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La maschera e il sorriso. L’avventura artistica di Mario Carotenuto
01 Aprile 2017 - 06 Aprile 2017
Il bel documentario La maschera e il sorriso. L’avventura artistica di Mario Carotenutodi Claretta Carotenuto, attrice e regista teatrale e figlia del celebre attore, offre un nobile pretesto per approfondire un personaggio fondamentale che ha attraversato gran parte del cinema italiano. Prendiamo a prestito le dichiarazioni della figlia Claretta in merito al suo documentario, ma che sono utilissime anche come introduzione: «Nel tracciare il suo ritratto ho provato a rispettare quello che mio padre avrebbe desiderato: una narrazione semplice e rigorosamente incentrata sulla sua avventura artistica. Al di là della sua grande estroversione in scena, nella vita era un uomo schivo e riservato che non amava parlare di sé: innamorato del suo lavoro e del suo pubblico, è stato un attore che ha lasciato un bel ricordo di comunicativa umana. La maschera e il sorriso: l’avventura artistica di Mario Carotenuto non è un’idea di oggi ma è un progetto antico cresciuto con me e reso concreto in occasione del centenario dalla nascita di mio padre, appuntamento quindi irripetibile, al quale non potevo mancare. Riassumere 79 anni di vita – dal 1916 al 1995 – ed oltre 60 di arte – dal dopoguerra agli anni ’90 – di un attore così versatile e temperamentale, non è stata impresa facile: i brani di repertorio relativi alla sua sfaccettata e copiosa attività radiofonica, di rivista e varietà, cinematografica, teatrale e televisiva uniti ai contributi dei critici e dei colleghi, come anche alle sue interviste, mi hanno aiutata a viaggiare all’interno della sua carriera e ad offrire una panoramica completa del personaggio. Ho cercato di realizzare un’opera che non fosse il ritratto agiografico e “retrospettivo” di un grande e amato attore che non c’è più ma, attraverso lui, di ripercorrere uno scorcio di cinema italiano con un’ottica volta anche al pubblico di domani. Anche per questo, accanto a collaboratori di accertata esperienza come Paolo Bravi, direttore della fotografia, ho affiancato a me giovani professionisti: Pietro Foglietti, che ha realizzato il non facile montaggio accompagnando passo per passo con tocco leggero e dinamico il mio racconto, e Filippo Barracco che, a sua volta, ne ha curato il suono con la passione di chi, ancora, ama la commedia all’italiana».
Rassegna a cura di Claretta Carotenuto in collaborazione con la Cineteca Nazionale
 
sabato 1
ore 17.00 La spiaggia di Alberto Lattuada (1954, 106′)
Le reazioni e il comportamento del mondo borghese su una spiaggia alla moda, di fronte alla scoperta che una di loro è, in realtà, una prostituta. Uno strepitoso Mario Carotenuto nella parte del marito arricchito e vanesio.
 
ore 19.00 I piaceri dello scapolo di Giulio Petroni (1960, 96′)
«Due scapoli affittano un appartamentino per le loro avventure: Mario (Mario Carotenuto) con la misteriosa Evi (Koscina), Memmo (Memmo Carotenuto) con la prorompente Franca (Rovere), entrambe presentatesi come mogli dell’ingegner Rocchetti (Checchi); e a complicare la situazione ci si mette anche l’eterna fidanzata di Mario, Evelina (Merlini). Equivoci e divagazioni attorno a uno dei simboli dell’Italia del boom, la garçonnière in “multiproprietà”. La storia, sceneggiata da Marcello Fondato, Ugo Guerra, Ruggero Maccari e Angelo D’Alessandro, è l’ennesima variazione sull’Albergo del libero scambio di Feydeau: ma i due fratelli Carotenuto, in una delle rare prove in coppia, offrono qualche bella prova di una comicità che il cinema italiano non ha saputo sfruttare adeguatamente» (Mereghetti).
Per gentile concessione della Cristaldi Film
 
ore 21.00 Pane, amore e… di Dino Risi (1955, 97′)
«Continuano le avventure del “maresciallo Carotenuto cavalier Antonio”, con De Sica che – amabilmente ironico – continua a prendere in giro l’irriducibile gallismo nazionale […]. Dopo Pane, amore e fantasia e Pane amore e gelosia, la novità è la sostituzione della “bersagliera” Lollobrigida con la Loren, sua mortale nemica nell’immaginario cinematografico nazionale. Con il suo spavaldo sex appeal e la sua fierezza popolaresca, l’attrice finisce per schiacciare ogni altro personaggio, squilibrando un po’ il film ma colpendo in maniera indelebile la fantasia del pubblico, fotografata in uno sgargiante Eastmancolor da Peppino Rotunno, è indimenticabile col vestito rosso mentre dimena i fianchi e mostra la sua generosa scollatura al ritmo di Mambo italiano» (Mereghetti). Mario Carotenuto interpreta Don Matteo.
 
