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Un film lungo 50 anni: Marina Piperno & Luigi Faccini
25 Marzo 2014 - 27 Marzo 2014
Marina Piperno: giornalista, produttrice cinematografica, organizzatrice di eventi culturali, poetessa, editrice, e Luigi Faccini: critico cinematografico, regista, fotografo, ricercatore e cantastorie, ideatore di eventi culturali, scrittore, segnano da quarant’anni la storia del cinema italiano, sperimentando linguaggi, innovandone le forme. La rassegna si chiude con una giornata dedicata interamente a Don Andrea Gallo, curata dagli stessi Luigi Faccini & Marina Piperno.
 
martedì 25
ore 17.00 Nella città perduta di Sarzana di Luigi Faccini (1980, 123′)
Il più sanguinoso episodio di “guerra civile” che precedette la marcia su Roma e la presa del potere mussoliniana… «Incalzante come un film americano. Il clima in cui ebbero luogo gli scontri fra la teppaglia nera e i difensori delle più elementari libertà è restituito nella sua crudezza e senza manicheismi» (Argentieri). «A me interessava rileggere una serie di fatti storici sulla base di un’ipotesi politica: cooptazione del Partito Socialista nell’area di governo, ipotesi ricorrente dall’inizio del secolo e che risulta con evidenza assoluta sia dai libri di storia che dai documenti rinvenuti» (Faccini).
 
ore 19.15 Garofano rosso di Luigi Faccini (1976, 113′)
Siracusa, 1924. Storia di una educazione, non solo sentimentale, il film racconta la vicenda di Alessio Mainardi (Miguel Bosè), uno studente che viene dall’interno della Sicilia per frequentare il liceo. Entra in contatto con i giovani fascisti che si ribellano, confusamente, ai valori e alle gerarchie borghesi. Si innamora di una compagna di scuola, Giovanna, dalla quale riceve in pegno un garofano rosso, simbolo d’amore e filo conduttore della storia. «Film elegante, nel quale il fascismo è visto come totale alienazione…» (Moravia). «Non riuscii ad amare quel libro del mio scrittore preferito. […]. Nella sceneggiatura misi i “tradimenti” che mi venivano chiesti da un misterioso Comitato Vittorini. Fu un’esperienza tremenda. Inseguire un transfert per ucciderlo continuamente. Fu il Vittorini di Conversazione in Sicilia ad aiutarmi» (Faccini).
 
ore 21.15 Incontro moderato da Piero Spila con Marina Piperno e Luigi Faccini
 
a seguire Canto per il sangue dimenticato di Luigi Faccini (1997, 85′)
All’alba del 13 giugno 1944 tedeschi e fascisti della Repubblica Sociale accerchiano il villaggio minerario della Niccioleta, sorprendendo nel sonno chi tra poco si recherà al lavoro. Vengono rastrellati centosessanta uomini, ottantatre dei quali verranno mitragliati e uccisi. «Con Canto per il sangue dimenticato, Faccini ha scoperchiato una fossa comune e ha fatto vergognare la democrazia di come ha trattato la Resistenza» (Bertelli).
Ingresso gratuito
 
mercoledì 26
ore 17.00 Inganni di Luigi Faccini (1985, 96′)
Dino Campana, per molti il poeta più grande che l’Italia abbia avuto nel secolo scorso… Il film inizia con la crisi del suo amore tempestoso per la scrittrice Sibilla Aleramo. Siamo nel 1916. Due anni più tardi, povero, amareggiato, rifiutato dalla famiglia e dalla società letteraria del tempo, accetta il ricovero nel manicomio toscano di Castel Pulci. «Un film “dentro2 Campana. Uno dei film più originali degli anni ’80» (Morandini). «Moravia disse trattarsi di “un film campaniano”. Mai complimento fu più gradito» (Faccini).
 
