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Ricordando Giulio Petroni
31 Ottobre 2017 - 31 Ottobre 2017
Vale la pena recuperare quanto si scrisse nel 2010 in un omaggio al regista, sempre al Cinema Trevi: «Con la morte di Giulio Petroni il cinema e il mondo della cultura perdono un personaggio controcorrente, non allineato sulle posizioni dominanti, che negli ultimi anni della sua vita si è divertito a sparare invettive in ogni direzione, non preoccupandosi minimamente di inimicarsi qualcuno, tanto ormai non aveva più nulla da perdere. Sembrava aver perso tutto Petroni, tranne la lucidità e la voglia di denunciare con la sua penna affilata, con la quale firmava (e editava con la sua casa editrice, Dalia), arroventati pamphlet (Le ceneri del cinema italiano, Le ceneri del cinema italiano: tragico aggiornamento, Sgarbo a Sgarbi e la sua band, Trash), oltre a rinverdire la sua vena letteraria (aveva esordito con La città calda nel 1961 per Feltrinelli, seguito da Il rivale per Marsilio e da una serie di romanzi targati Dalia: Le speranze e gli inganni, Il rancore, La quadrupla verità, Lore Blum, La strega di Colobraro). Un cecchino, l’ha definito Giampiero Mughini, in un celebre articolo su Panorama, dal titolo emblematico: Intellettuali, vi sparo a raffica. “Il fatto è che quasi tutti noi, quando scriviamo, qualche tabù lo abbiamo. Può essere l’amico di gioventù, o il fratello della fidanzata, o il sodale dell’avventura intellettuale di un tempo, o il coautore della casa editrice che ti versa i diritti. Ognuno di noi, anche se ben disposto a menare le mani, a qualcuno lo risparmia o di qualcuno tace. Petroni no”. Non faceva sconti Petroni, a nessuno, nemmeno a se stesso. Dopo avergli dedicato una retrospettiva in tempi non sospetti, nel 2005, prima della rivalutazione tarantiniana (grazie a Kill Bill) e veneziana (con la proiezione di Tepepa nel 2007), lo ricordiamo con tre grandi film [il programma prevedeva allora Da uomo a uomo, La notte dei serpenti e Tepepa, n.d.r.], per i quali, come ha scritto Marco Giusti dopo la morte, “non c’è fan del cinema western che oggi non l’abbia omaggiato a dovere in tutto il mondo. Di questo sarebbe stato contento. Viva Petroni!”. Nella speranza che qualche studioso raccolga la sfida lanciata in vita dal regista e scrittore e approfondisca una filmografia che, da Ceylon (fu direttore del Dipartimento Cinematografico nel dopoguerra e vi girò due cortometraggi) a Cinecittà, dalla commedia (La cento chilometri, I piaceri dello scapolo, Una domenica d’estate, I soliti rapinatori a Milano) al western, ha abbattuto i confini cari al nostro cinema, a cominciare dalla dicotomia genere-autorialità».
 
ore 17.30 La notte dei serpenti di Giulio Petroni (1969, 108′)
«Rarissimo western violento di Petroni, che vede protagonista lo scucchione Luke Askew, curioso attore e cantante americano, qui nella sua unica apparizione in Italia, ancora fresco di Will Penny e di Easy Rider, ma anche di hippy-movies subcormaniani. […] Askew interpreta un ubriacone, un cowboy finito perché si considera l’artefice della morte di suo figlio, che viene assoldato da una banda di balordi, un sindaco, un oste, una prostituta e un sacrestano, per far secco un orfanello che ha ereditato diecimila dollari […]. Di gran culto, anche se Petroni non ne vuole quasi parlare, lo considera un film minore, poco riuscito. Carlo Aguilar lo vede invece come il miglior film del regista, e “uno dei più strani spaghetti western, che propone una storia di autoredenzione quasi degna di Lord Jim“» (Giusti).
 
ore 19.30 Presentazione di Eugenio Ercolani
 
a seguire Crescete e moltiplicatevi di Giulio Petroni (1973, 105′)
Vizi privati e pubbliche virtù di un paesino della provincia (molto bigotta) del Veneto. Il proprietario di una ditta di forniture sacre scatena una moltitudine di sotterfugi, tradimenti, per i suoi interessi commerciali. Risultato: qualche matrimonio riparatore e figli frutto di adulteri. Commedia graffiante, impietosa nel rappresentare l’ipocrisia di un’Italia non molto dissimile dall’attuale, dove il riso nasce da una constatazione rassegnata e amara del fatto che nessuno è integro e tutti ricattabili.
 
 
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