Omaggio ad Antonio Appierto
12 Marzo 2013 - 12 Marzo 2013
«Laureatosi in ingegneria elettronica, Appierto ha frequentato il corso di fonica del Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si è diplomato nel 1951. Lunghissima e prestigiosa è stata la sua attività presso il Centro Sperimentale: già a partire dal 1954 ha insegnato Tecnica del suono e Sensitometria, mantenendo tali cattedre fino al momento della scomparsa. Dagli anni Settanta e fino ai tempi più recenti ha ricoperto anche l’incarico di Cooordinatore del corso di Tecnica del suono, corso dove si sono formati alcuni tra i migliori, e più richiesti, fonici di presa diretta della nuova generazione. Ha lavorato allo stabilimento di sviluppo e stampa dell’Istituto Luce, di cui è stato Direttore Tecnico fino agli anni Settanta; in tale ambito ha curato l’edizione e la stampa – tra il 1957 e il 1976 – dei più importanti film italiani, avviando lo sviluppo della pellicola a colori e progettando e costruendo le sviluppatrici per il colore. Dal 1965 al 1972 è stato responsabile dell’assistenza tecnica delle pellicole cinematografiche alla 3M Italia. È stato anche docente di Tecnologia cinematografica all’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione “Roberto Rossellini” di Roma fino al momento del pensionamento, nel 1995. Fin dal 1950 è stato socio della SMPTE Italia (Society of Motion Picture and Television Engineers). È stato componente e ha presieduto numerose commissioni del Ministero del Turismo e dello Spettacolo; ha collaborato costantemente con la Formazione e Selezione Personale della Rai, tenendo e curando corsi di formazione per molte categorie di lavoratori tecnici. Nel 1995 è stato tra i 100 artisti e tecnici del cinema italiano insigniti del titolo di Commendatore della Repubblica per aver contribuito all’affermazione e allo sviluppo del cinema italiano nel mondo. Nel 1949 è stato tra i fondatori dell’ATIC, della quale – nel corso di vari decenni – è stato eletto ripetutamente Presidente.
Non aveva un carattere facile, Tonino: era incapace di compromessi e seguiva coerentemente la sua linea, anche contro tutti. Il suo apporto allo sviluppo tecnologico del cinema italiano ha pochi eguali» (Alfredo Baldi).
ore 21.00
Il martirio (1984)
Regia: Alberto Taraglio; soggetto e sceneggiatura: A. Taraglio, Luca Benedetti; fotografia: Fabio Zamarion; scenografia: Michele Della Cioppa, Marta Maffucci; costumi: Luigi Bonanno; montaggio: Luca Benedetti; interpreti: Enrico Soci, Piero D’Onofrio, Francesca Giordani, Monica Rametta, Pierpaolo Trezzini, Antonio Appierto; origine: Italia; produzione: Csc; durata: 17′
Si tratta di un metafilm comico, caratteristiche entrambe infrequenti nei saggi del CSC. In uno studio televisivo vengono intervistati in diretta, con un tono a volte frivolo, a volte seriosamente imbarazzante, alcuni giovani cineasti. Un giovane che segue la trasmissione nel suo squallido appartamento prende una pistola, esce di casa, arriva nello studio e, sotto la minaccia dell’arma, fa trasmettere dai tecnici il suo film. È un film di diploma del Centro che il ragazzo, diplomatosi a pieni voti, ha realizzato sei anni prima, ma non è riuscito a far vedere ancora a nessuno, nonostante le grandi lodi ricevute. Assistiamo quindi alla proiezione, con un imprevedibile finale. Antonio Appierto, unico anziano tra i giovani in studio, è il produttore Achille Conocchia.
Ingresso gratuito
a seguire
Incontro moderato da Alfredo Baldi con parenti, amici, allievi e colleghi di Antonio Appierto
a seguire
Porte aperte (1990)
Regia: Gianni Amelio; soggetto: dal libro omonimo di Leonardo Sciascia; sceneggiatura: Gianni Amelio, Vincenzo Cerami, con la collaborazione di Alessandro Sermoneta; fotografia: Tonino Nardi; scenografia: Franco Velchi, Amedeo Fago; costumi: Gianna Gissi; musica: Franco Piersanti; montaggio: Simona Paggi; interpreti: Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Renzo Giovampietro, Tuccio Musumeci, Silverio Blasi; origine: Italia; produzione: Erre Produzioni, Istituto Luce, Urania Film, in collaborazione con Rai; durata: 112′
«L’inizio è folgorante. Tre delitti in sequenza, messi in scena con pudore eppure carichi di violenza come nella miglior lezione della “freddezza” hitchcokiana. Due delitti in cui il gesto omicida è coperto dal corpo dell’assassino, quindi uno stupro in campo lunghissimo. Amelio non mostra i cadaveri, non indugia sui corpi. Preferisce, appunto, “raffreddare”. E concentrare poi la narrazione sulla violenza densa e compatta, ma – per così dire – impalpabile, che permea di sé i meccanismi inquisitori e i procedimenti giudiziari. Perché Porte aperte è una lettura dostoevskiana del tema del delitto e del castigo e, insieme, un amaro omaggio al coraggio della ragione, contro ogni conformismo etico e mentale. Se la sua civilissima perorazione contro la pena di morte ha la forza persuasiva di certi capolavori del passato (Furia di Fritz Lang, ad esempio), è poi soprattutto la razionalità pessimista con cui mette in scena la mostruosità dell’obbedienza e del consenso di massa che avvince e sconvolge» (Canova). «Il tema del film è in realtà anche questo: come si può essere fuorilegge all’interno di un sistema che invece la legge dovrebbe non solo applicarla ma viverla, come si scavalca la legge scritta per appellarsi a un tipo di morale che va al di là e al di sopra del codice. C’è un attacco al montaggio anche “ingenuo” in questo senso: Volonté che ha tra le mani il libro di Dostoevskij e a stacco il Presidente della giuria che porge ai giurati il codice penale. La giustizia vera sta in Dostoevskij forse e non nel codice penale che si deve far rispettare» (Amelio).
