Roberto Di Vito, un regista sui generis
02 Maggio 2013 - 02 Maggio 2013
Assistente alle riprese per due film di Nanni Moretti (Bianca e La messa è finita). Segretario di edizione del film La setta di Michele Soavi. Regista, operatore e montatore video di backstage di importanti spot pubblicitari, tra i quali tre per la Banca di Roma diretti da Federico Fellini. Lavora sui set di Phenomena, Opera e Due occhi diabolici di Dario Argento. Esordisce ufficialmente alla fine degli anni Ottanta con un cortometraggio thriller La notte del giudizio, anche se Roberto Di Vito ha cominciato a quindici anni girando una quarantina di cortometraggi in super8, alcuni di questi devono molto all’estetica autarchica del primo Nanni Moretti. Ma è con Sole (1994), vincitore del premio del pubblico al Festival di Capalbio 1995, che si delinea una cifra autoriale più precisa: «Questa volta si tratta di un thriller esistenziale, psicologico, in cui la paura si alimenta di se stessa» spiega Di Vito. «La protagonista si lascia prendere dall’angoscia in una situazione di assoluta normalità. La casa, da rifugio ovattato, da “casa dolce casa”, si trasforma a poco a poco in un luogo ostile, pieno di rumori e presenze inquietanti. Sono stati d’animo che riguardano ognuno di noi, anche in età adulta. Quante volte, di notte, ci svegliamo improvvisamente con la sensazione che qualcuno sia entrato nella nostra camera da letto?». Ma se qualcuno ha voluto etichettare l’allora trentatreenne come uno dei nuovi cineasti horror, si è sbagliato di grosso. A Di Vito interessano gli spazi, i luoghi, gli stessi corpi attoriali che tendono all’astrazione. «Astrazione non vuol dire però sperimentazione estraniante, concettuale e noiosa. Io punto all’opposto, vorrei commuovere, emozionare e far sognare non partendo solo dalla storia o da quello che si dice ma anche da quello che non si dice. Da questo punto di vista, l’ambizione espressiva è alta: arrivare al cinema “commerciabile” ma puro, senza un grande intreccio narrativo». Il cortometraggio successivo, forse il capolavoro del regista, Ai confini della città, è un amaro apologo di una civiltà e di più generazioni allo sbando, all’interno di una Roma inedita, completamente svuotata, pronta alla desertificazione, molto vicina ai paesaggi apocalittici di Ciprì e Maresco.Vincitore di svariati premi, tra i quali il Globo d’Oro nel 1998, segna anche il passaggio verso un approfondimento di tematiche sempre più personali: l’attenzione verso gli ultimi, condito da un realismo magico ambientato in luoghi mai banali, dal corto comico, interpretato da Stefano Masciarelli, Il parco (2000), all’astratto Righe (2001) e all’intenso L’angelo (2004). Per arrivare poi all’agognato esordio al lungometraggio Bianco, rielaborazione dell’omonimo cortometraggio del 2001, summa del cinema corto del regista con echi polanskiani e antonioniani. Dopo aver partecipato al Fantafestival e Bari International Film Festival 2011, arriva finalmente in dvd, distribuito da CG Home Video. «Non è facile imbattersi nel panorama asfittico delle opere prime, molte delle quali terribilmente omologate, in un film come quello di Roberto Di Vito, così attento ai valori plastici e figurativi della composizione, della messa in quadro geometrica e rigorosa di ossessioni visive ed esistenziali, tali da renderlo, al di là del pretesto narrativo, particolarmente adatto ad esplorare i territori del fantastico, da decenni assai poco proficuamente praticati nel cinema italiano» (Anton Giulio Mancino).
ore 17.00
Opera (1987)
Regia: Dario Argento; soggetto: D. Argento; sceneggiatura: D. Argento, Franco Ferrini; fotografia: Ronny Taylor; scenografia: Davide Bassan; costumi: Enrica Barbano, Francesca Lia Morandini; musica: Claudio Simonetti, Brian Eno; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Cristina Marsillach, Ian Charleson, Urbano Barberini, Antonella Vitale, Daria Nicolodi, William McNamara; origine: Italia; produzione: A.D.C. produzioni cinematografiche e televisive, Cecchi Gori Group-Tiger Cinematografica, Rai Radiotelevisione Italiana; durata: 106′
Una giovane cantante lirica è chiamata a sostituire la protagonista nella messa in scena del Macbeth di Giuseppe Verdi al Teatro Regio di Parma. Dal giorno della prima , però, cominceranno degli orribili e inspiegabili omicidi, ai quali la giovane è obbligata ad assistere. «La costrizione scopica, la condanna-coazione a guardare è un passo notevole in avanti rispetto alla semplice pulsione di alcuni film precedenti» (Pugliese).
ore 19.00
La notte del giudizio di Roberto Di Vito (1989, 16′)
a seguire Sole di Roberto Di Vito (1994, 14′)
a seguire Ai confini della città di Roberto Di Vito (1998, 34′)
a seguire Il parco di Roberto Di Vito (2000, 18′)
a seguire Righe di Roberto Di Vito (2001, 6′)
a seguire Bianco di Roberto Di Vito (2001, 2′)
a seguire L’angelo di Roberto Di Vito (2004, 14′)
Ingresso gratuito
ore 21.00
Incontro con Roberto Di Vito
Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcuni cortometraggi in super8 del regista
a seguireFrammenti del lungometraggio Bianco di Roberto Di Vito (2011, 10′)
a seguire Curve di Roberto Di Vito(2001, 6′)
a seguire Amore al verde di Roberto Di Vito(2003, 3′)
a seguire Fuori campo di Roberto Di Vito (2000, 2′)
a seguire Segnali di Roberto Di Vito (1999, 30″)
a seguire L’invito di Roberto Di Vito (2000, 3′)
Ingresso gratuito