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La vita di fronte. Il cinema di Ferzan Ozpetek
22 Novembre 2015 - 26 Novembre 2015
Tra gli elementi che saltano subito all’occhio, a una lettura superficiale, dei film di Ferzan Ozpetek, è sicuramente la citazione sul cinema del passato (Cuore sacro non può non richiamare Europa 51, Le fate ignoranti il melò di Sirk, ma anche di Matarazzo). Eppure dietro l’esercizio citazionistico, la bella immagine, Ozpetek filma la vita, come se girare un’inquadratura fosse vivere all’interno della scena filmata. Senza nessun filtro snobistico e senza giudizio alcuno sui personaggi e le vicende che racconta. Lo scrive molto bene Alberto Crespi nella prefazione al bel volume di Gabriele Marcello, Ferzan Ozpetek. La leggerezza e la profondità, Le Mani, 2009: «Dovevo fargli una lunga intervista […]. L’intervista riguardava il rapporto con Roma, città dalla quale il regista turco è stato stregato fin dal primo giorno che vi ha messo piede: in particolare proprio dall’Ostiense, dal Gasometro, dai Mercati Generali, un angolo di Roma in violenta trasformazione – una mutazione urbanistica e antropologica della quale Ferzan è stato insieme testimone e artefice, in un’identificazione artista/quartiere paragonabile, absit iniura, a quel che Fellini combinò con via Veneto negli anni ’60. Con la differenza che Ferzan, in via Ostiense, ci abita, mentre Fellini in via Veneto non abitò mai e la ricostruì a Cinecittà. […]. La vita non c’entra nulla con la cinefilia. Ferzan Ozpetek, nei film, racconta la sua vita […]. C’è molto cinema nel cinema di Ozpetek, ma c’è soprattutto un vissuto fortissimo, a volte giocoso a volte doloroso». La vita che scorre sullo schermo. Il cinema di Ferzan Ozpetek.
 
domenica 22
ore 17.00 Il bagno turco – Hamam di Ferzan Ozpetek (1997, 98′)
A Roma, Francesco e Marta, marito e moglie, gestiscono insieme a Paolo, amico di vecchia data, uno studio che si occupa di ristrutturazione di interni. Un giorno Francesco, ricevuta dall’ambasciata di Turchia la notizia di avere ereditato un immobile da una certa zia Anita, parte per Istanbul e qui scopre che l’immobile è un hamam, cioè un bagno turco che la zia ha gestito per circa trenta anni. «Il bagno turco è un buon esempio di cinema non convenzionale e culturalmente aperto. […] Capita di rado di vedere un film italiano girato in due lingue, rispettoso delle differenze antropologiche, non schiacciato dai toni della commedia esotica» (Anselmi).
 
ore 19.00 Harem Suare di Ferzan Ozpetek (1999, 105′)
«Dopo il successo de Il bagno turco – Hamam, Ozpetek si trova di fronte alla prova più difficile per un regista, quella che dovrebbe confermarne il talento: l’opera seconda. Qual è l’istituzione turca più famosa assieme agli hamam? Senza dubbio gli harem, oramai del tutto estinti, veri e propri simboli di un passato e di una storia che non c’è più. L’idea viene al regista pensando alle donne che hanno vissuto in quei luoghi e non hanno mai visto il mondo esterno, confinate in un luogo che letteralmente significa proibito. L’inviolabilità di questo spazio evoca da sempre una sorta di aura leggendaria nella cultura occidentale, poiché pochi sanno con esattezza cosa potesse accadere al loro interno» (Gabriele Marcello).
 
lunedì 23
chiuso
 
martedì 24
ore 17.00 Il bagno turco – Hamam (replica)
 
ore 19.00 Le fati ignoranti di Ferzan Ozpetek (2000, 106′)
Antonia e Massimo vivono una vita “perfetta” in una villa nella periferia residenziale di Roma. Quando Massimo all’improvviso muore in un incidente stradale, Antonia cade in una profonda depressione. Quando le riportano a casa gli effetti personali che Massimo aveva in ufficio, Antonia, grazie a una dedica scritta dietro a un quadro dal titolo La fata ignorante, scopre che il marito, da sette anni, aveva una relazione. «Le fate ignoranti è un film italiano coprodotto con capitali francesi, diretto da un regista nato a Istanbul e che evoca, nei climi e nell’ideologia, il cinema di Pedro Almodovar, con un riferimento particolare a Tutto su mia madre. Il suo è un cosmopolitismo buono, autentico e regala alla storia un carattere di diversità molto piacevole» (Nepoti).
 
