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Paola Pitagora tra tradizione e contestazione
26 Febbraio 2015 - 28 Febbraio 2015
«Cominciavo a realizzare che, senza l’ombra di una raccomandazione, la Rai puntava su me e Nino Castelnuovo come protagonisti. Mi trovavo in mezzo a una dicotomia nella mia professione e nell’immagine: I pugni in tasca, eversiva opera presessantottina e Manzoni, lo scrittore cattolico croce di tutti gli studenti». Così scriveva Paola Pitagora nel suo magnifico memoir autobiografico Fiato d’artista. Dieci anni a Piazza del Popolo (Sellerio, 2001), descrivendo il suo stato d’animo alla notizia che era stata scelta a incarnare l’ormai leggendaria Lucia Mondella nel più atteso sceneggiato italiano, I promessi sposi. Paola Pitagora è l’antidiva per eccellenza. Il suo tratto distintivo è l’eclettismo, come le (poche) vere attrici a 360 gradi. Paola si è dimostrata inoltre un’ottima scrittrice, testimone sensibile e attenta del proprio tempo (in primis, degli artisti della Scuola Romana). Anche in televisione, come in teatro, ha dimostrato di essere un’artista “trasversale” di tutto rispetto: da A come Andromeda a Incantesimo.
Rassegna in collaborazione con Rai Teche
 
giovedì 26
ore 17.00 Il caso Lafarge di Marco Leto (1973, 222′)
La giovane e bella Madame Lafarge (Paola Pitagora), neo sposa del conte Lafarge (Cesare Barbetti), è disprezzata dalla suocera (Evi Maltagliati) e dalla cognata (Claudia Caminito), che sono le prime ad accusarla di omicidio quando, dopo una lunga malattia, Charles muore e sono rinvenute nel suo corpo tracce di arsenico. Marie Cappelle Lafarge (Paola Pitagora) è così imputata in un processo di grande risonanza sull’opinione pubblica, pieno di colpi di scena.
Per gentile concessione di Rai Teche
 
ore 21.00 Incontro moderato da Andrea Schiavi con Marco Bellocchio, Angelo Guglielmi, Paola Pitagora
 
diversamente da quanto precedentemente indicato:
a seguire Guido Gozzano di Gianni Casalino (1983, 50′)
Sceneggiato con Roberto Herlitzka e Paola Pitagora sul celebre poeta crepuscolare piemontese.
Per gentile concessione di Rai Teche – Ingresso gratuito
 
venerdì 27
ore 17.00 I promessi sposi di Sandro Bolchi (1967, prima puntata, 67′)
«Venni chiamata dalla Rai a fare il provino, mentre ero ancora in scena al Sistina, con Ciao Rudy, con la testa piena delle musiche scatenate di Armando Trovaioli. Mi sentivo talmente lontana dal ruolo di Lucia Mondella, che avrebbe inevitabilmente segnato un’identificazione con l’attrice che l’avrebbe interpretata, da presentarmi al provino scettica e un po’ in antitesi alla Lucia che immaginavo. […] Quando mi comunicarono che avrei interpretato quella parte, restai attonita, corsi in teatro nel camerino di Paola Borboni, e le chiesi un parere: “Bacia la Madonna!” mi ordinò porgendomi una medaglietta che portava al collo, “Hai una palla di fuoco tra le mani, giocatela bene”» (Pitagora).
Per gentile concessione di Rai Teche – Ingresso gratuito
 
ore 18.15 Guido Gozzano di Gianni Casalino (1983, 50′)
Sceneggiato con Roberto Herlitzka e Paola Pitagora sul celebre poeta crepuscolare piemontese.
Per gentile concessione di Rai Teche – Ingresso gratuito
 
ore 19.15 Tenderly di Franco Brusati (1968, 99′)
«Jolanda e Franco, divisi da una cronica incomprensione, si rivedono ogni tanto finché decidono di sposarsi. All’ultimo minuto lei cambia idea. Si ritrovano anni dopo. F. Brusati resuscita la commedia sofisticata americana, aggiornandola alla società italiana degli ultimi anni ’60» (Morandini). Con Virna Lisi ,George Segal e Paola Pitagora.
Ingresso gratuito
 
ore 21.00 Fermate il mondo… voglio scendere! di Giancarlo Cobelli(1968, 90′)
La fantasia al potere. Alcuni giovani contestatori vivono in un surreale appartamento. Uno di loro tenta con successo la strada della televisione, venendo stritolato dagli ingranaggi del potere. Il poliedrico talento di Cobelli, le musiche di Piccioni, la fotografia di Dario Di Palma, il montaggio di Franco Arcalli, un inedito Buzzanca e un’incredibile Paola Pitagora per uno dei più bizzarri esordi del cinema italiano.
 