domenica 2
ore 17.00 Colpo gobbo all’italiana di Lucio Fulci (1962, 100′)
Mario (Mario Carotenuto), un fannullone che vive di espedienti, uscito di prigione dopo aver scontato una condanna per truffa, cerca la maniera di vivere alle spalle degli altri. Conosce Marisa (Marisa Merlini), una matura signorina proprietaria di una avviata casa discografica che, malgrado tutto, è innamorata di lui e vorrebbe sposarlo. La donna ha posto la regola che nella sua azienda non ci siano dipendenti sposati e che nessun matrimonio venga contratto finché lei non si sposerà, costringendo in tal modo alcuni impiegati a ricorrere a dei sotterfugi. Mario, che non ha intenzione di sposarsi, e tantomeno con lei, sfrutta però la situazione ed intesse una serie di imbrogli servendosi della casa discografica, con cui alletta alcuni ingenui aspiranti musicisti e cantanti. Altri interpreti: Mario Girotti, Raffaele Pisu, Aroldo Tieri, Aldo Giuffré, Tiberio Murgia. E con i cantanti: Adriano Celentano, Mina, Ciccio Garbi.
 
ore 19.00 Totò, Eva e il pennello proibito di Steno (1959, 103′)
Totò è un pittore che va in Spagna su invito di una coppia di amici facoltosi, Eva (Abbe Lane) e Raoul (Mario Carotenuto). In realtà i due sono truffatori e il loro piano è quello di convincere Totò a dipingere una Maja Desnuda in camicia da notte per poi spacciarla per un inedito di Goya. «Co-produzione italo-franco-spagnola , la partecipazione spagnola in particolare era dovuta al fatto che essi volevano Totò in Spagna , ma lui aveva paura degli aerei. Si dovevano sfruttare le scene degli interni de La Maja desnuda e poi gli esterni in Spagna , ma non potendo andare in Spagna si cambiò la sceneggiatura ed invece di un comico spagnolo si optò per uno francese, Louis De Funès» (http://www.antoniodecurtis.com/eva.htm).
 
ore 21.00 Lo scopone scientifico di Luigi Comencini (1972, 113′)
«Costruendo questo racconto non mi era passato per la mente di scrivere qualcosa che riguardasse i baraccati romani e il potere, ma il rapporto tra il popolo e il potere, l’emotività del popolo e la grande razionalità del potere. Lì si dice soltanto, con molto pessimismo, scetticismo scientifico, che questa partita a carte con il potere non sarà mai vinta. Chi ha il potere e gioca in quel modo, al rialzo, avrà sempre la meglio su chi non ha il potere e al rialzo non potrà mai giocare. […] L’idea del soggetto è presa dalla realtà, avevo assistito coi miei occhi, vicino Napoli, in un albergo, all’arrivo di un’americana in Rolls Royce attesa da due napoletani poverissimi, per la partita. Era una storia che andava avanti da anni, lei prestava loro i soldi e poi glieli vinceva, ma loro speravano sempre…» (Sonego). Nastro d’argento a Mario Carotenuto, quale migliore attore non protagonista.
 
martedì 4
ore 17.00 Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli (1955, 85′)
«Nel suo Castoro su Mario Monicelli, Steve Della Casa definisce questo Un eroe dei nostri tempi come film-cerniera, “che introduce il periodo in cui Monicelli, divenuto regista, si muove nella doppia direzione di continuare ad ottenere il successo di pubblico e di meglio precisare i tratti della propria personalità”. In quegli anni, infatti, Monicelli stava andando alla ricerca di una nuova forma di cinema, più personale, un po’ farsa (adottata fino a quel momento, in particolare con i film girati con Steno e Totò) e un po’ neorealismo rosa, i due generi che più hanno contribuito alla creazione della commedia all’italiana. Un eroe dei nostri tempi non è stato un film-cerniera solo per Monicelli, ma anche per il suo protagonista Alberto Sordi. Nella storia di Alberto, impiegato timido e senza iniziativa, con la perenne paura di restare incastrato in qualche brutta avventura (ovviamente così sarà!), Sordi ha riproposto i caratteri che già erano stati suoi in Un americano a Roma e in Piccola posta e, ad un tempo, con la complicità di Monicelli e dello sceneggiatore Rodolfo Sonego, ha rimarcato i tratti più negativi, “tanto che – scrive ancora Della Casa – il Sordi protagonista di Un borghese piccolo piccolo potrebbe essere considerato il proseguimento (invecchiato, senza speranza e senza più voglia di scherzare) di questo Alberto Menichetti”» (Roberto Urbani). Altri interpreti: Franca Valeri, Giovanna Ralli, Tina Pica, Mario Carotenuto, Leopoldo Trieste e un giovanissimo Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer.
 
