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In ricordo di Teresa Ann Savoy
31 Marzo 2017 - 31 Marzo 2017
«Giovane, bellissima, totalmente disinibita, Teresa Ann Savoy, che si è spenta per una rapida e brutta malattia a 62 anni, non è facilmente dimenticabile per chi è cresciuto nel cinema eccessivo e provocatoriamente erotico degli anni ’70. Perché, pur avendo girato non più di una quindicina di film, ha interpretato ruoli memorabili in opere altrettanto memorabili. Cito solo la Clotilde di Le farò da padre di Alberto Lattuada, il suo film d’esordio, la Margherita di Salon Kitty di Tinto Brass, con la sua incredibile scena lesbo con Tina Aumont sotto gli occhi di Helmut Berger, l’ermafrodita Mary di Vizi privati, pubbliche virtù di Miklos Jancso, la meravigliosa Drusilla di Caligola di Tinto Brass. Film maledetti di autori maledetti che lei attraversava con una grazia e una leggerezza inconsapevole tipica di quegli anni. Lattuada la scelse vedendola su una copertina e in una serie di fotografie di Playmen nell’ottobre del 1973, era appena arrivata dall’Inghilterra a Milano seguendo un suo amore fotografo, e ne colse subito la bellezza fuori dal comune e la grazia: “Voglio ritrovare il paradiso terrestre, l’amore prima del peccato originale, al di là e al di fuori della storia, ossia della religione, della morale e della famiglia” (“Il Messaggero”, febbraio 1974)» (Marco Giusti).
 
ore 17.00 Le farò da padre di Alberto Lattuada (1974, 109′)
«Saverio Mazzacolli, giovane avvocato romano, vuol realizzare nel Salento un villaggio turistico. Le idee e le amicizie altolocate non gli mancano: i soldi sì. Li ha, però, una nobildonna locale, la contessa Raimonda Spina e in lei, portandosela anche a letto, Saverio ripone le sue speranze. Ma la donna è furba e pretende, per finanziare il progetto, un’esosa percentuale dei guadagni. Per aggirare l’ostacolo, l’avvocato chiede in sposa la sedicenne figlia della contessa, Clotilde, bella ma mentalmente ritardata. La proposta accettata non rende tuttavia donna Raimonda più disposta a cedere» (www.cinematografo.it). «Film di amore per il cinema e dunque la vita, film di calda e travolgente lussuria» (Turroni). Con Gigi Proietti, Irene Papas e Teresa Ann Savoy.
 
ore 19.00 Vizi privati, pubbliche virtù di Miklós Jancsó (1976, 104′)
«In una villa sontuosa circondata da un vasto parco l’erede al trono imperiale trascorre l’estate contestando il vecchio imperatore nell’unico modo che gli è congeniale: lo sberleffo, l’imprecazione e soprattutto l’orgia. Circondato prima dalla ristretta cerchia della propria corte (fra cui l’amante ermafrodita e la governante oscena), poi dai giovani dell’aristocrazia, una compagnia di attori e un gruppo di campagnoli, scatena una sarabanda sessuale condita di tutte le turpidudini e deviazioni» (www.cinematografo.it). Con Teresa Ann Savoy, Lajos Balázsovits, Pamela Villoresi, Franco Branciaroli.
 
ore 20.45 Incontro moderato da Andrea Schiavi con Amedeo Fago, Giovanna Gagliardo, Paolo Pitagora
 
a seguire La donna del traghetto di Amedeo Fago (1986, 89′)
«Di tutto ciò si sono dimostrati ben provvisti Amedeo Fago, Lia Morandini, Stefano Rulli, Alessandro Haber, tutti più o meno intensamente risucchiati nell’ideazione, nella conseguente realizzazione del film La donna del traghetto. […] A dirla in modo schematico, è un favola sospesa tra arcaiche suggestioni agresti, miti e credenze del mondo contadino, forzature immaginarie che sfociano presto in piccole, allusive illuminazioni poetiche-morali. […] C’è una selva fitta di sentimenti, di ricordi, di rimpianti nella Donna del traghetto che, esplorata di volta in volta per il tramite di personaggi di plurimo senso e stratificata identità quali, appunto, Giolì, Viola, Libero, ecc., restituisce al vivo un’acuta impressione di freschezza narrativa, di fervore morale che prima affascina, poi incanta irresistibilmente, proprio come nelle migliori favole, merito indubbio della sicura mano registica di Amedeo Fago» (Borelli). Con Teresa Ann Savoy, Paolo Rossi e Philippe Leroy.
 
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