Fuocoammare è stato premiato con l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola di Lampedusa facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa, raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Da questa immersione è nato Fuocoammare. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi vent’anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
S-cambiamo il mondo. Rassegna su cinema e migrazione
10 Giugno 2016 - 12 Giugno 2016
«È urgente la necessità di analizzare, comprendere ed elaborare le possibili modalità d’incontro, che le persone attivano nel loro essere in movimento verso le terre e l’altro – per un’analisi approfondita che non riduca e limiti la dignità dell’uomo ad un numero, deprivandolo del diritto fondamentale ad essere riconosciuto e legittimato nella sua specifica identità etnica e culturale. In questo contesto il cinema appare strumento ideale per stimolare questi processi di reciproca curiosità e conoscenza che rendono possibile l’integrazione attraverso l’empatia e l’immedesimazione con/nell’altro. La rassegna, organizzata da DUN-Onlus, associazione dedicata alle cure gratuite psicologiche ai migranti, dalla rivista EIDOS cinema psyche e arti visive, in collaborazione con Cooperativa Sociale META, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, con il patrocinio di Amnesty International sez. Italiana, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Associazione Italiana di Psicologia Analitica, attraverso incontri e proiezioni di film sulla migrazione invita un pubblico multietnico a una profonda riflessione sul tema dell’uguaglianza che ci coinvolge tutti sul piano umano ed etico» (Barbara Massimilla).
venerdì 10
ore 17.00 Presentazione della rassegna con Alberto Angelini, Luigina Malatesta, Barbara Massimilla, Annamaria Sassone
Tra arte e migrazione
ore 17.30 Incontro moderato da Barbara Massimilla con Erica Battaglia, Filomeno Lopes, Sonya Orfalian, Jean Léonard Touadi
ore 18.30 Anche io ho un nome e cognome di Cinzia D’Auria e Filomeno Lopes (2015, 20′)
Partendo dall’importanza del nome nella tradizione africana, il video porta avanti una campagna di sensibilizzazione sul problema dell’immigrazione e del razzismo. In particolare, con l’aiuto della musica, pone l’attenzione sull’uso improprio di termini linguistici che contribuiscono a creare stereotipi e ad acuire le tensioni razziali.
ore 19.00 Mediterranea di Jonas Carpignano (2015, 107′)
Il film d’esordio del giovane regista italo-americano, presentato alla 54° Semaine de la Critique di Cannes 2015, si ispira alla rivolta dei braccianti africani di Rosarno nel 2010. Ayiva lascia il Burkina Faso con la speranza di trovare un lavoro per sostenere sua figlia e la famiglia d’origine in Africa. Dopo un lungo e doloroso viaggio approda in Italia e cerca di inserirsi in un paese della Calabria vivendo un clima di ostilità e tensione.
Per gentile concessione di Luxbox
ore 21.15 Incontro con Cristina Mantis e un rappresentante di Amnesty International
a seguire Redemption Song di Cristina Mantis (2015, 70′)
Nel momento più caldo delle migrazioni e degli sbarchi sulle coste europee, Cissoko, un rifugiato nordafricano, decide di tornare in patria per dissuadere i suoi fratelli a partire per un falso sogno. L’intento è allertare i suoi fratelli in Africa sui rischi dell’emigrazione, con l’obiettivo di dare un contributo ad arginare la perdita umana dell’Africa. Giunto in Guinea, inizia a fare delle proiezioni che informino la sua gente sulle precarie condizioni in cui vivono molti immigrati, spesso drammaticamente vicine alla schiavitù, e si sposta in Senegal, a Ile de Gorée, per una più forte riflessione. “Virtualmente” accompagnato nel suo viaggio da alcuni artisti che rafforzano il sound emotivo e dal ricordo di Thomas Sankara, il protagonista sollecita la sua gente verso un’emancipazione interna della propria terra, convincendoli sulla necessità della fine dei conflitti che tanto la impoveriscono e porta ad esempio i discendenti degli schiavi che vivono nei quilombi brasiliani, pacificamente uniti e fieri delle loro origini africane. Il 13 febbraio 2016, all’isola di Gorée in Senegal, si è tenuta la prima presentazione ufficiale del documentario in Africa Occidentale; è poi stato proiettato in alcuni centri della periferia di Dakar.
