Nicola Rondolino, cineasta
10 Marzo 2016 - 10 Marzo 2016
Nicola Rondolino ha vissuto molte vite. Tutte nel cinema. E nella musica che adorava. Dopo la laurea, ha lavorato con Dario Argento, Mimmo Calopresti, Gianluca Tavarelli, Guido Chiesa, Carlo Mazzacurati, Sergio Castellitto, Lina Wertmüller, Francesco Calogero, tra gli altri. Occhio attento al reale e alle sue complessità, ha realizzato documentari, alcuni in collaborazione con Davide Tosco. Nel 1996 firma Chiuso per lutto, il suo primo cortometraggio. Esordisce sulla lunga distanza nel 2001 con Tre punto sei, film che anticipa il ritorno del noir e del poliziesco all’italiana, interpretato da Marco Giallini e Valerio Binasco. Lavora anche in televisione per fiction come Ris Roma, Le cose che restano e L’ombra del destino. Nicola Rondolino se n’è andato nel 2013.
L’omaggio a Nicola Rondolino è stato ideato da Giona A. Nazzaro e curato da Cineteca Nazionale, SNCCI, Settimana Internazionale della Critica di Venezia, con la collaborazione di Stadion Video.
Venerdì 1 aprile verrà ricordato al Cinema Trevi Gianni Rondolino, a pochi mesi dalla scomparsa.
ore 19.00 Alce mon amour di Nicola Rondolino (1992, 10′)
a seguire Chiuso per lutto di Nicola Rondolino (1996, 10′)
La vita e la morte di un impiegato felice.
a seguire Tommygun (1999, 9′)
Cortometraggio collettivo.
a seguire Monsieur Desolé di Nicola Rondolino (2000, 9′)
Un giovane arriva al casinò appena dopo l’ora di chiusura. Il suo ritardo gli consente di conoscere una città di montagna nel momento del risveglio alla vita.
a seguire Garage Madama di Nicola Rondolino (2003, 15′)
L’amore a prima vista tra un automobilista e una ciclista non riesce a realizzarsi a causa del traffico. Dopo aver tardato a numerosi appuntamenti, il protagonista, solo e disperato, abbandona l’auto e vaga per Torino senza meta con un tandem.
a seguire Camminando di Nicola Rondolino (2003, 4′)
a seguire Due di Davide Tosco e Nicola Rondolino (2004, 8′)
a seguire Sei (di Falchera) di Nicola Rondolino (2005, 26′)
Radici in superficie. Un documentario sulla Falchera è il sottotitolo di questo lavoro sul quartiere di Torino nord, da sempre colpito dal pregiudizio della periferia, della cattiva fama. Uno sguardo intimista e vicino ai sentimenti, per raccontare il quartiere dall’interno, attraverso le vicende delle persone che lo abitano e che lo hanno fatto diventare quello che è: un bel posto dove vivere.
a seguire Per le strade della città di Giona A. Nazzaro (2005, 19′)
«La cosa più bella di Torino, secondo me, è che non è mai soltanto quella che sembra, se chi la vive ha la curiosità di girare l’angolo, entrare nel portone e scendere le scale, giù giù fino a scoprire i luoghi più nascosti e dimenticati. Torino è come una città di un racconto di Lovecraft, perché, a dispetto di ogni possibile restyling, alimenterà sempre nelle proprie viscere una follia imprevedibile e vitale, che dai recessi dell’ombra continuerà a ridersela e a farsi beffe di tutto quanto, pronta a sgusciare fuori e a librarsi nella luce del sole» (Nicola Rondolino).
ore 21.00 Incontro moderato da Giona A. Nazzaro con Fulvio Baglivi, Francesco Calogero, Mimmo Calopresti, Guido Chiesa, Alessandro Scippa
a seguire Tre punto sei di Nicola Rondolino (2002, 87′)
Dante (Marco Giallini), Salvo (Valerio Binasco), Nanà (Stefania Orsola Garello): due amici, la stessa donna. Intorno: il quartiere di San Salvario di Torino e la mala. Dieci anni fa Nanà ha scelto Salvo e Dante è sparito nel nulla. Da qualche giorno, però, il vero amore della donna è tornato nel quartiere. Forse vuole solo nascondersi, forse vorrebbe cambiare vita. O forse si è solo riaperta la solita partita a tre. Rimorsi e rancori, però, giocano ora su un campo minato. Dante braccato dalla mala, Salvo sbirro corrotto. Nanà vuole smettere di bucarsi. Intorno, San Salvario. E una città che cambia. Poi uno sparo. «Noir, polar, poliziottesco, la crime story è per Rondolino tutto il cinema […] sintetizzata alla fine del secolo scorso, che “a tratti produce stati di euforia” fantasmatici proprio come con l’eroina (formula 3.6), sintetizzata negli stessi anni» (Baglivi).