Ingresso gratuito
mercoledì 13
ore 17.00
Panni sporchi (1999)
Regia: Mario Monicelli; soggetto e sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Mario Monicelli; fotografia: Stefano Coletta; scenografia: Franco Velchi; costumi: Carlo Diappi; musica: Luis Enrique Bacalov; montaggio: Bruno Sarandrea, Marco Mauti; interpreti: Mariangela Melato, Paolo Bonacelli, Marina Confalone, Alessandro Haber, Benedetta Mazzini, Ornella Muti; origine: Italia; produzione: Clemi Cinematografica; durata: 113′
La famiglia Razzi da due generazioni gestisce un’azienda che produce una caramella digestiva alla cicoria, creata dal nonno farmacista. La gestione di Furio, genero del capofamiglia Razzi, è da quest’ultimo osteggiata e l’azienda è data in mano al nipote Camillo, che però si rivela un incapace. Da qui le dinamiche malate dei rapporti familiari non potranno che venire a galla. «Arrivato in buona salute alla bella età di 84 anni e con oltre mezzo secolo di carriera alle spalle, Monicelli continua a gettare il proprio occhio acuto e lucido sull’Italia contemporanea, anzi sulla famiglia italiana di questa fine Millennio: microcosmo dove vengono a galla tutte le contraddizioni, le frizioni, le incomprensioni di un tessuto sociale troppo spesso spezzettato e privo di punti di contatto» (Segnalazioni cinematografiche).
ore 19.00
Vieni via con me (2005)
Regia: Carlo Ventura; soggetto: C. Ventura, Francesco Castellani; sceneggiatura: C. Ventura; fotografia: Vania Cernjul, Carlo Ventura; scenografia: Matteo De Cosmo; costumi: Giuseppe Avallone; musica: Enzo Gragnaniello; montaggio: Simona Paggi; interpreti: Mariangela Melato, Enrico Lucci, Dino Nole, Marta Monelli, Vincenzo Scalise, Daniele Passero; origine: Italia; produzione: R&C Produzioni; durata: 94′
A Utica, cittadina nello Stato di New York abitata per lo più da italo-americani, vive Maria con il più piccolo dei suoi figli Santino. Maria pensa di riuscire a tenere Santino lontano dalla cattiva strada, anche se gli altri due figli cercano di aprirle gli occhi sulle attività del fratello e il defunto marito le appare di notte per criticarla. Quando arriva Giovanni, un vecchio amico di famiglia, sembra possibile un cambiamento nella vita di Maria e Santino.
ore 21.00
Lo chiameremo Andrea (1972)
Regia: Vittorio De Sica; soggetto e sceneggiatura: Cesare Zavattini; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia e costumi: Giancarlo Bartolini Salimbeni; musica: Manuel De Sica; montaggio: Adriana Novelli; interpreti: Nino Manfredi, Mariangela Melato, Isa Miranda, Esmeralda Ruspoli, Maria Pia Casilio, Sandro Dori, Pietro Tordi; origine: Italia; produzione: Verona Produzione; durata: 104′
Paolo e Maria sono due insegnanti nella stessa scuola elementare e stanno insieme da tanto. Pur volendoli non riescono ad avere figli. Maria dà la colpa a Paolo ma dopo una visita si scopre che è lei ad avere dei problemi. Un dottore le consiglia riposo e aria buona. Maria pensa di sapere qual è il momento migliore per rimanere incinta e costringe Paolo a degli incontri nei luoghi e momenti più strani. Tanto grande è il desiderio che Maria ha una gravidanza immaginaria. Questa delusione la porta a chiedere aiuto a una chiromante. «Però quello che rende il film amabilissimo, anche al di là dei suoi meriti, è la pulizia di fondo. De Sica sorretto dal soggetto e dalla sceneggiatura civilissimi di Zavattini, conferma che la discrezione è una moneta che si può spendere non meno fruttuosamente della volgarità» (Castellano).