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Lizzani e il neorealismo
14 Ottobre 2014 - 15 Ottobre 2014
«L’opera La parabola del neorealismo nelle “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani è pressappoco il resoconto d’un viaggio a ritroso, da me compiuto, in un periodo del Novecento che oscilla dai secondi anni Quaranta ai Cinquanta di mezzo. Il sostantivo parabola non indica, nella fattispecie, un racconto frutto d’invenzione però attendibile; indica l’andamento di un fenomeno denominato realismo, segnatamente di una concezione oggettiva che, raggiunto l’acme, tende al declino e poi al trapasso dal neorealismo al realismo. Di quel trapasso – tribolato – Cronache assurge a modello.
Una linea-guida, invero centrale, di tal viaggio sta nella vicenda della Cooperativa spettatori produttori cinematografici s.r.l. La cspc (carente di denaro, copiosa di fervore) dalla sommità del Festival International du Film de Cannes (1954) sfiora addirittura il cielo con la pellicola Cronache di poveri amanti, che deriva dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini; ma con il rientro a Roma precipita coercitivamente verso terra: è tempo di “guerra fredda” (la “difesa della democrazia” pure nell’ambito cinematografico è una fra le decisioni che assume il Consiglio dei ministri […] in data 18 marzo 1954).
Mi sono mosso in compagnia proprio di Carlo Lizzani (maestro gentile, amico affettuoso), il quale ha appositamente firmato un saggio composto anche di frammenti da suoi lavori storici e critici dell’epoca, riveduti e corretti.
Tutto è cominciato nell’aprile 2012; a Roma, lui mi ha proposto di estrarre in parte le cose migliori dalle mie precedenti e pertinenti “fatiche”: non tanto – o non solo – di approntare una miscellanea speciale, quanto di scrivere un volume aggiornato sulla storia straordinaria della Cooperativa congiunta alle Cronache, con il suo contributo» (Eligio Imarisio).
 
martedì 14
ore 17.00 Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani(1951, 104′)
La guerra partigiana a Genova e nell’Appennino ligure dall’organizzazione clandestina in città e nelle fabbriche fino alla battaglia aperta sui monti e al passaggio dei repubblichini tra le file dei partigiani. Siamo nell’ultimo periodo della guerra, una pericolosa missione viene affidata a un gruppo di partigiani che opera nel retroterra genovese: prelevare armi da una fabbrica di Genova. «Diciamo subito che al Lizzani vanno tributate parecchie lodi, con altrettante riserve. È evidente il disinteressato fervore del giovane regista, che in questa difficile fatica ha prodigato tutto se stesso. Il suo film, istante per istante, l’ha visto, sentito. E questi ultimi dintorni di Genova, questi ritmi di poggi e di viadotti, di ponti e di binari, d’interni ferrigni di fabbrica e di accorata periferia, costituiscono una serie di quadri che non sarà facile dimenticare. Ma se, istante per istante, inquadratura per inquadratura, il film sarebbe davvero assai pregevole, gli nuoce una frequente mancanza di semplicità e di chiarezza, vale a dire di evidenza narrativa, di drammatico rilievo. Troppo vasta, e complessa, e ambiziosa, la tela del film, perché un esordiente riuscisse a dominarla, rivelarla, scandirla» (Gromo).
 
ore 19.00 L’amore in città di Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Federico Fellini, Francesco Maselli, Alberto Lattuada (1953, 114′)
Film ad episodi, ideato da Zavattini, si rifà alle sue idee sul cinema. Il film lampo, l’inchiesta, il richiamo alla cronaca, come fonte di storie ben più interessanti di quelle partorite dagli sceneggiatori, sono le forme attraverso cui i sei autori affrontano il tema dell’amore.
 