ore 21.00La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek (2003, 107′)
«Ambientato a Roma, il film è intonato a una costante intensità di sentimenti. Il tema della finestra alla Hitchcock, della finestra che si apre su altre realtà, è svolto con estrema finezza di notazioni. Gli interpreti sono straordinariamente partecipi, Bova ogni volta più maturo, la Mezzogiorno che all’immagine incantevole accoppia un mordente da vera figlia d’arte. Però la figura per cui La finestra di fronte si colloca da subito fra i film che resteranno è quella di Massimo Girotti, che dopo essere stato l’eroe dell’Italia fra guerra e dopoguerra rinnova ora la memoria di quegli anni. Pochi attori hanno incarnato in modo così completo l’intero palpito della vita di una nazione; e Massimo, sublime di dolcezza e vulnerabilità, esce di scena alla grande facendo l’ultimo dono a un cinema che si era dimenticato di lui» (Kezich).
 
mercoledì 25
ore 17.00 Cuore sacro di Ferzan Ozpetek (2005, 119′)
«Irene Ravelli ha ereditato dal padre non solo il patrimonio, ma anche uno spiccato senso degli affari. Ottenuto il dissequestro dell’antico Palazzetto di famiglia, Irene scopre che una delle stanze, abitate un tempo dalla madre, è rimasta intatta come se la donna ci abitasse ancora. Il fantasma della madre e l’incontro con una straordinaria bambina, Benny, generano in Irene un conflitto che la porta ad un totale cambiamento» (www.cinematografo.it ). «Già queste scene fanno intuire quanto sia insolito, coraggioso e rischioso il nuovo film del regista della Finestra di fronte: un coraggio raro nel nostro cinema, di cui gli diamo atto con ammirazione. E tuttavia le immagini, impeccabili per grammatica e sintassi, non solo al livello di ambizioni così alte, non lasciano graffiti nella fantasia dello spettatore, stentano a dare forma al travaglio febbrile dell’imprenditrice senza scrupoli convertita in angelo della carità per vecchi e “nuovi poveri”. Qualcosa di simile accade con le citazioni disseminate lungo il film, dalla sequenza della piscina (Il bacio della pantera) al santo strip-tease d’Irene (Teorema di Pasolini, autore col quale Ozpetek condivide il bisogno di sacro); eleganti, ma più optional che necessarie. Ormai legata a filo doppio a ruoli di smarrimento interiore, Barbora Bobulova si offre in olocausto con l’opportuna dedizione» (Nepoti).
 
ore 19.00 Saturno contro di Ferzan Ozpetek (2006,110′)
«Amori traditi che si mutano in dolori, sentimenti devastati dalla morte che rischiano di provocare gesti disperati. Attorno, però, delle amicizie che, pur in cifre spesso precarie, riescono a farsi solidali. Sono i temi, dopo Cuore sacro, affrontati da Ferzan Ozpetek in questo suo nuovo film che, per certi versi, potrebbe ricordare Lefate ignoranti. Anche qui un coro, ma con la possibilità di farvi emergere in mezzo figure e momenti che possono aspirare al primo piano. […]Con immagini nitide, rielaborate con attenzione figurative di gusto sicuro, e con un commento musicale ora tutto dolenti note romantiche, ora con echi dolci volutamente in contrasto. E con una interpretazione, in tutti, di solida efficacia. Antonio è, con mobilissima mimica, Stefano Accorsi, gli tiene testa, come Angelica, una intensissima Margherita Buy. Lo strazio del lutto lo esprime Pierfrancesco Favino, con tratti sempre incisi. Gli altri, di sfondo, da Isabella Ferrari a Serra Yilmaz, non sono da meno» (Rondi).
 