ore 19.00 Gian Burrasca di Pier Francesco Pingitore (1982, 89′)
«Tardo tentativo di unire non solo la scurrilità bagaglinesca a quella del cinema di Alvaro Vitali, ma addirittura cercare di far convivere entrambi all’interno del preciso mondo fiorentino del Gian Burrasca di Vamba. Ne viene fuori qualcosa di abbastanza originale, ma anche di terribilmente trash. […] Pingitore, al suo primo film senza Pippo Franco, ha puntato tutto sulla romanità (ma se erano fiorentini?) e sulla costruzione dei personaggi. E dal momento che i caratteristi della commedia sono pronti a tutto e di grande esperienza, il film non è per niente un disastro […]. Ma Carotenuto come padre romanissimo e conservatore è grandissimo e la Merlini un Bombolo al femminile» (Giusti).
 
mercoledì 5
ore 17.00 Il tifoso, l’arbitro e il calciatore di Pier Francesco Pingitore (1983, 95′)
«Stracult secolare per l’episodio di Pippo Franco, tifoso romanista, figlio del capo tifoso romanista Mario Carotenuto, padrone del bar “Forza lupi” (“Che bravo ragazzo”, dice del figlio, “pensa… me poteva nasce’ laziale… meglio frocio!”), ma fidanzato con […] Daniela Poggi, figlia di tal Pecorazzi (Gigi Reder, grandissimo), suo padrone in ditta e supertifoso laziale al punto da tenersi in casa un pappagallo scova romanisti (“Fai l’aquila!”). Il clou della storia è la lunga scena del derby Roma-Lazio dove il povero Pippo Franco si deve dividere, non visto, tra le due tifoserie, più o meno sul modello Arlecchino servitore di due padroni o di Red Skelton “sudista del nord”. Nel derby dà il massimo Carotenuto, che ha perfino uno sturbo iniziale presto sanato dal gol di Di Bartolomei (“Agostino, mettete la pipa che ti facciamo presidente della repubblica!” urla alludendo a Pertini). Ma si riprende subito. “Le pareva che poteva morire mentre giocava la Roma”, spiega Pippo Franco a un tifoso stupito della ripresa del padre, “se moriva così lo potevano scambiare per laziale”» (Giusti).
 
ore 19.00 Febbre da cavallo di Steno (1976, 94′)
Maniaci delle scommesse sui cavalli, Bruno Fioretti detto Mandrake e Armandino Felici detto Er Pomata sono indebitati fino al collo. L’occasione arriva quando si scopre la somiglianza di Mandrake col celebre fantino Jean-Louis Rossini, ingaggiato dal ricco conte Dall’Ara per contrastare il cavallo Soldatino, l’ex brocco di proprietà dell’avvocato De Marchis. «Professionista serio, da più lustri interprete del più genuino umorismo all’italiana […], Steno da qualche anno si cimenta ancora con i nuovi talenti, con l’ultima guardia dei nostri attori brillanti spesso usciti dalla scuola del cabaret. […] Il tratteggio dei personaggi […] è spesso puntuale ed acutissimo» (Pepoli). Con Gigi Proietti, Enrico Montesano, Francesco De Rosa, Catherine Spaak, Mario Carotenuto.
 
