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In viaggio con Calvino: il cinema e le sue trame invisibili
01 Ottobre 2013 - 05 Ottobre 2013
«Scrittore, cinefilo, critico, teorico, cosmonauta dell’immaginario, soggettista e sceneggiatore, documentarista, intellettuale impegnato nella battaglia delle idee e “giocatore” negli apparati culturali, punto di riferimento vitale per i cineasti del XXI secolo, gli esploratori della “verità della vita globalizzata”. All’interno di una mostra in progress (In viaggio con Calvino) ecco una rassegna di film a soggetto “calviniano”, neo-post-realisti, anche industriali, o ispirati ai suoi scritti, comprese le opere che hanno con Calvino un rapporto di scambio a distanza, diretto e obliquo. È il Calvino polemista, in attesa del Sacro Gra» (Silvestri).
«È uno degli scrittori che direttamente meno hanno contribuito al cinema italiano: qualche collaborazione a sceneggiature […]. Ma è forse lo scrittore italiano che più ha anticipato nella propria opera l’immaginario, le fascinazioni, le tendenze del cinema internazionale contemporaneo: il mondo medievale rivissuto con ironia, l’universo magico ripetitivo e fatale della fiaba, le cosmogonie fantastico-scientifiche, le città del sogno tra Oriente visionario e megalopoli moderna, la narrativa come processo combinatorio di elementi preesistenti, la narrazione come forma compiuta che è possibile scomporre giocando col racconto come con gli scacchi» (Tornabuoni).
La rassegna, curata da Roberto Silvestri, è organizzata da IXCO (Istituto Italiano per la Cooperazione o.n.g.), Casa dell’Architettura, Cineteca Nazionale, Archivio Nazionale Cinema d’Impresa.
 
martedì 1
ore 17.00 Marcovaldo di Giuseppe Bennati (1ª e 2ª puntata) (1970, 120′)
«Il Marcovaldo di Bennati presenta le tipiche caratteristiche degli sceneggiati televisivi Rai di quegli anni, vale a dire la derivazione letteraria, il riferimento al modello teatrale (poche le riprese in esterno), gli studi di produzione allestiti come un palcoscenico con quinte e fondali, la grande qualità della recitazione. Elemento distintivo è la presenza prima dei titoli di testa di un servizio giornalistico della durata di 2’20”, realizzato nell’hinterland torinese, che costituisce il prologo di ogni puntata» (Santoro). Con Nanni Loy, Didi Perego e Arnoldo Foà.
Copia proveniente da Rai Teche
 
ore 19.15 L’uomo fiammifero di Marco Chiarini (2009, 81′)
Simone, 11 anni e orfano di madre, vive col padre nella campagna abruzzese dei primi anni Ottanta e frequenta Lorenza, due anni più grande, e le figure immaginarie della sua fantasia incandescente. Un viaggio nell’adolescenza, in bilico calviniano tra la realtà della vita e la verità del sogno, dell’acquarello, del disegno e della fantasia. Premio David di Donatello 2010 come miglior esordio e migliori effetti speciali visivi. Film Autoprodotto.
 
ore 21.00 Incontro con Marco Chiarini, Roberto Giannarelli
 
a seguire L’isola di Calvino di Roberto Giannarelli (2006, 61′)
Giornata a Ingresso gratuito
 
mercoledì 2
ore 17.00 Marcovaldo di Giuseppe Bennati (3ª puntata) (1970, 60′)
Copia proveniente da Rai Teche – Ingresso gratuito
 
ore 18.15 America paese di Dio di Luigi Vanzi (1966, 126′)
«Un concetto base che il documentario vuole comunicare è che l’America non è staccata dalla religiosità: la cerca, ne sente il bisogno, talvolta la possiede in maniera esibizionistica, ingenua o sbagliata. […] Le immagini sono talvolta critiche, spietate, ma corrispondenti all’esistente, verificate, non ovvie. Il testo […] nato dalle immagini, si sente che è arrivato a cose fatte, che lo scrittore (I. Calvino) ha tentato un discorso proprio, non sempre ottenendo la necessaria fusione» (M. Verdone).
 
ore 21.00 Incontro con Drahomira Biligova, Alessandra Vanzi
 
a seguire Il cavaliere inesistente di Pino Zac (1969, 97′)
«Zac ripropone sullo schermo senza particolari varianti i personaggi di Calvino, mentre semplifica le loro peripezie tra Scozia, Marocco e reami immaginari, catturando in modo quanto mai convincente lo spirito fiabesco proprio del romanzo. Dal canto loro, le gag comiche sono ben rese per il piacere del pubblico infantile, cui il film è destinato secondo le intenzioni della produzione» (Santoro).
Ingresso gratuito
 
giovedì 3
ore 17.00 Marcovaldo di Giuseppe Bennati (4ª e 5ª puntata) (1970, 120′)
Copia proveniente da Rai Teche
 
ore 19.15 L’avventura di un soldato di Nino Manfredi (ep. de L’amore difficile, 1963, 24′)
«Mediometraggio che Nino Manfredi ricava dall’omonimo primo racconto – scritto nel 1949 – della raccolta Gli amori difficili. […] L'”amore difficile” è quello di un soldato (Manfredi), che nello scompartimento di un treno – siamo in una torrida giornata estiva – tenta testardamente di ottenere i favori di una vedova tanto giovane, bella e prosperosa quanto silenziosa (Fulvia Franco)» (Santoro).
 
