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Incontro con Paolo Bologna, Enzo Bargiacchi, Bruno Di Marino, Memè Perlini, Bruno Roberti. Modera Paolo Luciani
06 Marzo 2015 - 06 Marzo 2015

ore 20.10 Incontro moderato da Paolo Luciani con Paolo BolognaEnzo BargiacchiBruno Di Marino, Memè Perlini, Bruno Roberti

 
11 filmati di cinema sperimentale di Paolo Bologna 1977-84 (54′) 
Olimpica di Paolo Bologna (1977, 16′)
«La ricerca linguistica di Olimpica (è il nome della grande arteria viaria dentro Roma, creata in occasione delle olimpiadi di Roma del 1960) era quella di sperimentare una sorta di musica filmica che avesse una partitura-battitura simile a quella musicale, trovare i legami intimi tra film e musica. Ero per di più ossessionato, disgustato dalla società delle macchine e dei consumi, del suo ciclo violento e disumano, quella strada sembrava contenere il suo respiro. Questo piccolo Koyaanisqatsi ante litteram, girato e montato nel 1977, utilizzava per la proiezione lo stesso tipo di musica minimalista (Terry Riley) del film successivo di G. Reggio (Philip Glass). Olimpica risulta essere anche una danza, ipnotica ed affascinante-quanto mortale, dell’uomo macchina spersonalizzato» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
 a seguire Movjole-Jole catturata dalla moviola di Paolo Bologna (1977, 7′)
«Jole è stata catturata dalla moviola e non riesce ad uscire; era andata a sedersi su un muretto, a strapiombo su di un vasto panorama aereo, quando la moviola l’ha catturata. La fa andare avanti ed indietro, la bombarda di gelatine colorate, cieli improbabili, la fulmina con stop-frame continuati; il tempo non è più quello di Zeus, ma ondivago, invece che 24 fotogrammi al secondo sembra trascinato da un paio di buoi; e poi d’improvviso il quadro esce fuori dai pattini della moviola…» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Tiburtina’ Dream di Paolo Bologna (1977, 4′)
«Tiburtina’ Dream è la cinepresa presa a calci, vola in alto fra i palazzi mentre un autobus velocissimo ci porta finalmente fuori da un quartiere simbolo della Roma della speculazione intensiva del dopoguerra; enormi costruzioni senza verde, castelli […], costruiti in altezza e in larghezza, senza una curva, una traccia di armonia o grazia, al fine di ottenere il massimo spendendo il minimo, riempiendo il quartiere di nuova gente inurbata» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Expanded Jole di Paolo Bologna (1977, 8′)
«Expanded Jole si muove tra due scatole concepite come spazio dato: il tunnel-corridoio circolare di un interno di palazzo, e i tunnel notturni illuminati della metropoli. […] A portarci dentro al film è l’ombra di una cinepresa, a portarci fuori è un proiettore di cinema con la bobina oramai esaurita. Interno ed esterno, continuamente si inseguono. Jole, come sorte di corriere-guida, ci precede nel corridoio, inseguita dalla cinepresa; lo spazio è dato, immutabile, come una sua ossessione» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Ocean, Man, Faeces di Palo Bologna (1977, 2′)
Un uomo fa i suoi bisogni in una costruzione aperta sulla spiaggia di fronte l’oceano.
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Jole Pavane di Paolo Bologna (1977, 2′)
«Inquadratura fissa, con Jole che si muove nello spazio come fosse una nota fissa in uno spartito musicale. La pavana è una danza barocca in 4 tempi. Qui sono 4 passaggi più uno parziale e rallentato» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Ketama Lumière di Paolo Bologna (1977, 3′)
«Inquadratura fissa in un cortile di una casolare sui monti del Ketama. Il riferimento è ai fratelli Lumière come tempo cinematografico puro; in questo caso privo di apparenti attrazioni se non la semplice vita che scorre» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Museo residuo del mare di Paolo Pitagora (1977, 2′)
«Quell’architettura fatiscente e abbandonata vicino alla spiaggia, isolata e lontana da qualunque altro manufatto, un luogo deserto senza traccia di umani. […] Ma la sorpresa era dentro. Era un perfetto museo d’arte contemporanea, con dipinti di vasi con fiori, graffiti alle pareti, segni e simboli su altre, enormi lettere di alfabeti diversi, muretti con paia di scarpe abbandonate; padelle come residuo di utilizzo come umano ricovero […]; oggetti abbandonati, tutto era un’esposizione di ready-made significanti. E dagli squarci del muro si vedeva il mare che caricava il tutto di una valenza temporale straordinaria» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Guerre stellari – Jole in the crowd di Paolo Bologna (1977, 2′)
«Il 1977 è l’anno della seconda grande ondata di protesta della cultura giovanile.
 “Siamo realisti, chiediamo l’impossibile!”. Le bobine di film erano due, la seconda me la sequestrò un carabiniere: erano i tempi in cui si sparava alle manifestazioni , i pacifici erano sequestrati dai violenti di ogni parte e colore. Nel montaggio ho privilegiato i momenti individuali: un ragazzo si gira a cercare qualcuno che ha perduto tra la folla; un altro si fissa a guardare delle ragazze carine come qualcosa di irraggiungibile. Il film, nei manifesti cinematografici inquadrati, dicono tanto del periodo e del cinema: Guerre Stellari, film che segnò la definitiva morte del grande cinema artigiano ed “epico” (western-horror) italiano, Squadra antitruffa (il poliziottesco che sopravvisse ancora per poco), Holocaust 2000, film sulla paura dell’energia nucleare» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire J&A+ di Paolo Bologna (1977, 3′)
«J sta a Jole. A sta ad Alberto, + sta come additivo. L’additivo era semplice hascish o più raramente marijuana. Ritrovare il gioco infantile, il “fumo” era questo; ritrovare quel momento ludico, fuori dalla realtà, significava continuare a rendere sociale, l’eredità delle sperimentazioni dei poeti dell’800 e della Beat generation, reclamare una realtà più a misura dell’infanzia dell’uomo che non dell’uomo adulto schiavo della macchina e dell’economia» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Il demone del telecomando di Paolo Bologna (1984, 5′)
«Avevo già debuttato nel cinema narrativo e facemmo un cortometraggio di fiction in bianco e nero, con dei chiari riferimenti al cinema muto narrativo classico e surreale. Buona parte del montaggio fu fatto “in macchina”, cioè calcolando anticipatamente la consequenzialità delle inquadrature e la loro durata» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
                                     
