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Incontro con Zalab e Cinemafrica
29 Marzo 2012 - 29 Marzo 2012

Dopo la proiezione de I nostri anni migliori (2011), alle 19.15, alle 20.00 incontro a cura di Zalab e Cinemafrica.

 
ore 19.15
I nostri anni migliori (2011)
Regia, soggetto, fotografia e montaggio: Matteo Calore, Stefano Collizzolli; musica: Claudio Conforto, Alberto Nevo Cagol; grafiche: Marco Lovisatti; con: Adel ben Gaied, Fehti Ouesleti, Mehrez Houihoui, Nader Lihwel, Mouez Bouarida; origine: Italia; produzione: ZaLab; durata: 45′
Che cosa resta di una rivoluzione nelle vite delle persone che l’hanno attraversata? Tra febbraio e aprile 2011 ventitremila tunisini arrivano a Lampedusa. Il governo italiano urla all’invasione, si parla di un’orda barbarica, di un esodo biblico, di uno tsunami umanitario. Non si parla invece della storia di queste persone. Dai campi di prima accoglienza di Manduria, Mineo e Palazzo San Gervasio cinque di loro si raccontano. Un’intera vita soffocata sotto il regime di Ben Ali, la rivoluzione inaspettata e dirompente che l’ha messo in fuga. Poi la possibilità di partire, per alcuni a lungo sognata e per altri solo improvvisata. Gli anni migliori sono i loro: quelli di una generazione cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che ora ha deciso di provare a prendersela fino in fondo. «Indagine fortemente sociale e antropologica di ciò che succede a un braccio di mare dal suolo italico? Esigenza di dar voce agli ultimi della terra, che hanno potuto toccare con mano quanto razzismo esista qui da noi anche per bocca dell’onorevole Zaia (“Degli immigrati clandestini arrivano sulle nostre coste con telefonini in mano e abiti griffati, vi sembra che scappino dalla miseria e dalla carestia?!”)? Dubbi su cosa andassero a fare e a vedere i leader politici di tutto il mondo ospiti nei 23 anni di regime, da non accorgersi di quello che succedeva? Reportage di denuncia sulla mancanza di organizzazione di un Paese, l’Italia, che da anni si vede al centro di flussi migratori da tutto il Mediterraneo? O semplice diritto di esprimere attraverso l’arte una condizione umana, fatta di esseri umani in cerca come tutti di un posto nel mondo? Sono queste le domande che scaturiscono naturalmente dopo la visione di questo bel documentario realizzato con mani sapienti e che fa della semplicità di fruizione la cifra stessa di tutto il narrato. Non per forza dobbiamo rispondervi, ma di certo dobbiamo interrogarci su cosa la fedele e cieca adesione al potere può fare nelle vite delle persone, avendocela avuto in casa per oltre un ventennio la stessa identica situazione e avendo ben chiare le parole di un giovane poeta tunisino di oltre un secolo fa, Abou el Kacem Chebbi, il quale affermava che “quando il popolo sceglierà la vita, il destino dovrà rispondere, la notte si rischiarerà e si romperanno le catene”» (Fabio Ernetti, Pointblank).
Per gentile concessione di Zalab – Ingresso gratuito
Versione originale con sottotitoli in italiano e inglese
 
 

 

 

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