ore 19.00 Donna d’ombra di Luigi Faccini (1988, 91′)
Mentre sta perfezionando una coreografia ispirata all’Antigone, Carla (Anna Bonaiuto) riceve la notizia della morte del padre. L’uomo più amato l’ha abbandonata per sempre. Disperazione e confusione la spingono a un viaggio senza meta, che diventa una ricognizione sugli affetti e sui luoghi del suo passato. «Storia di una fuga e di una ricerca. Film sulla perdita, sulla lontananza, sulla morte. Una delle meditazioni sul senso della vita più intense ed alte del decennio» (Brunetta). «Fu la morte del padre di Marina, Simone, la sua improvvisa assenza, il vuoto che non sapemmo colmare se non rimuovendo infantilmente l’accaduto, quello che mi spinse ad immaginare un dolore e un cammino a ritroso. […]. Devo alla morte di Simone Piperno, amabile ed amato, il fiato sentimentale che ha generato questo film» (Faccini).
 
ore 21.00 Notte di stelle di Luigi Faccini (1991, 89′)
Luana ama il blues e l’America. Canta malvolentieri il liscio in un’orchestrina scalcinata. Il film inizia con gli schiaffi che il clarinettista le rifila. Sbarcata da un treno, sale sul furgone di due stranamente assortiti viaggiatori: Lucio, operatore sociale che impugna perennemente una video 8, e Carlo, treccine rasta, graffitaro appena uscito di galera. Lucio ha conosciuto Carlo in un Centro Sociale della cinta periferica romana, coinvolgendolo nel progetto di un film su di un “piccolo guerriero urbano” che si scontra con la violenza di un quartiere appena nato. «Il canto aspro della marginalità urbana. Equilibrata sapienza stilistica e narrativa. Bravura dei tre interpreti principali. L’esplicito richiamo a Pasolini non è casuale» (Micciché). «Il mio impegno fu sporcare la scrittura. Non potevo imporre bellurie alla brutalità quotidiana nella quale mi muovevo» (Faccini).
 
giovedì 27
ore 17.00 Storia di una donna amata e di un assassino gentile di Luigi Faccini (2009, 218′)
«Storia di una donna amata e di un assassino gentile è un vero e proprio viaggio al centro di una bella testa, di una bella mente. Immersa nella casa di Lerici e in quella maremmana, nelle quali abita con il regista che la filma, l’interroga e ascolta le sue storie vissute, Marina è una donna reale, che scrive al computer, invita e cucina, pulisce casa, dipinge, viaggia, e nello stesso tempo è un sogno, il sogno del cinema come avrebbe potuto e dovuto essere» (Alessandro Bernardi). «Il low budget più estremo declinato con il respiro e l’ambizione del kolossal. Insomma un film perfetto della linea Faccini&Piperno. Un film dove tutto torna benissimo. Incredibilmente» (Spila).
Durante l’intervallo tra primo e secondo tempo breve presentazione con Piero Spila, Marina Piperno e Luigi Faccini

ore 21.00 Giamaica di Luigi Faccini (1998, 84′)
Nella periferia di una metropoli notturna, istoriata dai murales e dai graffiti delle ultime generazioni giovanili, un ragazzo di colore muore bruciato nell’incendio doloso del centro sociale che l’ospitava. Aveva sognato un viaggio verso il reggae, la ganja e la tolleranza dei rasta giamaicani… Chi sono i colpevoli dell’assassinio? «Armonia multietnica che Faccini raggiunge mediando, con calda ispirazione, tra il realismo di cronaca e lirica visionarietà. Un’operazione civile intensa, sorretta da un doppio equilibrio: umano e stilistico» (Rondi). «Avevo conosciuto Auro Bruni quando doveva entrare nel gruppo “selvaggio” di Notte di stelle. La sua morte scosse i suoi amici e me. È per affetto e per rabbia che girai Giamaica e perché di Auro non si perdesse la memoria» (Faccini).
 
 
Date di programmazione