Scuola serale di cinema italiano
21 Giugno 2013 - 21 Giugno 2013
Scuola serale di cinema italiano: un appuntamento quindicinale con l’insegnamento di storia del cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia. Gli allievi del Centro possono vedere, al Cinema Trevi, importanti film del nostro cinema, che rientrano a pieno titolo nel piano didattico del corso. L’iniziativa è naturalmente aperta anche al pubblico, che può trovarsi così nuovamente proiettato a scuola. A scuola di cinema, questa volta.
Gli stessi allievi, prima o dopo la proiezione, presenteranno o commenteranno il film proposto: un esercizio di critica storica in pubblico, che adesso fa parte integrante dell’insegnamento di storia del cinema del CSC.
ore 21.15
Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica (1971)
Regia: Damiano Damiani; soggetto: D. Damiani, Fulvio Gicca Palli; sceneggiatura: D. Damiani, Salvatore Laurani; fotografia: Claudio Ragona; scenografia e costumi: Umberto Turco; musica: Riz Ortolani; montaggio: Antonio Siciliano; interpreti: Franco Nero, Martin Balsam, Marilù Tolo, Claudio Gora, Arturo Dominici, Michele Gammino; origine: Italia; produzione: Euro International Film, Explorer Film ’58; durata: 101′
Un commissario deciso a farsi giustizia da sé si scontra con un procuratore rispettoso alla lettera della legge… «Da gran tempo il cinema ci ha abituati a questi “gialli” sostanzialmente cosmopoliti, dove i dati caratteristici del costume locale e della psicologia sono assorbiti nel meccanismo dell’intreccio e dei colpi di scena. La Confessione di Damiani conferma in questo senso l’estrema difficoltà di un film sulla mafia che sappia scrollarsi di dosso i due convenzionalismi del cinema sui gangsters e del cinema folkloristico. Se tuttavia l’opera si distingue da molte altre consimili venuteci soprattutto da oltreoceano è per l’idea contenuta nel personaggio Bonavia, parente stretto del cittadino al di sopra di ogni sospetto di Petri. […] Attraverso il caso Bonavia, raccontato con uno stile serrato e fluido e momenti agghiaccianti, il film raggiunge quindi pregevoli esiti civili, che compensano l’artificiosità della struttura e di certi comportamenti» (Grazzini).