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La famiglia dal Novecento ai giorni nostri tra cinema e psicoanalisi
11 Febbraio 2012 - 11 Febbraio 2012

Cinema e psicoanalisi hanno diversi punti in comune: nati e sviluppatisi nello stesso periodo storico, hanno continuato ad influenzare, con la propria ricerca, la cultura e l’arte da versanti diversi. Anche se il cinema non ha un presupposto terapeutico, alcuni aspetti della sua indagine hanno, tra l’altro, la capacità di stimolare e mettere in luce talune dinamiche psichiche, nascoste alla coscienza dello spettatore, in questo avvicinandosi alla ricerca e alla pratica psicoanalitica. I film hanno, d’altronde, modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando quel registro iconico che la Psicoanalisi indaga quale livello fondamentale per la simbolizzazione psichica e la pensabilità. Partendo da un incontro fecondo d’interessi la Società Psicoanalitica Italiana e il Centro Sperimentale di Cinematografia hanno da alcuni anni avviato delle iniziative comuni, tra cui il ciclo “Cinema/Psicoanalisi”, articolato con delle proiezioni mensili al cinema Trevi. Dopo che negli scorsi anni si è messo l’accento sulla figura del padre e alcuni aspetti del femminile, nel 2012 sarà il tema della famiglia al centro delle proiezioni e dei dibattiti. Le vicissitudini e le dinamiche familiari hanno da sempre interessato e investito le riflessioni non solo psicoanalitiche, ma anche sociologiche, storiche ed antropologiche. La ricerca psicoanalitica, nel suo studio a fini terapeutici dei livelli profondi della psiche, ha focalizzato nell’evoluzione dei rapporti familiari la matrice di molti disturbi mentali (basti ricordare, a tale proposito, la centralità del triangolo edipico), da qui l’interesse e il progetto di un ciclo di proiezioni che copra un periodo che va dalla fase tra le due guerre fino ai nostri giorni, capace di mettere l’accento sull’evoluzione e i cambiamenti della e nella famiglia, aldilà di talune dinamiche che ne costituiscono il nucleo fondante. Verranno proiettati film dei più importanti registi italiani che hanno contribuito ad approfondire nel tempo il tema della famiglia. Parteciperanno agli incontri, introdotti e coordinati da Fabio Castriota, Presidente del Centro Psicoanalitico di Roma, diversi registi, critici e psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana.

 
ore 17.00
Ragazze da marito (1952)
Regia: De Filippo; soggetto: Steno, Age & Scarpelli; sceneggiatura: Age & Scarpelli, Steno, E. De Filippo; fotografia: Leonida Barboni; scenografia: Piero Filippone; musica: Nino Rota; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: E. De Filippo, Titina De Filippo, Peppino De Filippo, Anna Maria Ferrero, Delia Scala, Lianella Carell; origine: Italia; produzione: Domenico Forges Davanzati; durata: 90′
«Un impiegato ministeriale (E. De Filippo) accetta una tangente per pagare le vacanze alla famiglia: durante la villeggiatura una figlia dovrà fare un matrimonio riparatore, un’altra si fidanza con un giovane povero e la terza sposa un uomo ricco. […] Commedia agrodolce dai toni moralistici, che si regge tutto sulla bravura di Eduardo grande attore sia comico che drammatico» (Mereghetti).
 
ore 19.00
L’uomo di paglia (1958)
Regia: Pietro Germi; soggetto e sceneggiatura: P. Germi, Alfredo Giannetti; sceneggiatura: Piero De Bernardi, Leo Benvenuti; fotografia: Leonida Barboni; scenografia: Carlo Egidi; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Dolores Tamburini; interpreti: Pietro Germi, Luisa Della Noce, Franca Bettoja, Saro Urzì, Edoardo Nevola, Romolo Giordani; origine: Italia; produzione: Vides Cinematografica; durata: 104′
Uomo sposato e con figlia si innamora di una giovane dattilografa, ma non ha il coraggio di separarsi dalla famiglia. «Il successo di Il ferroviere permette […] a Germi di sviluppare […] il suo nuovo tema prediletto: la famiglia, e di scrutare ancora, tra i legami o le rotture, le passioni, i risentimenti, le incomprensioni che si accendono sul fondo grigio di un certo ambiente piccolo-borghese. Ma i suoi personaggi non sono che i riflessi di una società provinciale che si avvia a vivere sempre più appartata dalle grande correnti che percorrono la società europea e il mondo intero» (Lizzani).
 
ore 21.00
Relazione della psicanalista Manuela Fraire e incontro moderato da Fabio Castriota con Marco Vanelli (direttore di «Cabiria – Studi di Cinema»)
Sarà presentein sala Linda Germi
 
a seguire
Prima comunione (1950)
Regia: Alessandro Blasetti; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: C. Zavattini, A. Blasetti; fotografia: Mario Craveri; scenografia e costumi: Veniero Colasanti; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Aldo Fabrizi, Gaby Morlay, Ludmilla Dudarova, Lucien Baroux, Enrico Viarisio, Andreina Mazzotti; origine: Italia/Francia; produzione: Universalia, Franco London Film; durata: 90′
Una serie incredibili di imprevisti e contrattempi travolgono il commendator Carloni nel giorno della prima comunione della figlia. «Prima comunione non è tutto ugualmente sostenuto, ma è tutto sorridente e grazioso. Pieno di piacevoli invenzioni, esso innalza un genere di per sé dimesso, il genere bozzettistico, e trasforma in personaggi le figure» (Lanocita). La voce fuori campo che commenta scherzosamente i fatti è di Alberto Sordi. Breve apparizione nel ruolo di un prete del grande Louis de Funès.
Ingresso gratuito

 

 

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