sabato 28
ore 17.00 Senza sapere niente di lei di Luigi Comencini (1969, 97′)
Maria Mancuso, anziana madre di cinque figli, muore improvvisamente poche ore prima della scadenza della seconda rata di una sua altissima assicurazione sulla vita. Uno dei funzionari della compagnia assicuratrice, il giovane avvocato Nanni Brà, si assume il compito di indagare su quella morte piuttosto misteriosa e a tal fine si mette in contatto con i figli della scomparsa, a cominciare dalla bella Cinzia, della quale non esita a diventare l’amante pur di ottenere qualche utile informazione. A poco a poco, però, un amore autentico si sostituisce alla finzione e Nanni rivela lealmente alla ragazza le vere ragioni per le quali all’inizio aveva cercato la sua compagnia. «Sul filo assai delicato di un intreccio “giallo” […] sono contemporaneamente in ballo la verità sulla morte di un’anziana signora e la verità di un amore. […] Anche in questo caso bisogna dire che Comencini se l’è cavata in modo senz’altro egregio, con il merito, oltre tutto, di aver saputo guidare Paola Pitagora in un’eccellente interpretazione, ora di cuore ora di testa, ambigua cioè come appunto la parte comporta» (Meccoli). Nastro d’argento a Paola Pitagora come miglior attrice protagonista.
 
ore 19.00 I pugni in tasca di Marco Bellocchio (1965, 109′)
«Mi era stato recapitato un copione, una sceneggiatura che alla prima lettura pareva sconcertante, una cupa storia di famiglia ambientata in provincia, con particolari horror. L’autore era un esordiente che ne avrebbe curato anche la regia, Marco Bellocchio. Era un film a bassissimo costo, solo un rimborso spese per il periodo di lavorazione che avveniva a Bobbio […]; ero indecisa se accettare, il bisogno pecuniario era sempre cronico, stavo per scegliere una commedia per la televisione […]. Renato [Mambor, n.d.r.] volle leggere quel copione, titolo provvisorio Igiene famigliare poi divenuto I pugni in tasca, e mi disse con aria noncurante: “Ho l’impressione che sia una storia più interessante di quello che sembra”. […] Bellocchio sul set aveva una sicurezza inaspettata, sapeva quello che voleva e dirigeva gli attori con la gioia e l’urgenza di un bambino che organizza il gioco sospirato. […] Non immaginavo, e penso nessuno di noi avvertisse che I pugni in tasca avrebbe avuto un effetto dirompente nel cinema italiano, addirittura anticipatore della rivolta studentesca del ’68» (Pitagora).
 
ore 21.00 Tutti gli anni, una volta l’anno di Gianfrancesco Lazotti (1994, 88′)
«Un film-commedia dal retrogusto amaro, scandito a lungo da dialoghi spiritosissimi, che riesce ad amputarsi della solita griffe giovanottistica. Con un taglio tutto teatrale, ma non in senso provincial-claustrofobico bensì all’americana, alla Neil Simon, si racconta di una rimpatriata tra vecchi amici […]che danno vita ad un concerto di sconfitte e rimpianti, meschinità e buffonerie, velleità ed incoscienze che sarebbe riduttivo definire senile. […] Ma resta la sostanza di uno spettacolo insolito, di gran ritmo, penetrante senza risultare didascalico, ammiccante senza risultare volgare, che gestisce un cast di esemplari professionisti, molti dei quali incredibilmente dimenticati o trascurati dal nostro cinema» (Caprara). Con Giorgio Albertazzi, Paolo Bonacelli, Lando Buzzanca, Paolo Ferrari, Vittorio Gassman, Paola Pitagora, Giovanna Ralli, Jean Rochefort.
 
 
 
Date di programmazione