3 spettacoli della Postavanguardia teatrale romana 1979-80 (42′)
Filming and editing Il ladro di Bagdad di Paolo Bologna (1979, 22′)
«Lo scenario, il luogo delle performance, sono i giardini della Reggia di Caserta, il 22-24 giugno 1979. Barberio Corsetti è supportato, per la dicitura dei testi da Ennio Fantastichini, da Francesco Baldi ed Adriano Vecchiotti (già scenografo con il gruppo) come accompagnatori musicali, ora fissi ora itineranti, con improvvisazioni di strumenti a fiato. Le riprese (in tre luoghi dell’azione scenica) furono impostate in quadri rigorosamente fissi e dal valore pittorico, […] con una leggera variante finale (ravvicinato per il quadro tre). […] Nel montare il girato, 35 anni dopo, visto che le riprese senza sonoro risultavano particolarmente statiche, ho aggiunto […]idee in linea con tutto il meta-cinema sperimentato nei precedenti anni 1977-78» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire Ensemble di Paolo Bologna (1980, 10′)
«Ensamble è la terza ed ultima collaborazione con La Gaia Scienza, gruppo costitutivo della Postavanguardia teatrale italiana, (composto da Giorgio Barberio Corsetti, Nunzia Camuto, Marco Solari ed Alessandra Vanzi) riunitosi proprio in occasione dello spettacolo. La riproposizione cinetica si basa principalmente sui due filmati super8, proiettati all’interno dello spettacolo, sui testi critici di Enzo Bargiacchi, sulla brochure dello spettacolo e altri materiali» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
 
a seguire La battaglia di Anghiari di Paolo Bologna (1980, 10′)
«La battaglia di Anghiari è la seconda ed ultima collaborazione con Benedetto ed Esmeralda Simonelli. La riproposizione cinetica si basa principalmente sui due filmati super8, proiettati all’interno dello spettacolo, sui testi critici di Enzo Bargiacchi, sulla brochure dello spettacolo e su dichiarazioni dello stesso Benedetto Simonelli. Per effettuare le riprese Benedetto ed Esmeralda si immersero tra le onde del mare di Ostia: erano i primi giorni di gennaio di un giorno di tramontana…» (Bologna).
Proiezione a ingresso gratuito
Date di programmazione