ore 21.00 Cronache di poveri amantidi Carlo Lizzani (1953, 109′)
Intorno al 1925, Mario, giovane tipografo fiorentino, per essere più vicino alla sua fidanzata, Bianca, va ad abitare in del Corno, dietro Palazzo Vecchio, e fa amicizia col maniscalco “Maciste”, suo padrone di casa, e col fruttivendolo Ugo, tutti e due antifascisti. Alfredo Campolmi, proprietario di una pizzicheria, essendosi rifiutato di versare certi contributi al partito, viene selvaggiamente bastonato dai fascisti. Al capezzale del Campolmi, all’ospedale, Mario incontra spesso la di lui moglie Milena, amica della sua fidanzata, Bianca, e se ne innamora, rompendo il fidanzamento con Bianca. «È l’ambiente fiorentino di Via del Corno che il romanzo di Vasco Pratolini, dal quale il film è tratto, ha efficacemente delineato, e che ora Lizzani delinea non meno efficacemente. È tutto un piccolo mondo che l’obiettivo non si stanca di frugare, unendo mura e botteghe, finestre e dimore a volti e cadenze, tipi e caratteri. È una umanità semplice, e rilevata, che ben presto desta una pensosa attenzione» (Gromo).
 
mercoledì 15
ore 17.00 Esterina di Carlo Lizzani (1959, 93′)
Ragazza di campagna semplice e ingenua, Esterina è sempre più annoiata dalla vita che conduce e vorrebbe conoscere più da vicino quella molto più attraente della città. Quando le viene rubata una bicicletta a motore, i suoi padroni la rimproverano duramente e vorrebbero denunciarla ma intervengono in sua difesa Gino e Piero, due camionisti di passaggio, che la prendono con loro. In seguito vorrebbero abbandonarla ma la ragazza, vincendo la diffidenza dei due, riesce a restare con loro e, con i suoi modesti risparmi, li aiuta a pagare una cambiale. «Esterina fu presentato al festival di Venezia […]. René Clair si complimentò con noi, con Carla Gravina, affermando che il film gli era piaciuto, anche per l’aria svagata e bizzarra della protagonista. Scelsi di girare a Torino fin dalla prima stesura del soggetto. Torino rappresentava l’Italia industriale nonché la prima capitale del cinema, ma soprattutto faceva da contraltare, con la sua struttura razionale, alla bizzarria della protagonista della mia storia» (Lizzani).
 
ore 19.00 Il gobbodi Carlo Lizzani (1960, 103′)
Nell’ultima fase della guerra, un giovane della periferia romana, Alvaro, soprannominato “il gobbo”, è diventato famoso compiendo una serie di attentati contro i tedeschi e i fascisti. Suo personale e accanito avversario è il commissario della polizia fascista, Poletti. Per vendicarsi di lui, Alvaro non esita a usare la violenza sulla sua giovane figlia Ninetta. Da quel momento il destino accomuna le sorti di entrambi. Alvaro viene ferito dai tedeschi; si rifugia in casa di Ninetta e la ragazza, innamoratasi nonostante tutto del fuorilegge, lo nasconde. «Si deve dare atto alla regia di Carlo Lizzani di aver saputo risolvere sia il personaggio del protagonista, sia l’ingrata cornice che gli fa da sfondo con un linguaggio quanto si vuole aspro e violento, ma sempre rigoroso e preciso, attento ai disegni psicologici più complessi, sicuro nell’evocazione delle atmosfere più drammatiche, sulla scia (quanto a immagini e a ritmo narrativo) dei migliori film gangster americani» (Rondi).
 
ore 21.00 Incontro moderato da Steve Della Casa con Marco Giusti, Eligio Imarisio, Francesco Lizzani, Giuliano Montaldo
Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro di Eligio Imarisio La parabola del neorealismo nelle Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani (Carocci-Centro Sperimentale di Cinematografia, 2014)
 
a seguire L’oro di Romadi Carlo Lizzani (1961, 97′)
Il maggiore Kappler, durante l’occupazione nazista di Roma, ordina agli ebrei della città di consegnare, nel giro di poche ore, cinquanta chilogrammi di oro, pena la consegna di duecento ostaggi. La comunità immediatamente organizza la raccolta del prezioso metallo. Davide, un giovane calzolaio, esprimendo anche il pensiero di altri giovani, vorrebbe rispondere alla iniqua richiesta con la violenza delle armi. Lizzani «non vuol limitarsi a una rievocazione commossa ed eloquente della tragedia degli ebrei romani, ma mira molto più in alto, alla ricerca appunto delle ragioni che determinarono allora nei perseguitati un atteggiamento di passività e di rassegnazione, e cerca di indicare nel contempo una diversa prospettiva, di reazione e di ribellione, affidata a un personaggio il quale rispecchia aspirazioni che sono la conseguenza di un discorso anche autocritico degli ebrei oggi» (Ferrero).
Ingresso gratuito
Date di programmazione