ore 21.00 Incontro moderato da Alessandro Boschi con Claretta Carotenuto, Maurizio Giammusso, Lucio Montanaro, Carola Penna, Pier Francesco Pingitore, Giovanna Ralli, Rolando Ravello, Gina Rovere, Enrico Vanzina
 
a seguire La maschera e il sorriso. L’avventura artistica di Mario Carotenuto di Claretta Carotenuto (2016, 60′)
In occasione del centenario dalla nascita di Mario Carotenuto (1916-2016), la figlia Claretta lo ricorda con un film documentario dal titolo La maschera e il sorriso: l’avventura artistica di Mario Carotenuto. Il film, prodotto dalla Scuola di Tecniche dello Spettacolo e patrocinato dall’Assessorato alla Crescita culturale del Comune di Roma, ha ricevuto l’interesse culturale da parte del MiBACT e la collaborazione di Rai Teche, Istituto Luce e Titanus. Menzione speciale per i Nastri d’Argento. L’evento relativo alla prime proiezione pubblica del film è inoltre patrocinato dalla Fondazione Cinema per Roma e dall’Associazione Sportiva Roma.
 
giovedì 6
ore 17.00 Girolimoni – Il mostro di Roma di Damiano Damiani(1972, 125′)
«Nei primi anni del fascismo, un “mostro” inafferrabile terrorizza i quartieri romani di Borgo e di Ponte, seviziando ed uccidendo una serie di bambine. Mentre la psicosi dell’assassino provoca tentativi di linciaggio e il suicidio di persone sospettate, la polizia brancola nel buio più assoluto. Poiché il regime, che aveva promesso l’ordine e la tranquillità, viene accusato di inefficienza, lo stesso Mussolini, che è anche ministro dell’Interno, ordina di trovare ad ogni costo il “mostro”. Grazie all’accusa di un marito geloso e all’ambizione di un brigadiere, voglioso di fare carriera, costui viene finalmente individuato in Gino Girolimoni, un provinciale che a Roma è riuscito a procurarsi una certa agiatezza. Gli indizi contro di lui, come le presunte testimonianze che lo accusano, sono inconsistenti, ma il regime annuncia trionfalmente di aver finalmente liberato la città dall’incubo del “mostro”» (www.cinematografo.it). Mario Carotenuto interpreta il vetturino Sterbini.
 
ore 19.15 …Correva l’anno di grazia 1870 di Alfredo Giannetti (1971, 104′)
Nella Roma ancora soggetta al governo pontificio, ma alla vigilia di diventare capitale d’Italia, numerosi prigionieri politici, colpevoli d’auspicare la fine del potere temporale, languono nelle carceri: alcuni, dopo qualche tempo, cedono e rivolgono al Papa domanda di grazia; altri, più fermi nelle loro idee, la rifiutano decisamente. Tra costoro c’è un popolano, Augusto Parenti (Marcello Mastroianni), che, pur essendo gravemente ammalato, si ostina a resistere. Di idee liberali come lui, sua moglie Teresa (Anna Magnani), una donna energica e coraggiosa, cerca come può di tirare avanti, per sé e per il figlioletto Mario (Duilio Cruciani), finché, spinta dal bisogno, accetta il consiglio di un sacerdote amico, Don Aldo (Mario Carotenuto), e manda il bambino in seminario. Approssimandosi il giorno della liberazione di Roma, un patriota, amico di Augusto, penetra clandestinamente in città con un carico d’armi, e si rivolge a Teresa perché chiami a raccolta i compagni.
 
ore 21.15 Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola (1995, 116′)
«Nella caduta dalla finestra dell’ex cantante di varietà Karlin Ananas ci potrebbe essere lo zampino di suo marito, il signor Bartoloni, settantenne pensionato del ministero, fotografo dilettante, collezionista di fumetti. Siamo autorizzati a nutrire qualche sospetto perché abbiamo sentito lo sciagurato lamentarsi della sua condizione di coniuge oppresso, tanto ansioso di rifarsi una vita con un’altra donna da suggerire al professorino Vincenzo, suo vicino di casa, di ammazzargli la moglie. Alla proposta il giovanotto, esasperato dalla disoccupazione, ha risposto (forse sul ricordo del vecchio film di Hitchcock Delitto per delitto), proponendo a Bartoloni di uccidergli in cambio la madre. Questa, però, è rimasta una battuta: come siano andate le cose in realtà non lo sapremo neanche alla fine, quando dei due l’uno finirà dietro alle sbarre e l’altro no. Pur riesumando un titolo famoso di Octave Feuillet, il regista Ettore Scola ha pensato piuttosto a Georges Simenon; e a quel cinema francese che ha sempre amato indagare i misfatti “dietro la facciata”» (Kezich).Ultimo film di Mario Carotenuto.
Date di programmazione