a seguire Performance musicale dal vivo di Moustapha Mbengue, Moussa Ndao, Emilio Spataro
sabato 11
Memorie di migrazione e attualità
ore 17.00Incontro moderato da Barbara Massimilla con Davide Albrigo, Luisa Cerqua, Marzia Mete, Stefano Rulli, Matteo Sanfilippo
ore 18.00 Lettere dal Sahara di Vittorio De Seta (2004, 123′)
Assane, un giovane senegalese musulmano, dopo la morte del padre, interrompe gli studi per emigrare in Italia. Naufraga a Lampedusa. Riesce a fuggire, raggiunge Villa Literno, vicino Napoli, dove un cugino, Makhtar, gli ha assicurato un lavoro. L’impiego si rivela precario, l’ambiente pericoloso. Raggiunge a Firenze una cugina, di madre francese, indossatrice di moda. Salimata lo ospita, potrà trovargli lavoro, metterlo in regola con i documenti. Ma Assane non può accettare il fatto che Salimata conviva con un architetto italiano perché contrario ai suoi principi religiosi. A Torino, dove non conosce nessuno, sorretto dalla fede e dalle lettere d’incoraggiamento di un suo anziano professore, affronta le dure prove della clandestinità.
ore 20.10 Incontro moderato da Barbara Massimilla con Ugoma Francisco, Nicole Janigro, Andrea Segre, Cecilia Sena Monteiro
ore 20.45 Io sono Li di Andrea Segre (2011, 102′)
Shun Li è un’immigrata cinese che lavora a Roma in una fabbrica tessile facendo molto più del necessario per pagare il suo debito e far venire suo figlio, rimasto in Cina, in Italia. Trasferita a Chioggia per fare la barista, lavora in un’osteria frequentata soprattutto da vecchi pescatori. Sorgono alcuni problemi, primo fra tutti la lingua, fortunatamente Li farà amicizia con un vecchio pescatore chiamato il Poeta, jugoslavo e immigrato in Italia da ormai 30 anni. Tra Shun Li e il pescatore nasce una relazione che è malvista da tutti, sia italiani che cinesi. Per evitare che influisca negativamente sulla possibilità che arrivi il figlio, Shun Li decide di interrompere la relazione e va a lavorare in una fabbrica import-export. Un giorno, molto prima del previsto, arriva suo figlio dalla Cina con grande gioia per la madre, che si chiede chi abbia pagato il suo debito. Il pensiero di Shun Li va all’amico pescatore di Chioggia, cerca di informarsi, ma un’amara sorpresa la attende.
ore 22.30 Mare chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti (2012, 60′)
Tra maggio 2009 e settembre 2010 oltre duemila migranti africani vennero intercettati nelle acque del Mediterraneo e respinti in Libia dalla marina e dalla polizia italiana; in seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi, infatti, le barche dei migranti venivano sistematicamente ricondotte in territorio libico, dove non esisteva alcun diritto di protezione e la polizia esercitava indisturbata varie forme di abusi e di violenze destinando tutti i clandestini alla detenzione. Nel marzo 2011, lo scoppio della guerra in Libia ha permesso la fuga dalle carceri a migliaia di migranti, tra i quali anche profughi etiopi, eritrei e somali che erano stati respinti dalle autorità italiane, trovando rifugio nel campo UNHCR di Shousha in Tunisia, dove raccontano la loro esperienza di fronte alla telecamera degli autori.
Per gentile concessione di ZaLab
domenica 12
Donna e migrazione
ore 16.30 Incontro moderato da Barbara Massimilla con Alfredo Ancora, Laura Bispuri, Cristina Comencini, Habte Weldemariam
ore 17.15 Bianco e nero di Cristina Comencini (2008, 100′)
Elena è una professionista che lavora in un’organizzazione che si occupa di Africa. Suo marito Carlo, completamente disinteressato al mondo della moglie, a una conferenza per la presentazione di una campagna di sensibilizzazione sui problemi del continente africano, conosce Nadine, la bella moglie senegalese di un collega di Elena. Tra i due nasce un amore, e alle difficoltà della relazione extra-coniugale si mescoleranno quelle di un amore inter-etnico, mettendo a nudo paure e i pregiudizi da parte di entrambe le etnie.
ore 19.00 La vergine giurata di Laura Bispuri (2015, 90′)
Hana è un’orfana albanese, vive da un montanaro sposato e con una figlia di nome Lila, coetanea di Hana. In quel contesto, la donna è costretta a seguire le rigide regole del Kanun, diritto civile attivo tra i montanari albanesi che, in mancanza di figli maschi, possono spingere una donna ad autoproclamarsi uomo, seguendo quel tipo di formazione e rinnegando tutti gli aspetti del femminile. Hana diventa Mark e condurrà una vita da uomo. Quando molti anni dopo Mark arriverà in Italia, il contatto con una cultura diversa le consentirà di ricercare la Hana sepolta.
Per gentile concessione di Vivo Film
Lampedusa: un’isola senza confini
ore 20.45 Incontro moderato da Barbara Massimilla con Stefano Carta, Massimo Germani, Alfredo Lombardozzi
ore 21.30 Fuocoammare di Gianfranco Rosi (2016, 106′)