Sapere sognare. Il cinema di Maurizio Nichetti
09 Gennaio 2014 - 10 Gennaio 2014
Probabilmente l’unico autore italiano multimediale, Maurizio Nichetti ha spaziato in qualunque territorio dell’audiovisivo, e non solo: regista, mimo, creatore di spot pubblicitari, direttore di opere liriche, corpo comico e surreale tra un Chaplin e un Keaton postmoderni, Nichetti ha sempre riflettuto sul medium con la lirica innocenza di un Georges Méliès.
Le citazioni del regista sono tratte da: Nuccio Orto, Maurizio Nichetti. Un comico, un autore, Métis, Chieti, 1990; Marco Pistoia, Maurizio Nichetti, Il Castoro Cinema, Milano, 1997; Massimo Causo e Carlo Chatrian (a cura di), Maurizio Nichetti. I film, il cinema e…, Infinity Festival – Effatà Editrice, Torino, 2005.
Rassegna a cura di Alessandra Sciamanna e Daniele Silipo
giovedì 9
ore 17.00 Ratataplan di Maurizio Nichetti (1979, 97′)
«A Milano giovane neoingegnere disoccupato, innamorato di un’allieva di scuola di ballo, si arrabatta per campare. Una dolce ragazza della porta accanto spiega che l’amore e la vita non sono poi così inagibili. Esordio di Nichetti con un film di infimo costo in cui la rinuncia all’elemento verbale è una scelta morale prima che stilistica. I suoi temi sono il lavoro, il teatro e l’amore con quello della marginalità in filigrana. I suoi giovani, smarriti tra un’integrazione difficile e un’alternativa mancata, tentano di sopravvivere (o sottovivere?), ma senza piagnistei, tra scampoli creativi, impegni precari e prestazioni sottopagate. Grande e inatteso successo di pubblico» (Morandini). «Io sono arrivato a fare Ratataplan da regista perché era quello che già facevo in ambito pubblicitario […]. Da Bozzetto mi occupavo “dal vero” e avevo partecipato a Allegro non troppo […]. Avevo anche fatto lo sceneggiatore per otto anni; avevo fatto la scuola di mimo e quindi l’attore» (Nichetti).
ore 19.00 Ho fatto splash di Maurizio Nichetti (1980, 98′)
«Ho fatto splash è una “contaminatio”: tre personaggi (le ragazze) sono realistici, uno (Maurizio) è marcatamente slapstick. Le tre ragazze e il loro ambiente forniscono una base concreta e identificabile (allo spettatore) per i funambolismi senza epoca e senza nazionalità del “marziano” arrivato da vent’anni di sonno. […] La regia di Ho fatto splash è nettamente più levigata di quella di Ratataplan. I tempi e i ritmi sono meglio calcolati, gli effetti speciali sono più efficaci» (Bendazzi). «Ho fatto splash è la favola di un bambino che si addormenta davanti alla televisione e si sveglia vent’anni dopo. La favola però s’innesta nella vita quotidiana di tre ragazze che vivono in una specie di comune per dividere le spese dell’affitto, per aiutarsi a sopravvivere lontano dalle famiglie» (Nichetti).
ore 21.00 Ladri di saponette di Maurizio Nichetti (1989, 85′)
«Con tenerezza e umorismo, Nichetti riassume i nostri ultimi quarant’anni, il loro radicale mutamento di costume: dalla retorica pauperista e “cinematografica” degli anni ’40 alla retorica opulenta e “televisiva” degli anni ’80» (Escobar). «Mi piaceva giocare con i tre livelli di realtà diversi. Il primo è quello del neorealismo, che per noi non corrisponde alla realtà ma a quel particolare tipo di film in bianco e nero, […]. Poi c’è il livello dell’iperrealismo pubblicitario, cioè di una realtà che non è tale ma che la pubblicità ci presenta come reale: un mondo dove tutto è bello, colorato […]. Infine c’è la realtà della famiglia di telespettatori, che si trova di fronte all’iperrealismo e al neorealismo e non li distingue più, se non perché uno è a colori e l’altro in bianco e nero. Quindi, nel momento in cui i personaggi cambiano status e passano da un livello all’altro, i telespettatori non capiscono più niente…» (Nichetti).
venerdì 10
ore 17.00 Volere volare di Maurizio Nichetti (1991, 95′)
A Milano, un estroso rumorista di cartoni animati, Maurizio (Nichetti), gestisce una piccola impresa di doppiaggio in società con il fratello Patrizio (Roversi), impegnato a far doppiare film porno da un gruppetto di fatue spogliarelliste. Un giorno s’incontra casualmente con Martina (Angela Finocchiaro), un’altrettanto eccentrica assistente sociale per maniaci di ogni specie. «Intelligente, spiritoso, tecnicamente perfetto, divertente, aggraziato, è un film italiano diverso da tutti» (Tornabuoni). «Volere volare è un film dove il cartone animato e il “dal vero” entrano in collisione, al punto da innamorarsi e fare l’amore, perché sono due realtà parallele che per una fortuita, felice circostanza comunicano» (Nichetti).
ore 19.00 Stefano Quantestorie di Maurizio Nichetti (1993, 86′)
«Stefano ha quarant’anni e fa il carabiniere ma potrebbe essere un professore, un musicista, un pilota o un rapinatore. Tutte le possibili scelte del protagonista convivono sullo schermo, si incastrano e collidono, si incontrano e si sfiorano. […]. Un incredibile patchwork di realtà parallele portato avanti in modo fluido e vivace tra gag da cartone animato, risvolti paradossali e invenzioni spiazzanti. Non pago, il regista milanese ne ha proposto anche due versioni interattive, una nel ’98 su CD-ROM e una nel ’98 su CD-ROM e una nel 2005 come extra del dvd […]. Di fatto, uno dei primi film interattivi prodotti in Italia» (Silipo). «Dopo Volere Volare, […] avevo voglia di fare un film nel quale non ci fosse nessun tipo d’intervento, ovvero che una volta portato in moviola fosse pronto così. Ma siccome la storia banalmente romantica non m’interessa, allora mi sono concesso, come “effetto speciale”, una sceneggiatura particolarmente elaborata e una storia complicata» (Nichetti).
ore 21.00 Incontro moderato da Flavio De Bernardinis con Maurizio Nichetti
a seguire Luna e l’altra di Maurizio Nichetti (1996, 93′)
«Storia di una donna che viene abbandonata dalla propria ombra. Succede a una proba e severa maestra elementare che dal Sud, col padre vedovo, s’è trasferita a Milano. È l’arrivo di un piccolo circo che fa scattare il fantastico sdoppiamento, leggibile anche in chiave psicanalitica: l’Es che si libera del Super Ego per vivere in modi autonomi e birichini in cerca di piacere e fantasia. Commedia deliziosamente rétro che rievoca con brioso puntiglio la Milano del 1955, mette in immagini le scene di circo senza cadere nel fellinismo e lascia il giusto spazio all’ottima Forte e alla sua doppia performance. Sottovalutato da molti critici, ignorato dal pubblico. Grolla d’oro per la sceneggiatura di Nichetti, N. Correale, L. Fischietto e S. Albé» (Morandini). «E la fase iniziata con Ladri di saponette forse si è conclusa con Luna e l’altra, dove sembrano riassunti tanti motivi stilistici e tematici dei film precedenti: la ricostruzione d’epoca, il cartoon e gli effetti speciali, una struttura narrativa piuttosto articolata e via dicendo» (Nichetti).
Ingresso gratuito