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Note di cinema: Manuel De Sica
11 Gennaio 2018 - 11 Gennaio 2018
«Il cinema è, in primo luogo, immagine (“ombre elettriche”, come amano definirlo i popoli d’oriente) e movimento (a Hollywood la parola “film” non esiste, l’opera cinematografica si chiama motion picture o, meglio e più intimamente, movie). Ma è anche, fin dai tempi della rivoluzionaria e traumatica invenzione del sonoro, parola (Garbo talks fu una formidabile trovata per rilanciarne il glamour). E, soprattutto, ancor prima e senza bisogno ancora del sonoro, musica. Da Chaplin ad Al Jolson Il cantante di jazz e oltre, l’infinito (Hitchcock e Kubrick avanti a tutti).
Note di Cinema si propone, appunto, per iniziativa del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, di portare al Cinema Trevi tutta una serie di musicisti italiani che hanno scritto alcune delle loro partiture più belle proprio per arricchire la già abbondantemente ricca Settima Arte. A Stairway to Paradise, come sarebbe piaciuto a Gershwin. Dedicato, in apertura di rassegna alla memoria di uno dei suoi grandi nomi (e non solo da compositore di colonne sonore): Manuel De Sica. Autore di commenti indimenticabili per film quali Il giardino dei Finzi Contini (del padre Vittorio, premio Oscar 1970), Caro papà (Dino Risi, 1979), Soldati-365 all’alba (Marco Risi, 1987), Al lupo al lupo (Carlo Verdone, 1992, Nastro d’Argento), Celluloide (Carlo Lizzani, 1991, David di Donatello) e altri ancora. Una formidabile partenza per intavolare il discorso» (Salizzato).
 
ore 17.00 3 di Christian De Sica (1996, 89′)
«Toscana fine Settecento. Il barone e la baronessa del Serchio, adottano un aitante servo per un ménage a tre. Il primo a cedere è il servo (ripulito) che vorrebbe portarsi via le bella signora, che però non accetta. Il servo se ne va. La baronessa è incinta, del servo. Nasce il figlio e dopo alcuni anni torna il fuggiasco, ora tenente […]. Strano film italiano di cospicuo investimento, di ottima ricostruzione, per una volta lontano dai nostri tristi “instant-movie”, che riesce a non essere molto lontano da certe produzioni alla Frears o alla francese. Davvero una bella sorpresa. Soprattutto per il testo fuori campo e i dialoghi, misurati e di alto livello, scritti da Giovanni Veronesi» (Farinotti).
 
ore 19.00 Caro papà di Dino Risi (1979, 101′)
Conflitto generazionale tra Stefano Madia e Vittorio Gassman, padre modello passato con ben troppa disinvoltura dalla resistenza al capitalismo industriale. Risi inocula il dramma nell’alveo ottundente della commedia all’italiana e proprio per questo il suo film colpisce con una forza imprevista e risulta ancor oggi cinico e sorprendente. «Curiosa la progressione di Caro papà che parte come una commedia nera e arriva infine a rifare il verso a Incompreso» (Cosulich).
 
ore 21.00 Incontro moderato da Patrizia Pistagnesi con Tilde Corsi e Andrea De Sica
 
a seguire Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica (1970, 95′)
Tratto dal fortunato romanzo omonimo di Giorgio Bassani, pubblicato nel 1962, il film narra le vicende di un gruppo di giovani della borghesia ebraica di Ferrara, che vede la sua vita agiata travolta dalle leggi razziali, dalla guerra e infine dalla deportazione. «Se la partenza del film costruisce atmosfere in una qualche misura aderenti al libro di Bassani, i suoi sviluppi cercano una più lunga gravitazione. Suddiviso complessivamente in due grossi quadri sequenziali, il racconto di immagini s’accosta alle esperienze private dei personaggi ma si allarga alle vicende politiche e storiche che con quelle hanno continuità. Di qui forse discende la perdita di circolarità (che Giorgio Bassani aveva ricavato da Proust), con l’acquisto invece di una spiccata linearità» (De Santi).
Date di programmazione