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Sulla via Aurelia. Gli oggetti smarriti di Giorgio Molteni
07 Settembre 2018 - 07 Settembre 2018
Tutto il cinema di Giorgio Molteni è caratterizzato da un’indipendenza dello sguardo cinematografico nei confronti della vita, ora timido, ora ribelle. Un po’ come i suoi protagonisti: dai vagabondaggi confusi di Tommaso (Fabio Sartor) sulla via Aurelia in Aurelia (1987), agli innamoramenti di un universo femminile sempre variegato da parte di Filippo (Carmine Recano) in Terrarossa (2001), alle prove paterne di Guido (Roberto Farnesi) che sfociano inevitabilmente nell’onirico in Oggetti smarriti (2013). I suoi film sono delle perle rare, smarrite nel vociare enfatico di troppo inutile cinema italiano. Questo smarrimento ha contrassegnato anche il suo esordio, Un gusto molto particolare, opera sperimentale e underground. Nato a Loano (Savona) nel 1949, laureatosi in Sociologia, Molteni comincia a occuparsi di cinema nel 1975 come assistente volontario e poi come segretario di edizione e di produzione. Contestualmente lavora in Rai come regista di servizi giornalistici e documentari. Il successo popolare lo raggiunge con serie televisive di grandissimo successo come Un posto al sole (1997-98), Cuori rubati (2002), Incantesimo 9 (2006), Capri 2 (2008).
 
ore 17.00 Aurelia di Giorgio Molteni (1987, 90′)
«Film d’esordio poverissimo di mezzi ma ricco di inventiva, a suo tempo ingiustamente stroncato dalla critica. Uno “scienziato confuso” sceglie di dare l’addio al celibato vagabondando lungo l’Aurelia e s’imbatte nella conturbante Maddalena Crippa. Favolistico on the road all’italiana, promettente e non pretenzioso. Colonna sonora di Paolo Conte» (Mereghetti).
 
ore 19.00 Terrarossa di Giorgio Molteni (2001, 90′)
Appena arrivato nel minuscolo paese di Terrarossa, sull’Aspromonte, Filippo – che deve lavorare in un cantiere edile – comincia a corteggiare le più belle donne del paese, sposate e non. Con il passare del tempo cedono alle sue lusinghe prima Rosa, poi Carmela e Giuseppa. Solo la più bella di tutte, Cicca, resiste al suo fascino. Rosa, gelosa delle altre, comincia però a sparlare di Filippo e così gli uomini del paese, intuito il pericolo incombente, affrettano fidanzamenti e matrimoni. «Mi sono innamorato del romanzo di Saverio Strati […] e ci sono voluti sette anni per riuscire a farne un film. La storia corre sue due binari: uno di taglio ottimista e acerbo di Filippo e della sua gioventù, l’altro un po’ drammatico, pessimista, della gente che vive di stenti, di una popolazione inerme che si scontra contro l’arroganza delle autorità. Il film […] è abbastanza politico. Non ci sono bandiere che sventolano, ma il messaggio è anche quello che deve crollare il vecchio mondo perché sulle sue ceneri possa nascerne uno nuovo. […] Mentre ho girato il film il personaggio di Filippo mi ha ricordato Pasolini se non altro per la sua capacità di dire in maniera semplice cose alte e poetiche» (Molteni).
 
ore 20.45 Incontro moderato da Graziano Marraffa con Giorgio Molteni
 
a seguire Oggetti smarriti di Giorgio Molteni (2013, 83′)
Guido è un quarantenne che pensa solo alle donne, alle macchine e alla bella vita. Una sera, mentre si sta preparando per un appuntamento con una nuova fiamma, gli piomba in casa Silvia, la sua ex moglie, che gli affida per la notte Arianna, la loro bambina. Con riluttanza, Guido cancella il suo incontro e per una volta prova a fare il padre. Poi, a un certo punto della serata, Arianna scompare… «Giorgio Molteni ha scritto il film e lo ha girato con un budget bassissimo, circa 350 mila euro. Va visto quindi con l’occhio di riguardo che si deve al raro cinema indipendente italiano. La sceneggiatura parte bene, con originalità che merita un remake. Fino a quando svolta verso il surreale, inventandosi un limbo dove vanno perdute le cose davvero importanti – come la figlia di cui il genitore non possiede nessuna foto (“non era nelle mie priorità durante il trasloco”)» (Mancuso).
 
Date di programmazione