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Omaggio a George A. Romero e a Tobe Hooper
11 Ottobre 2017 - 11 Ottobre 2017
Come in un’ipotetica dissolvenza in nero si sono spenti quest’anno due maestri che hanno rivoluzionato l’horror statunitense e non solo: George A. Romero, il padre degli zombi cinematografici, se ne è andato domenica notte 17 luglio a Toronto, in Canada; il secondo, Tobe Hooper, l’acclamato regista del film culto Non aprite quella porta (1974) è deceduto a Los Angeles il 26 agosto. Per chi è stato un adolescente negli anni Ottanta le visioni orrorifiche di questi due Maestri – senza dimenticare il mai troppo compianto Wes Craven, anche lui recentemente scomparso – facevano drizzare i capelli cosparsi di gelatina di noi poveri spettatori, ma al contempo, come nell’antica tradizione della cinefila, ci stimolavano a superare le nostre paure e i nostri complessi. E in fondo, col senno di poi, questi mostri proiettati sullo schermo non erano poi così repellenti come la cosiddetta società dei normali al di fuori delle sale cinematografiche. O, come ebbe a dire Romero: «In una società consumistica noi, come loro (i morti viventi), finiamo per comportarci in modo simile, come fossimo eterodiretti all’acquisto di cose e merci, senza controllo». 
 
ore 17.00 Il giorno degli zombi di George A. Romero (1985, 101′)
«In una sagace miscela di horror e fantascienza, Romero fa nascere la paura dalla realtà e dalle ossessioni contemporanee e ha composto in tre capitoli una saga inquietante e atroce sull’America violenta. Anche qui i viventi sono spesso peggiori dei morti. Vero seguito, non ripetizione o ricalco, Il giorno degli zombi è sotto il segno della riflessione. (“Quale spiegazione? È una punizione di Dio, una maledizione per farci vedere com’è fatto l’inferno”). Se si esclude la parte finale che è una tregenda di macelleria repellente, esasperata e visionaria, il film evita i momenti forti del Grand Guignol: l’orrore è più suggerito che mostrato. Fin dalla fulminea e straordinaria sequenza che precede i titoli (due minuti d’antologia), Romero ricorre alla dimensione onirica. Come in passato, l’azione è concentrata in uno spazio chiuso. In Zombi è un supermercato di lusso, qui è un gigantesco e labirintico bunker sotterraneo dov’è assediato un gruppetto di superstiti: tre scienziati tra i quali Sarah, la vera protagonista della storia, due tecnici di colore e un manipolo di militari. […] Nel 1978 Zombi fu vietato ai minori di 18 anni; per Il giorno degliZombi, il divieto è stato abbassato ai 14 anni. Come cerca di dimostrare il processo in corso per recuperare Ultimo tango a Parigi, aggirando lo scoglio della Cassazione, il comune senso del pudore è un fenomeno in evoluzione» (Morandini).
 
ore 19.00 Creepshow di George A. Romero (1982, 120′)
«Scritto da Stephen King, un gustoso omaggio ai fumetti della EC Comics di William Gaines, che negli anni Cinquanta furono assai popolari tra gli adolescenti (ed ebbero seri problemi di censura). Funziona la fusione di orrore (notevoli gli effetti speciali di Tom Savini) e umorismo nero: Romero si diverte tra inquadrature strutturate come tavole a fumetti, recitazione sopra le righe, colori accesi e irreali (fotografia di Michael Gornick, che dirigerà Creepshow 2). Non tutti gli episodi sono allo stesso livello, ma gli ultimi due sono irresistibili» (Mereghetti).
 
ore 21.15 Poltergeist – Demoniache presenze di Tobe Hooper (1982, 113′)

«La nuova villetta di una famiglia americana tipo è costruita su un cimitero indiano: e gli spiriti rapiscono la figlia Carol Anne (O’Rourke), di cinque anni. Una medium nana (Rubinstein) si rivelerà più efficace dei macchinari high-tech degli esperti di paranormale convocati. Steven Spielberg, autore del soggetto, cosceneggiatore e coproduttore, si fa sentire nel ritmo mozzafiato, nei tocchi ironici e nel perfetto intreccio tra quotidiano e soprannaturale. Effetti speciali ben piazzati, e spaventi genuini. Due seguiti non all’altezza. Più volte copiata l’idea degli spiriti 

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