diventa strumento politico e di lotta sociale.
a seguire O’ sole mio di Antonietta De Lillo (1998, 39′)
Un racconto che scalfisce i luoghi comuni di una Napoli spesso definita solo come: “sole-pizza-amore”. Il film, attraverso la storia della canzone ‘O sole mio dalla nascita nel 1898 alla sua consacrazione, racconta i due volti di Napoli: da una parte quello paradisiaco, luminoso, delle cartoline, dall’altra quello oscuro, misterioso, dei vicoli. Un caleidoscopio fatto di testimonianze che spaziano dall’epoca del muto ai giorni nostri, con le interpretazioni famose di Del Monaco, Elvis Presley, Pavarotti, Sergio Bruni, e quelle occasionali di performers come Paul McCartney e le Spice Girls.
a seguire Maruzzella di Antonietta De Lillo (ep. de I vesuviani, 1997, 18′)
Maruzzella è un travestito che si aggira come un moderno fantasma dell’opera per i corridoi di un cinema a luci rosse, offrendo prestazioni sessuali molto particolari ai suoi clienti, finché l’incontro con una giovane ragazza, sconsolata spettatrice di film hard, cambierà radicalmente la vita del nostro protagonista.
a seguire Promessi sposi di Antonietta De Lillo (1993, 20′)
Una testimonianza della forza dell’amore che lega due persone, due “promessi sposi” dei nostri giorni. Il racconto avanza come un thriller, in cui i due protagonisti nascondono un mistero: tracce visive, cicatrici su un braccio, dettagli s’insinuano nella loro storia, fino a svelare l’enigma. Lui prima era una lei. Una metamorfosi contemporanea resa possibile dal loro amore.
Violent Shit the Movie
21.00 Violent Shit the Movie di Luigi Pastore (2015, 80′)
Una serie di feroci omicidi rituali sconvolge Roma e due giovani ispettori iniziano ad indagare su una setta satanica, collegata ad un misterioso antiquario che annovera tra i suoi adepti insospettabili clienti e che esercita il suo potere attraverso un’antica maschera di ferro, appartenuta ad Attila il re dei barbari. Il film si avvale di un cast artistico notevole che vede tra i protagonisti un mefistofelico Giovanni Lombardo Radice, nel ruolo del professor Vassago, insieme ad Antonio Zequila, nei panni dello spietato e perverso senatore Vinci. Memorabili poi le speciali apparizioni di due maestri del cinema di genere come Enzo G. Castellari e Luigi Cozzi, nei rispettivi ruoli di capo della polizia e ispettore della scientifica. Ancora una volta la colonna sonora è firmata da Claudio Simonetti, con un potente main theme che coinvolge lo spettatore nelle sequenze più sanguinarie. Un particolare ricordo poi per Lilli Carati, con la sua ultima apparizione sullo schermo nel ruolo di una occultista, che fa da preludio alla storia del film (a lei dedicato). Tra gli interpreti anche Fabrizio Capucci, attore della Dolce Vita, oltre a Barbara Magnolfi, tra le protagoniste di Suspiria, e Antonio Tentori in un cameo.
sabato 19
L’altro da sé
ore 17.00 Ogni sedia ha il suo rumore di Antonietta De Lillo (1995, 27′)
Alda Merini, una delle più importanti poetesse del novecento, si confessa senza inibizioni raccontando la sua sofferta vita. Il ritratto alterna la conversazione con la poetessa ai frammenti delle sue poesie interpretate da Licia Maglietta (tratti dallo spettacolo teatrale Delirio amoroso). L’incontro tra queste due donne e la loro fusione artistica ci restituiscono fragilità e grandezza di una donna travolta dall’eccesso di amore.
a seguire Non è giusto di Antonietta De Lillo (2001, 90′)
Sofia e Valerio, 11 e 12 anni, s’incontrano casualmente, in una Napoli estiva, afosa e semideserta. Entrambi sono affidati ai loro padri, due quarantenni afflitti da ogni genere di problema, sentimentale ed esistenziale, mentre le loro madri sono assenti e lontane, all’infuori di brevi incursioni telefoniche. I due ragazzini si sentono continuamente minacciati dall’instabilità e la confusione delle loro famiglie. “Non è giusto…” si dicono, alleandosi per affrontare insieme il mondo degli adulti, con distacco e ironia. E non averne più paura.
