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Regali di compleanno. Ricordo di Fabrizio Ruggirello
22 Novembre 2014 - 22 Novembre 2014
«Se è vero che siamo tutti come candele, ce ne sono certe che ardono e si consumano più in fretta delle altre: emettendo una luce più intensa, desiderando più aria di quella che basta e avanza alla maggior parte di noi. Così è stato per Fabrizio Ruggirello, regista e sceneggiatore fra i più dotati della sua generazione, che se ne è andato poche notti fa, senza nemmeno accorgersene, a cinquant’anni appena compiuti. Giovanissimo, Fabrizio aveva esordito con un film ambientato in Guatemala, America: un’opera dal respiro epico e politico davvero insolito nel nostro cinema. Sembrava il primo mattone di una carriera che lo avrebbe portato lontano. Ma lo spirito di Fabrizio era quello di un vero anarchico, del tutto incapace di subire passivamente i compromessi e le snervanti mediazioni psicologiche che esige il cinema, considerato come un lavoro collettivo e una forma di potere. L’indipendenza necessaria a coltivare i suoi sogni se la conquistò, senza lagnarsi, accettando lavori più umili, come i tanti spot pubblicitari realizzati nel corso degli anni. Amava molto i libri, e considerava una vita passata senza leggere qualcosa di assurdo, una privazione di libertà intollerabile. La scintilla di tanti suoi progetti scoccava dopo una lettura che lo conquistava, diventando per lui una specie di felice ossessione […]. Per gli amici che sono cresciuti assieme a lui, era sempre un’esperienza sbalorditiva ascoltare Fabrizio che raccontava questi film come se fossero già stati girati. Era un cinema mentale che si svolgeva nello schermo delle nostre teste, a notte fonda, con tutti i suoi fotogrammi corrosi dall’inesistenza, ma capaci di provocare sorprese e intuizioni imprevedibili. Mi si potrebbe fare osservare che alla fine dei conti vale solo ciò che viene realizzato; io non ne sono così sicuro. Fatto sta che ricordo i film di Fabrizio molto più della stragrande maggioranza di quelli che ho visto al cinema. […] Chi ha avuto la fortuna di spartire con Fabrizio il tempo e il piacere di esistere, ricorderà la sua vita non come qualcosa di tragicamente interrotto, ma come una vera opera d’arte: impossibile, vale a dire, da immaginare diversa da quello che è stata» (Emanuele Trevi, «Corriere della Sera», 19 dicembre 2013).
 
ore 17.00 Anime nere di Francesco Munzi (2014, 103′)
«È un film straordinario per forza emotiva e coerenza narrativa, specie di tragedia elisabettiana ambientata nella parte più cupa della Calabria, dove il destino che incombe su una famiglia finisce per chiedere il suo inevitabile tributo di sangue. Ma è insieme un ritratto finissimo e preciso di un modo di vivere che sembra sfidare i secoli e le leggi, ancorato a vecchie tradizioni e usanze immodificabili che aggiunge al dramma un altro e più concreto livello di lettura, quasi da antropologia dei costumi. Un incontro raro, tra storia e contesto, tra forza della finzione e concretezza del reale, che fa del film una splendida riuscita […]. Munzi, che ha firmato la sceneggiatura con Fabrizio Ruggirello (scomparso recentemente: a lui è dedicato il film) e Maurizio Braucci, mette in scena la storia con una linearità “classica”, attento alle psicologie così come ai colpi di scena, per delineare coi caratteri dei fratelli tre modi diversi di vivere l’inevitabile modernizzazione della Calabria» (Mereghetti). Dal romanzo omonimo di Giocchino Criaco, con Marco Leonardo, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane e Barbora Bobulova.
 
