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Lessico del cinema italiano
15 Ottobre 2013 - 16 Ottobre 2013
Lessico del cinema italianoè un progetto di ricerca il cui obiettivo è la realizzazione di un discorso nuovo sulla tradizione cinematografica italiana, che tenga conto del rapporto stretto che c’è stato nel nostro cinema tra forme di rappresentazione e forme di vita. Articolato in 21 lemmi (uno per lettera dell’alfabeto), affidati ad alcuni dei più significativi studiosi italiani appartenenti a generazioni diverse, il progetto, che avrà uno sbocco editoriale, è curato da Roberto De Gaetano, a cui è affidato anche il lemma “Amore” che inaugurerà (15 ottobre) la breve rassegna. Farà seguito Gianni Canova (16 ottobre) per la parola “Potere”, e l’iniziativa si concluderà il 19 e 20 novembre con le voci “Storia”, affidata a Christian Uva, e “Bambino”, curata da Emiliano Morreale.
 
martedì 15
ore 16.30 Tempo massimo di Mario Mattoli (1934, 79′)
Il professor Bensi conduce una vita molto metodica, gestita nei ritmi e negli orari dalla zia Agata. L’incontro improvviso con una giovane ed emancipata ragazza gli sconvolgerà la vita per sempre. Il nobile Bob Huerta, che sua volta corteggia la ragazza, cercherà in tutti i modi di ostacolare l’amore tra i due. «Il film rivela una concezione nuova della commedia e dei telefoni bianchi veduti come luogo di scontro tra una mentalità arcaica e una più consona ai tempi» (Della Casa).
Per gentile concessione di Ripley’s Film – Ingresso gratuito
 
ore 18.00 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Roberto De Gaetano
 
a seguire Viaggio in Italia di Roberto Rossellini (1953, 82′)
Una coppia di coniugi inglesi in crisi si reca a Napoli. In una realtà completamente differente da quella abituale, i due ritrovavano sentimenti smarriti. Stroncato in Italia e in America, bocciato dal pubblico, amatissimo in Francia dai registi della nouvelle vague (Rivette disse che «con l’apparizione di Viaggio in Italia tutti i film sono improvvisamente invecchiati di dieci anni»), è il film con il quale Rossellini si pone oltre il neorealismo, a un passo dal (futuro) cinema dell’alienazione di Antonioni.
Ingresso gratuito
 
ore 21.30 The Dreamers di Bernardo Bertolucci (2003, 114′)
Nella Parigi del 1968 alla Cinémathèque, il giovane americano Matthew (Michael Pitt) conosce Isabella (Eva Green) e suo fratello Théo (Louis Garrel). Si rinchiudono in casa, in assenza dei genitori, lanciandosi in esplorazioni sessuali sempre più torbide sennonché la realtà fuori (il maggio parigino) li induce a scendere in strada e a prendere posizione. «L’amore per il cinema, citato e mimato anche nei momenti più drammatici (il tentato suicidio alla “Mouchette”) non è un vano gioco erudito, ma una dolente confessione: il film di cui credevamo di essere solo spettatori, è la storia della nostra vita» (Carabba).
 
mercoledì 16
ore 16.30 Il potere di Augusto Tretti (1974, 86′)
«Il potere è una rappresentazione didattica e grottesca della tirannia attraverso i secoli, dall’età della pietra a oggi: rivisita l’antica Roma, gli stermini perpetrati a danno dei pellerossa, il fascismo e gli anni che prelusero alla dittatura mussoliniana. Non c’è trama e non è il caso di dolersene. Sono ricchi a tener banco e a menar randellate sulla povera gente e sui suoi difensori» (Argentieri). «Il potere è un’opera di poesia, che dell’assunto politico fa la base per la realizzazione di una straordinaria “commedia dell’arte” cinematografica, la prima, forse, commedia dell’arte che possa ricordarsi nella storia del cinema italiano» (Bendazzi).
 
ore 18.00 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Gianni Canova
 
a seguire Todo modo di Elio Petri (1976, 137′)
«Mentre in Italia si scatena una terribile epidemia, un centinaio di “notabili” del partito che governa l’Italia da tre decenni si riunisce in un albergo-convento, costruito nel sottosuolo di una pineta, per eseguirvi un corso di esercizi spirituali condotto dal severo gesuita don Gaetano. […] Forse l’opera più “politicamente scorretta” sulla figura di Aldo Moro (rappresentato da colui che tutti chiamano “il presidente”). Film cupo, grottesco, profetico, nel quale lo statista democristiano vi è rappresentato come colui che dovrà “portare la croce della mediazione sul Monte Calvario dei nuovi assetti”» (Uva).
Ingresso gratuito
 
ore 21.30 Vincere di Marco Bellocchio (2009, 129′)
«Se nella prima ora la straordinaria prova degli attori principali – Filippo Timi e Giovanna Mezzogiorno – sa trasmettere ai pubblico il misto di passione e narcisismo che guida il futuro Duce anche nei comportamenti privati e lo struggimento incosciente di una donna che si concede totalmente a quello che crede un grande amore, nella seconda parte il film cambia registro affidando solo ai cinegiornali il resoconto della carriera politica di Mussolini e documentando con rigore, ma anche con freddezza, l’odissea della donna rinchiusa dai fascismo nei manicomi di Pergine e San Clemente. I grandi temi della carriera di Bellocchio si possono ritrovare in larga parte dentro Vincere, dal peso della figura paterna, autoritaria e lontana, allo sbandamento rabbioso di un figlio che si vede privato prima di uno e poi dell’altro genitore fino alla ribellione impotente della donna che paga l’aver dato ascolto alle proprie passioni rifiutando ogni “finzione” razionale» (Mereghetti).

 

Date di programmazione