ore 21.00 Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek (2008, 105′)
«Per la prima volta alle prese con una storia non sua, Ferzan Ozpetek vince la scommessa e fa un “film di Ozpetek”. […] È una storia estrema di gelosia e violenza con risvolti da cronaca nera, quella affrontata dal regista italo-turco. Ma il pubblico, affezionato al cantore delle emozioni, così bravo a indagare nei piccoli grandi sentimenti quotidiani, non rimane deluso e sullo schermo ritrova perfino certe coordinate familiari: il Gazometro, l’attrice turca Serra Yilmaz, la musica di Andrea Guerra. […] È efficace, mai sopra le righe Valerio Mastandrea nel ruolo di Antonio, il poliziotto che non si rassegna alla separazione e perseguita l’ex moglie Emma» (Satta). Dal romanzo omonimo di Melania Mazzucco.
 
giovedì 26
ore 17.00 Mine vaganti di Ferzan Ozpetek (2009, 110′)
«Segreti di famiglia. Tutti ne hanno, nessuno li vuole. Ma il bello dei segreti è che sono contagiosi. Ogni segreto ne genera un altro, poi un altro e un altro ancora. Che alla lunga, naturalmente, sono sempre meno segreti e sempre più comici (o tragici, ma più di rado). Mine vaganti applica questo principio al clan patriarcale di un industriale della pasta leccese e ci porta di sorpresa in sorpresa con una leggerezza e una verve che il regista de Le fate ignoranti aveva un po’ perso per strada dopo tanti film seri o seriosi se non cupi ma poco convincenti (come l’ultimo, Un giornoperfetto). […] Lasciando a Ozpetek l’estro, il piacere, la libertà di giocare con quel mondo in cui ognuno recita una parte premendo come mai prima sul pedale del comico. Come nella lunga e irresistibile visita degli amici gay venuti da Roma a trovare Scamarcio. Un gruppo di pazze caricaturali (ma palestrate…) che solo Fantastichini, nel suo perbenismo all’antica può scambiare per virili rubacuori. Con conseguenze assolutamente esilaranti (anche perché la servitù non la beve). A conferma che per dare il meglio prima o poi bisogna buttare a mare convenzioni e preoccupazioni inutili. Anche dietro alla macchina da presa» (Ferzetti).
 
ore 19.00 Incontro moderato da Laura Delli Colli con Ferzan Ozpetek
 
a seguire Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek (2011, 105′)
«Certo, come non pensare a Questi fantasmi di Eduardo, oppure ai pirandelliani Sei personaggi in cerca di autore? Sono riferimenti che lo stesso autore avrà avuto presenti, ma a noi Magnifica presenza ha fatto soprattutto venire in mente i titoli realizzati da Ferzan Ozpetek agli esordi, prima delle commedie/melò che gli hanno assicurato il successo: ovvero Hamam e Harem Suaré, film tanto permeati della sua cultura di appartenenza. […] Non è difficile identificare il protagonista con Ozpetek, nel cui cinema gli interpreti vengono sempre fuori al meglio: e qui, dall’alter ego Germano all’intera compagnia – la Buy, Giuseppe Fiorello, Bosca, una stupenda Anna Proclemer – sono tutti perfetti nell’incarnare non-personaggi in bilico fra finzione e realtà, passato e presente. Seppur mascherato da commedia di fantasmi che si segue con divertimento (paura mai) e interesse ben desto, Magnifica presenza è infatti un autoritratto d’autore: film personale, maturo di un regista che padroneggia gli elementi del suo mondo poetico e ci gioca in pieno conforto» (Levantesi).
 
ore 21.30 Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek (2014, 110′)
Quando tutto sembrava tranquillo e in ordine, nella vita di Elena arriva una vera e propria turbolenza: la passione improvvisa e corrisposta per Antonio. Ma è una passione proibita. E per vari motivi: Elena da due anni sta insieme a Giorgio; Antonio è il nuovo ragazzo della sua migliore amica Silvia; Elena non stima per niente Antonio, che è il suo opposto; e per finire Fabio, il suo migliore amico, lo odia e lo detesta. «Eppure, nonostante una buona parte del film si svolga tra ospedali e pronti soccorsi, l’occhio di Ozpetek non è mai cupo o lacrimoso. […] Ma soprattutto rimescola ancora una volta la consequenzialità delle azioni per regalare una risata finale che sorprende lo spettatore e nello stesso tempo lo rassicura, riuscendo a trasmettere un’iniezione di fiducia tanto contagiosa quanto irrazionale. Proprio come è quell’energia del cuore che a volte può scompigliare la vita ma che finisce anche per convincerci che quella vita scompigliata vale la pena di viverla fino in fondo» (Mereghetti).
Date di programmazione