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Incontro con Claudio Sestieri
19 Marzo 2013 - 19 Marzo 2013
ore 21.00
Incontro moderato da Vito Zagarrio con Claudio Sestieri
 
a seguire
Dolce assenza (1986)
Regia: Claudio Sestieri; soggetto: C. Sestieri; sceneggiatura: Sandro Petraglia, C. Sestieri; fotografia: Charles Rose; scenografia: Ada Legori; costumi: Ester Marcovecchio; musica: Mauro Pagani; montaggio: Gennaro Oliveti; interpreti: Jo Champa, Fabienne Babe, Sergio Castellitto, Pier Luigi Crespi, Alessandro Balducci, Raffaele Fallica; origine: Italia; produzione: Rai; durata: 106′
Nella Milano glamour del 1986, Gloria (Jo Champa), una modella di successo e Sara (Fabienne Babe), una baby sitter lunare e introversa, sono amiche e dividono lo stesso appartamento. Quando improvvisamente Sara scompare, Gloria inizia a cercarla aiutata da Vittorio (Sergio Castellitto), autoironico giornalista sportivo e corteggiatore di Sara. La scoperta del diario-video tenuto segretamente dalla baby sitter permette a Gloria e Vittorio di seguire le sue tracce perdute e di riscoprirla molto diversa da come credevano fosse. E intanto, quella fase di assenza sarà servita per far crescere e ridefinire sentimenti e desideri. Definito da Tullio Kezich come “un omaggio a Antonioni dalla civiltà dell’immagine” e costruito come un giallo dell’anima, Dolce Assenza è il primo film (due anni prima di Family Viewing di Atom Egoyan e tre prima di Sesso, bugie e videotape di Soderbergh) a proporre un giornale intimo su Vhs. «Non meritava la lunga attesa cui è stata costretta, e la mediocre “uscita” cui è stata emarginata, l’opera prima di Claudio Sestieri – critico cinematografico […], documentarista e regista televisivo […]. Ma il film non è soltanto un prodotto affettivamente, e affettuosamente, “antonioniano”, coltamente memore di un capolavoro che segnò l’inizio degli anni ’60. L’avventura, oltreché un gran film, fu anche, in quelle lontane stagioni, la radiografia di un ambiente e di una classe, nonché di una generazione e di un’epoca, cui non erano rimasti altro sentimento che la pietà, altra umanità che la reciproca solidarietà nella comune aridità sentimentale. Ad oltre un quarto di secolo di distanza, Sestieri propone una situazione analoga (l’Assenza), un meccanismo narrativo non dissimile (la Ricerca), una conclusione non troppo diversa (la Solidarietà). […] Ebbene Dolce assenza vuole essere, ed è suo merito riuscirci almeno in parte, un film sul mutamento e sulla immodificabilità, cioè proprio sul percorso – ovvero sulla identità e sulla diversità – da quella “assenza” amara che investiva, nel ’60, Claudia e Sandro e la scomparsa Anna, all'”assenza” dolce che investe, nell’86, Gloria e Vittorio e la scomparsa Sara. Sestieri punta essenzialmente […] su due elementi differenzianti, ambientale e mediologico. In Antonioni la “avventura” aveva uno sfondo naturale, che puntava tutto o quasi su mirabili “esterni” e sul contrasto con un paesaggio meraviglioso ed estraneo; la “avventura” di Gloria, Vittorio e Sara si svolge invece essenzialmente in glaciali “interni” colmati di “oggettistica” di consumo, caratterizzati da un’amorfa sordità. In Antonioni lo “sguardo” cinematografico era quello con cui veniva “oggettivata”, in mirabili immagini, la angoscia soggettiva; in Dolce assenza lo sguardo cinematografico si sdoppia, sgranandosi nelle immagini algidamente meccaniche del “medium cool” televisivo, cui Sara – prima di sparire – ha affidato un proprio diario e la registrazione di un proprio irripetibile “presente”, che continua a turbare Gloria come la traccia di una realtà che è contemporaneamente indelebile e irripetibile» (Miccichè).
Ingresso gratuito
 

 

 

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