ore 19.00 Le radici del cielo. Rossellini visto dal basso di Giuseppe Bertucci (2006, 40′)
Questo documentario raccoglie le testimonianze dei tecnici e delle maestranze che nel corso degli anni hanno lavorato con Roberto Rossellini. Montato dall’autore insieme a Fabrizio Ruggirello, che lo ha prodotto con la sua società Ruggifilm.
Ingresso gratuito
 
a seguire Questo è il mio mestiere di Fabrizio Ruggirello (2006, 9′)
Tratto dal racconto omonimo di Marco Lodoli. Un albergo che si affaccia sul mare invernale e un investigatore privato incaricato di spiare una coppia di amanti: sono questi gli elementi di partenza per un cortometraggio di atmosfera surreale e noir. L’investigatore nasconde sulla porta della stanza un radio-microfono che ha la forma di una mosca, capace di registrare voci lontanissime. Là dove realtà e immaginazione si confondono, l’investigatore troverà il vero senso del suo incarico.
Ingresso gratuito
 
a seguire Lu’ non fa miracoli di Fabrizio Ruggirello (2006, 20′)
Un ragazzo inseguito da una coppia di rapinatori, una novizia in crisi mistica che si prepara a entrare in convento e un vecchio barbone intrecciano le loro esistenze sullo sfondo di una Roma metropolitana. Il caso muove i protagonisti facendo incrociare e mutare il destino di ciascuno, in un puzzle di situazioni. Prodotto da Philippe Dugay per Full Moon Films. PremioMiglior corto italiano” e premio Kodak al Rome Indipendent Film Festival.
Ingresso gratuito
 
a seguire Regalo di compleanno di Christian Bisceglia, Fabrizio Ruggirello (2004, 7′)
Filippo, disoccupato e apparentemente innocuo padre di famiglia, cerca di essere ammesso in un clan mafioso, ma il fatto che non parla il dialetto siciliano sembra essere un grosso ostacolo. Al tempo stesso l’uomo cerca di convincere il proprio figlio a impegnarsi di più a scuola perché “studiare serve a fare carriera”. Selezionato fra i cinque migliori cortometraggi per il Nastro d’argento e menzione speciale al 50° festival di Taormina.
Ingresso gratuito
 
ore 20.30 Brani dallo spettacolo teatrale Qualcosa di scritto di Fabrizio Ruggirello e Emanuele Trevi
La lettura di Petrolio,  il manoscritto incompiuto di Pier Paolo Pasolini, è lo spunto per approfondire il percorso artistico dello scrittore e regista friulano. Qualcosa di scritto mostra agli spettatori video e filmati mentre in scena si avvicendano musiche e parole. Movimenti scenici, intuizioni, immagini ed evocazioni come piani diversi per un viaggio che ruota attorno al corpus di Petrolio.
Ingresso gratuito
 
ore 21.00 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Niccolò Ammaniti, Marco Lodoli, Mario Martone, Giulia MerendaFrancesco Munzi 
 
a seguire America di Fabrizio Ruggirello (1994, 82′)
È il 12 ottobre 1992: un indio, Gaspar, esce dal carcere di Guatemala City. Dopo tanti anni di prigione, torna alla sua baracca ma non vi trova più la sua compagna. Alcuni vicini gli raccontano dell’esistenza di un figlio, che è stato affidato ad un orfanotrofio. Gaspar riesce a trovarlo e insieme a lui inizia un viaggio alla ricerca della donna scomparsa. Sulla loro strada incontrano persone diverse, da un fabbricante di bare a un guerrigliero, da un governatore corrotto a uno spietato proprietario terriero.  Julian Sands è il prete missionario che cerca di difendere con tutti i mezzi i diritti degli indios. Girato in Guatemala, in condizioni estreme e con l’aiuto di attori e maestranze locali, è stato premiato al World Conference of Human Rights a Vienna con la presenza del Premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú. Soggetto e sceneggiatura di Fabrizio Ruggirello e Giulia Merenda. Liberamente tratto dal romanzo del premio Nobel per la letteratura Miguel Ángel Asturias Uomini di mais.
Ingresso gratuito
Date di programmazione