La sottile linea rosa 3. Appuntamenti con il cinema delle donne
Lavorare stanca
24 Maggio 2012 - 24 Maggio 2012
Dopo i successi della prima e della seconda edizione della rassegna, curate da Maria Coletti e dedicate nel 2006 e nel 2007 a una carrellata lungo trent’anni di cinema italiano al femminile, riallacciamo il filo con la produzione cinematografica italiana realizzata dalle donne, in una ipotetica “controstoria” del cinema italiano, attraverso figure di registe o attrici che vogliamo ricordare e (ri)vedere. Gli appuntamenti mensili, a cura di Maria Coletti e Annamaria Licciardello, vogliono tessere una sorta di storia sotterranea, che possa rendere conto, pur con le inevitabili lacune, di ciò che è stato prodotto in questi anni dalle donne, attraverso le mille tematiche affrontate, e i molti stili che le riflettono: il corpo, la memoria, la storia, il paesaggio italiano e le trasformazioni sociali e familiari, le piccole e grandi resistenze. Una molteplicità di sguardi e di riflessioni sul cinema e sulla realtà italiana che trova un corrispettivo linguistico anche nella varietà dei formati, dalla pellicola al video, dalla finzione al documentario.
Ricollegandoci alla minirassegna dedicata al lavoro e a come esso influisce in positivo e in negativo sulla vita delle donne, dedichiamo l’appuntamento di maggio a tre film di tre registe che hanno saputo raccontare una condizione lavorativa sempre più difficile da gestire. Mobbing (Francesca Comencini), precariato (Anna Negri), classe operaia (Wilma Labate): tre parole chiave di un presente lavorativo pieno di difficoltà e di incertezza, che affonda le radici nel passato e si proietta nel futuro, sempre più spesso declinato al femminile.
ore 17.00
Mi piace lavorare – Mobbing (2003)
Regia: Francesca Comencini; soggetto e sceneggiatura: F. Comencini; fotografia: Luca Bigazzi; scenografia: Paola Comencini; costumi: Antonella Berardi; musica: Gianluigi Trovesi, Gianni Coscia; montaggio: Massimo Fiocchi; interpreti: Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Marina Buoncristiani, Roberta Celea, Assunta Cestaro, Stefano Colace; origine: Italia; produzione: Bianca Film, Bim Distribuzione, Rai Cinema; durata: 89′
Anna è segretaria in un’azienda che viene rilevata da una grande multinazionale. La freddezza del nuovo direttore del personale innesca un’escalation di piccole e grandi umiliazione e tentativi di emarginazione sia sul lavoro che nella relazione tra i colleghi. Anna soffre molto per questa nuova situazione, trovando sostegno e la forza di andare avanti nel rapporto con la figlia. «Mi piace lavorare di Francesca Comencini è un film intimista che va dritto al cuore e al contempo affronta un grosso problema sociale, quello del mobbing: ovvero della vessazione psicologica sul lavoro. Nella vibrante e sommessa interpretazione della Braschi ben corrisposta dalla piccola Camille Dugay (figlia della Comencini), il rapporto d’amore madre-figlia è il vero centro emotivo di questo bel film» (Levantesi).
ore 19.00
Riprendimi (2008)
Regia: Anna Negri; soggetto: A. Negri; sceneggiatura: A. Negri, Giovanna Mori; fotografia: Gian Enrico Bianchi; scenografia: Roberto De Angelis; costumi: Antonella Cannarozzi; musica: Dominik Scherrer; montaggio: Ilaria Fraioli; interpreti: Alba Rohrwacher, Marco Foschi, Valentina Lodovini, Stefano Fresi, Alessandro Averone, Marina Rocco; origine: Italia; produzione: Bess Movie srl, Medusa Film, Sky; durata: 93′
Lucia e Giovanni, una giovane coppia con un bambino piccolo, sono prescelti come protagonisti di un documentario sul precariato dei lavoratori dello spettacolo. Sotto gli occhi dei due documentaristi e della loro telecamera la loro relazione però entra in crisi, in una precarizzazione delle relazioni che rispecchia e si confonde con quella economica. «Il continuo slittamento del punto di vista, dalle riprese dei documentaristi alla vita vissuta, oltre a ben funzionare sul piano orizzontale della narrazione, riesce a far dialogare, sull’asse verticale del significato, la crisi personale di una coppia con lo sbandamento sociale del loro tempo. Il precariato genera instabilità nel lavoro e nella vita privata. Si lascia e si è lasciati così come si trova e si perde un lavoro. La confusione e lo sbandamento dei due protagonisti sono la materia di cui si è fatto l’incubo del precariato» (Zonta).
ore 21.00
Signorinaeffe (2008)
Regia: Wilma Labate; soggetto: W. Labate, Carla Vangelista, Francesca Marciano; sceneggiatura: W. Labate, C. Vangelista, Domenico Starnone; fotografia: Fabio Zamarion; scenografia: Gian Maria Cau; costumi: Nicoletta Quaranta; musica: Pasquale Catalano; montaggio: Francesca Calvelli; interpreti: Valeria Solarino, Filippo Timi, Sabrina Impacciatore, Fausto Paravidino, Rosa Pianeta, Clara Bindi; origine: Italia; produzione: Bianca Film, Rai Cinema; durata: 95′
Torino 1980. Emma è figlia di immigrati meridionali ma sembra destinata alla scalata sociale: laureanda in matematica, lavora come impiegata nel settore informatico della Fiat ed è fidanzata con un dirigente dell’azienda, vedovo e con una figlia. La Fiat annuncia quindicimila licenziamenti che danno il via a un duro scontro tra gli operai e l’amministrazione. Per Emma sarà un momento decisivo sia sul piano lavorativo che sentimentale. «Nella migliore tradizione del cinema italiano, Wilma Labate sceglie una storia privata per parlare di quella pubblica, stringe l’obbiettivo sui personaggi per allargarlo sui paese. E ad ulteriore merito, decide di usare una giovane donna come perno dell’intera costruzione narrativa e filmica. La stessa macchina da presa sembra muoversi assieme alle emozioni della giovane, alle sue impennate di passione, alla carnalità dei suoi vent’anni. Restano fuori terrorismo e pistole, ma trova invece corpo la fabbrica, anche se poco inquadrata. Quella delle presse, del rumore assordante, del grasso» (Ronconi).