a seguire La pazza della porta accanto di Antonietta De Lillo (2013, 52′)
A distanza di quasi vent’anni da Ogni sedia ha il suo rumore Antonietta De Lillo recupera il prezioso materiale “rimasto nel cassetto” della conversazione avuta con Alda Merini nella sua casa milanese nel giugno del 1995. Nasce così La pazza dellaporta accanto, videoritratto che restituisce integralmente quello straordinario incontro. Alda Merini racconta la propria vita in una narrazione intima e familiare, oscillando continuamente tra pubblico e privato e soffermandosi sui capitoli più significativi della sua esistenza – l’infanzia, la sua femminilità, gli amori, l’esperienza della maternità e il rapporto con i figli, la follia e la sua lucida riflessione sulla poesia e sull’arte. Il volto della poetessa, i dettagli degli occhi, delle mani, del suo corpo, compongono un ritratto dell’artista, senza nascondere le contraddizioni che hanno caratterizzato la vita e le opere di una tra le più importanti e note figure letterarie del secolo scorso. Uno sguardo inedito che con semplicità tenta di restituire la grandezza artistica e umana di Alda Merini.
ore 20.00 Incontro moderato da Fabio Ferzetti con Antonietta De Lillo e Paola Scarnati
ore 21.00 Oggi insieme domani anche – film partecipato (2015, 85′)
Oggi insieme domani anche è un mosaico di sguardi, volti, storie raccolte da numerosi autori in giro per l’Italia. Ideato e curato da Antonietta De Lillo, attraverso frammenti di materiali diversi – documentari, inchieste, animazione, immagini di attualità e di repertorio -, compone un ritratto dell’amore ai nostri tempi. Sono la casualità e la normalità delle storie incontrate a permettere di raccontare il più inafferrabile dei sentimenti. Il risultato è un’immagine multiforme, capace di rappresentare la complessità dei nostri rapporti d’amore in questo momento di passaggio, di crisi, di trasformazioni sociali che ci troviamo a vivere.
domenica 20
Le storie che raccontiamo
ore 17.30 Racconti di Vittoria di Antonietta De Lillo (1995, 70′)
Il film si divide in tre episodi nei quali, in modo differente, si combatte contro la morte. Nel primo episodio, dal titolo Pozzi d’amore, il protagonista Enzo Moscato recita una sorta di monologo teatrale. Un lungo racconto, dove si parla della paura per la fine imminente e l’angoscia della separazione da chi si ama. Nel secondo invece, In alto a sinistra, un giovane ripensa al padre scomparso. Ricorda la sofferenza della sua malattia e, proprio in nome di quel ricordo, supera il dolore lacerante che accompagna la sua solitudine. Nell’ultimo episodio, Racconti diVittoria, è una donna medico, un’oncologa, ad ammalarsi di cancro. E, per una volta dall’interno della malattia, con coraggio e dignità, spingerà i suoi pazienti a lottare per vivere. Il film ha per filo conduttore, il dolore e la morte, visti da tre differenti prospettive: quella teatrale, quella letteraria e quella televisiva. Il film ha lo scopo di esorcizzare la morte nel mito nel primo episodio, di ritualizzarla nel secondo e infine di combatterla, affrontandola di petto, nell’ultimo caso.
ore 19.00 Una casa in bilico di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1986, 80′)
Giovanni (Luigi Pistilli), un donnaiolo amante della vita, Teo (Riccardo Cucciola), vecchio compagno di scuola e meticoloso collezionista di orologi, e Maria (Marina Vlady), un amore di gioventù, sempre pronta ad aiutare i connazionali emigrati in Italia, ereditano un appartamento in Roma. Questa convivenza casuale, dopo un inizio faticoso, porta nuova energia nella vita di tutti e tre. Ma la morte improvvisa di uno di loro pone i due di fronte a una scelta: cancellare quell’esperienza e rientrare nel grigiore del proprio destino o continuare nel cammino intrapreso verso un futuro insieme.
ore 21.30 Matilda di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1990, 83′)
Chi tocca Matilda muore? Dopo la morte misteriosa e accidentale di tre fidanzati, Matilda, ansiosa di sposarsi, pubblica un annuncio matrimoniale. Si presenta il riluttante Torquato che non riuscendo a resistere al suo fascino, ignaro della malasorte toccata ai precedenti fidanzati, si incammina verso un destino che si preannuncia mortale. Il film è una black comedy con finale a sorpresa.