a seguire Renzo e Luciana di Mario Monicelli (ep. di Boccaccio 70, 1962, 42′)
«Il racconto del 1958, L’avventura di due sposi, inserito nella raccolta Gli amori difficili, è alla base di Renzo e Luciana di Mario Monicelli. […] Per Monicelli Calvino scrive un soggetto di undici pagine dattiloscritte, ripartito in sette episodi. […] Arpino, alla sua prima esperienza cinematografica, si mette al lavoro sul testo di Calvino, finendo per stravolgerlo completamente: lo ritiene “troppo alla René Clair”» (Santoro).
 
ore 20.45 Incontro con Marco Visalberghi
 
a seguire Lo specchio di Calvino di Damian Pettigrew (2012, 77′)
Giornata a ingresso gratuito
 
venerdì 4
ore 17.00 Marcovaldo di Giuseppe Bennati (6ª puntata) (1970, 60′)
Copia proveniente da Rai Teche – Ingresso gratuito
 
ore 18.15 Le Chant du Styrene di Alais Resnais (1958, 13′)
Nel 1985, il Progetto Cultura Montedison propone a Italo Calvino – pochi mesi prima della sua prematura scomparsa – di tradurre il testo che Raymond Queneau scrisse nel 1958 per Le Chant du Styrène di Alain Resnais. Calvino infatti, non soltanto era amico di Queneau, di cui aveva fatto tradurre da Einaudi numerose opere letterarie, ma era anche membro dell’Ouvroir de Littérature Potentielle. Il documentario, in origine, era un “film d’impresa”, commissionato dal gruppo chimico Pechiney, per raccontare le creazione del polistirene, all’epoca una materia plastica particolarmente innovativa. Queneau compose un testo in versi alessandrini, tutto giocato sul filo dell’ironia, in controcanto sulla musica “algoritimica” di Pierre Barbaud e alle straordinarie composizioni visive di Alain Resnais. Per rendere correttamente nella traduzione la terminologia chimica, Calvino si avvale della consulenza di Primo Levi. Il testo viene pubblicato all’epoca dall’editore Scheiwiller e soltanto nel 2011, nella revisione di un fondo di cassetta Umatic del Progetto Cultura, l’Archivio Nazionale Cinema Impresa scopre l’esistenza di una versione del film di Resnais doppiata con la traduzione di Italo Calvino.
 
a seguire Città di Pavese (Torino) di Massimo Mida (1960, 15′)
Massimo Mida, diplomato al Centro Sperimentale come il fratello Gianni Puccini, poi critico cinematografico, esordisce al cinema come collaboratore di Rossellini in Un pilota ritorna. Questa condizione di “aiuto” condizionerà in futuro tutta la sua carriera, che lo vedrà coinvolto nella realizzazione di capolavori del cinema italiano (da Paisà a Luci del varietà a Europa ’51), senza tuttavia mai riuscire a rivestire un ruolo da protagonista. Più che non i suoi lungometraggi a soggetto degli anni Sessanta-Settanta, restano interessanti le sue produzioni documentaristiche. La città di Pavese mostra una Torino crepuscolare, una città che sembra non avere un centro, fatta di “terrains vagues”, di quartieri in costruzione (nel documentario si vede tra l’altro il cantiere di Italia 61, l’esposizione per il centenario dell’unità d’Italia), strade sterrate, ancora quasi senza nome, mentre soltanto il fiume e la collina – dunque due elementi di paesaggio fortemente connotati in senso “naturale” – le imprimono tocco di colore. Calvino ritrova le atmosfere delle poesie giovanili di Pavese raccolte in Lavorare stanca o dei racconti di La bella estate, sottolineando la poesia crepuscolare di una palestra di boxe, degli imbarcaderi sul Po, di una gita in Vespa sulla collina, che le immagini di Massimo Mida illustrano con efficacia.
 
