Nato Frascà
07 Settembre 2011 - 07 Settembre 2011
Retrospettiva “Orizzonti 1960-1978”. Festival di Venezia 2011
Proiezione il 7 settembre, alle 15.00, in sala Volpi, con replica il 10, alle 15.00, sempre in sala Volpi.
Kappa di Nato Frascà (1965-66, mediometraggio)
Soglie di Nato Frascà (1978, cm)
Uno dei più originali artisti con la macchina da presa è Nato Frascà, fondatore nel 1962 di Gruppo Uno, insieme a Biggi, Carrìno, Pace, Santoro e Uncini, uno dei principali gruppi di ricerca artistica europeo. Scenografo e poi regista televisivo, girato a Castelgandolfo nel 1965 Kappa, un viaggio nell’inconscio umano che l’autore compie, ispirato dall’Ulysses di James Joyce, per ricercare l’impossibile rapporto tra uomo e Natura. Usando l’intreccio di linguaggi popolari (fumetto, radio, pubblicità, televisione) viene creata la visione del nostro mondo come se fosse vista dall’occhio di un alieno, che non comprende la nostra realtà e cerca di interpretarla: lo spettatore stesso, di fronte all’opera, ne rimane alienato, stordito nel cercare di comprendere il significato che ne viene fuori dalla contrapposizione di immagini in apparenza, ma solo in apparenza, senza continuità logica. «Kappaè il viaggio senza categorie spaziali e temporali di ognuno di noi. Ho registrato e utilizzato gli “ingredienti visivi e sonori” della nostra civiltà, affollando l’opera per costituire delle associazioni mentali al limite della saturazione obbligando lo spettatore a dilatare il suo recipiente fruitivo a nuove capacità volumetriche». Per ritornare al punto di partenza: «Le opere sono processi di conoscenza che ci conducono verso il luogo dal quale proveniamo». Nel 1978 Frascà recuperamateriali girati in 8mm e 16mm e materiali non utilizzati, e monta Soglie: «Mi approprio dei miei stessi reperti esistenziali, con la coscienza di chi non trascura quei nanosecondi mai registrati dai nostri orologi. Quindi lo iatus la sospensione come tempo “vuoto” da indagare, cui le immagini servono come parametri, supporto e confronto, confini, soglie» (Frascà). Immagini sovrapposte l’una all’altra secondo un flusso che attiene ai meccanismi della coscienza, in un gioco di cui ancor oggi stupisce la consapevolezza dell’artista-creatore, che guarda alla società da una posizione privilegiata, di presenza-assenza.
A Orizzonti 1960-1978 vengono presentati sia Kappa che Soglie, ormai indissolubili nella loro affascinante indecifrabilità.