Incontro con Pupi Avati, Lino Capolicchio, Fabrizio Corallo, Laura Delli Colli, Vittorio Storaro, Vincenzo Vita. Modera Gianni Minà
26 Gennaio 2016 - 26 Gennaio 2016
ore 21.00 Incontro moderato da Gianni Minà con Pupi Avati, Lino Capolicchio, Fabrizio Corallo, Laura Delli Colli, Vittorio Storaro, Vincenzo Vita
a seguire Diario di Matilde Manzoni di Lino Capolicchio (2002,101′)
«”Padre crudele per tutta la vita sono stata un’orfana. È questa la malattia che mi uccide”. Sono le ultime parole del Diario di Matilde Manzoni, secondo lungometraggio di Lino Capolicchio […]. L’ambizioso melodramma in costume che, dichiara il regista, si rifà allo stile di Senso di Luchino Visconti, mette in scena il martirio di Matilde nel nome del padre, quell’Alessandro Manzoni tanto impeccabile di penna quanto cinico e incapace nei rapporti familiari. Ad interpretare la giovane dal volto emaciato e sofferente, perennemente frustata dall’indifferenza paterna e dai rapporti con gli uomini, è l’esordiente Ludovica Andò. Al suo fianco, nei panni degli angeli protettori, Lea K. Gramsdorff nel ruolo di Vittoria, sorella maggiore e moglie felice dell’intellettuale patriota Bista Giorgini (Alessio Boni), e Corinne Clery che interpreta la zia Tante Louise, sposa trascurata di Massimo D’Azeglio (Lino Capolicchio)» (Miriam Tola). «Nel 1982 ho letto La famiglia Manzoni di Natalia Ginzburg e più tardiDiario di Matilde Manzoni di Cesare Garboli. Qui emerge la storia di una ragazza che viveva in una Toscana in cui non succede mai nulla, lontana da un padre indifferente al suo destino. In questa scelta Manzoni è stato forse influenzato dalla seconda moglie [interpretata da Laura Betti, n.d.r.], colei che gli ha fatto conoscere l’amore sensuale. Si è ricordato della figlia solo quando è morta e ha redatto un epitaffio in perfetto italiano. Il grande scrittore italiano era in realtà una persona umanamente ignobile. Nel film c’è qualche elemento autobiografico: anch’io ho avuto un pessimo rapporto con mio padre» (Capolicchio).