a seguire Giorni di furore di Alfieri Canavero, Giovanni Canavero, Gianni Dolino, Isacco Nahoum (1963, 106′)
Giorni di furore riecheggia nel titolo Giorni di gloria, girato all’alba della Liberazione da Visconti, De Santis e Marcello Pagliero. Documentario di montaggio – oltre a scene già utilizzate in Giorni di gloria si riconoscono immagini tratte dal documentario di Fernando Cerchio Aldo dice 26 x 1 – viene realizzato per celebrare il ventennale della Resistenza da un gruppo di intellettuali e tecnici di area comunista: gli ex comandanti partigiani e poi dirigenti del PCI Isacco Nahoum e Gianni Dolino; il più importante direttore della fotografia del cinema torinese Alfieri Canavero, e il fratello Giovanni in funzione di fonico; mentre la supervisione al montaggio viene affidata a Mario Serandrei, già montatore di Giorni di gloria. Al testo di commento collaborano il futuro storico Paolo Spriano e Italo Calvino. Nonostante possa contare su un buon repertorio di immagini, alcune delle quali all’epoca inedite, Giorni di furore resta tuttavia un’opera un po’ appesantita dagli intenti celebrativi che la mancanza di una forte mano di regista non riesce sempre a trasformare in percorsi narrativi.
Programma a cura di Sergio Toffetti
 
ore 20.45 Incontro con Gianfranco Rosi e Vito Santoro
Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro di Vito Santoro Calvino e il cinema (Quodlibet, 2012)
a seguire Tanti futuri possibili. Con Renato Nicolini di Gianfranco Rosi (2012, 30′)
Renato Nicolini, seduto dentro un mini-van che corre lungo il Grande Raccordo Anulare di Roma racconta, tra suggestioni metafisiche, considerazioni antropologiche, urbanistiche e calcistiche, calcoli matematici, utopie politiche e leggende metropolitane, l’opera dell’ingegner Gra. L’omaggio all’architetto Renato Nicolini, storico padre dell’Estate romana, scomparso nell’agosto 2012 all’età di settant’anni, è l’introduzione a Sacro Gra, Leone d’oro della Mostra di Venezia 2013, dedicato a Nicolini, esplorazione patafisica di geografia emozionale che molto deve alle Città invisibili di Italo Calvino. 
Ingresso gratuito
a seguire Cinema 70 (1969, 5′)
a seguire Buonasera con… Italo Calvino (1979, 25′)
a seguire Calvino (1992, 13′)
a seguire Tortuga (1993, 35′)
Copie provenienti da Rai Teche – Ingresso gratuito
 
sabato 5
ore 17.00 Domani accadrà di Daniele Luchetti (1988, 90′)
Vite e avventura di due butteri (Paolo Hendel e Giovanni Guidelli) nella Maremma ottocentesca. «La presenza di Italo Calvino è preponderante a vari livelli, dall’onomastica a situazioni adattate da Il barone rampante, temi cari allo stesso autore, quali l’educazione e l’utopia, fino ad adottare la poetica del tardo Calvino ad un livello più profondo, cioè la messa in scena di una molteplicità di storie soltanto cominciate all’interno di una stessa cornice, secondo una struttura che rimanda all’iper-romanzo dello stesso Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore» (Simone Testa). Cameo di Nanni Moretti, produttore del film.
 
ore 18.45 I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958, 106′)
«Il mio amico Furio Scarpelli dice che l’episodio de I soliti ignoti in cui i ladri cominciano a mangiare nella cucina dell’appartamento dove erano andati per rubare gli è ispirato da una mia novella, Furto in pasticceria» (Calvino). «L’idea era divertente. Non mi convincevano però i dolci. Volevo una soluzione meno legata a un aspetto voluttuario. Cercavo più concretezza, qualcosa di carattere sociale. La pasta e ceci, quella sì» (Monicelli).
 
ore 20.45 Incontro con Carlo Di Carlo
 
a seguire L’inseguimento di Carlo Di Carlo (1972, 23′)
«L’inseguimento (pubblicato per la prima volta sulle colonne del “Giorno” il 28 maggio 1967) […] presenta una situazione “temporalmente sospesa”: un killer e la sua vittima designata, nonché io narrante, sono bloccati ognuno nella propria macchina nel mezzo di un ingorgo stradale» (Santoro). Realizzato, come L’avventura di un lettore, per la seconda rete televisiva tedesca, è interpretato da Alessandro Haber e Aldo Massasso.
Ingresso gratuito
 
a seguire L’avventura di un lettore di Carlo Di Carlo (1973, 34′)
«Nel racconto del 1958 L’avventura di un lettore, contenuto negli Amori difficili, Calvino offre il ritratto di Amedeo Oliva, un uomo che ha ormai da tempo ridotto al minimo “la sua partecipazione alla vita attiva”. La sua vita ha una dimensione contemplativa». «Ho sempre amato Italo Calvino più di ogni altro scrittore italiano» […] per come aveva saputo, lungo tutta una vita, “abitare” la scrittura (Di Carlo). Con Felice Andreasi e Carla Tatò.
Ingresso gratuito
Date di programmazione