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Il sovversivo. Il cinema di Franco Brogi Taviani
21 Gennaio 2015 - 22 Gennaio 2015
«Documentarista? Forse. Ma anche regista di fiction, film, pubblicità. Quello che si dice in modo un po’ antico, ma che tanto mi è sempre piaciuto, “cineasta”. Il documentario però risulta, da questa rassegna, predominante nel mio lavoro di “cineasta”. Non credo sia una scelta. Ma credo che siano stati gli eventi professionali e di vita. Da cui non si disgiunge ovviamente anche una forte dose d’amore per il genere. Tanto che ho frequentato tutti i generi del documentario: industriale, d’immagine, turistico, sociale. Ma io, i miei documentari di lungometraggio, li ho sempre chiamati film, perché tali li ho sempre considerati. Non per un senso di sminuimento, ma perché ho sempre pensato la loro struttura in maniera “filmica”, adottando gli stessi ritmi narrativi e la drammaturgia che scaturiscono dallo stesso ceppo dei film e delle fiction.
I documentari cosiddetti industriali o, diciamo così, più funzionali a precise richieste, credo mantengano o tentino di mantenere comunque sempre una cospicua dose di artigianalità creativa. Quella artigianalità nobile che spesso è contigua all’arte, nei casi fortunati. D’altra parte ho sempre considerato il “cineasta” parte della categoria artigiano-artista. In coscienza so che dentro di me porto, per ogni singolo fotogramma di film o documentario che sia, sempre lo stesso amore artigianale di chi si sforza di far bene un mestiere che ama» (Brogi Taviani).
 
mercoledì 21
ore 16.30 Deserto di uomini di Franco Brogi Taviani (1965, 10′)
In un paese della Lucania l’emigrazione ha cancellato la presenza degli uomini. Sono andati via lasciando le loro case, ormai scardinate dal vento. Alcune donne di un paese vicino si aggirano per prelevare oggetti rimasti nelle case,come fantasmi di un mondo che riemerge miracolosamente dell’oblio.
 
a seguire Malato n. 41 di Franco Brogi Taviani (1967, 11′)
Il problema della sanità, tra mancanza di personale e strutture insufficienti. Problemi cronici, che il documentario denuncia con clinica precisione.
 
a seguire Un calcolatore, dei ragazzi di Franco Brogi Taviani (1969, 16′)
Il documentario racconta l’esperienza didattica svolta da alcuni allievi della scuola media Umanitaria di Milano in collaborazione con la società Olivetti che si proponeva di presentare agli studenti le molteplici funzioni del microcomputer Olivetti Programma 101.
 
a seguire Necropoli Vaticana: luce e restaurodi Franco Brogi Taviani (2000, 15′)
Documentario sul restauro della Necropoli Vaticana e il nuovo impianto di illuminazione inaugurato in occasione del Giubileo del 2000.
 
a seguire Carlo Levi, la pittura del esilio di Franco Brogi Taviani (2001, 30′)
Carlo Levi fu condannato dal regime fascista al confino: in Lucania, prima a Grassano, poi ad Aliano, in provincia di Matera; dall’agosto del 1935 al maggio 1936. L’impatto con quel mondo isolato e sofferente, la cui cultura gli apparve come ferma nel tempo e intrisa di arcaicità e di mito, incise fortemente sul suo immaginario, diventando parte integrante del suo universo interiore. Di quel mondo Levi parlerà nel suo Cristo si è fermato a Eboli. Il film ripercorre la storia di quell’anno di esilio, intreccia testimonianze di chi ha conosciuto Levi in quegli anni, con commenti critici di esperti e biografi.
 
a seguire Spot Agip (Repubblica Ceca, Portogallo, Spagna, Austria) diFranco Brogi Taviani(1997-98, 12′)
 
a seguire Backstage Spot Agip Praga diFranco Brogi Taviani e Andrea Prandstraller (1997, 9′)
 
ore 18.30 Una strana vacanza di Franco Brogi Taviani (2005, 55′)
Ottobre 1943. Tre ufficiali inglesi prigionieri dei tedeschi fuggono dal treno che li sta portando in Germania. Vagano per l’Abruzzo, fino a quando vengono accolti da una famiglia. A distanza di sessant’anni i due sopravvissuti ritornano nei luoghi della loro avventura, incontrando i testimoni dell’epoca.
 
ore 19.30 Italiani all’Opera di Franco Brogi Taviani (2011, 60′)
L’emigrazione italiana in Argentina raccontata attraverso il viaggio di un giovane cantante lirico in cerca di fortuna. L’Opera come sfondo di una grande epopea per ricordare ai popoli dei paesi più sviluppati cosa voglia dire essere emigranti, sradicati dal proprio mondo. Una riflessione sulla solidarietà, la convivenza, la tolleranza.
 
ore 20.45 Incontro moderato da Ennio Bispuri con Franco Brogi Taviani
 
a seguire Gli sconosciuti di Franco Brogi Taviani (2013, 75′)
Un cinquantenne, Rocco, è in attesa che il suo amore Carla, di cui ha quasi il doppio degli anni, lo passi a prendere nella scuola vuota, dove lui sta correggendo delle tesi con il suo assistente Tancredi: quel giorno Carla ha deciso di andare a vivere con lui per sempre. Ma Carla non arriva, rimanda… «In questa epoca di crisi e di soffocamento della cultura (specialmente in Italia), ho voluto fare un film a dispetto di tutto ciò. Questo è un film che prima di tutto è stato una sfida produttiva, vinta a tutti gli effetti. Sostenuto da una scuola coraggiosa e all’avanguardia, lo IED (Istituto Europeo di Design di Roma), con un gruppo di allievi, ho deciso di nuotare contro la corrente epocale che vuole trascinare la cultura nel gorgo dell’economicismo senza volto, e fare un film creativamente libero, ma con l’ambizione di entrare nel circuito distributivo. […] Insegnando il mestiere, l’ho applicato alla costruzione di un’opera con tutti i crismi della professionalità. Tanto sacrificio, tanto entusiasmo. Finanziamenti privati minimi, costo industriale pressoché vicino allo zero e senza l’intervento dello Stato. Un film assolutamente libero, anche commercialmente» (Brogi Taviani). Con Rosario Parente, Tancredi Rinaldi, Francesca Splendiani, Tatjana Cardone.
Ingresso gratuito
 
a seguire Perché voglio fare l’attore di Franco Brogi Taviani (2013, 49′)
Alcuni allievi dell’Accademia Artisti testimoniano il loro desiderio: essere attori. Motivazioni profonde ed effimere. Storie tragiche, buffe: lacrime e risa. Un’umanità che vuole”essere riconosciuta” o semplicemente”essere”. Tutte le scene sono tratte dalle lezioni di Brogi Taviani che ha voluto firmare questa esperienza più come testimone che come autore. 
Ingresso gratuito
 
giovedì 22
ore 17.00 Un fallito di successo. Incontro con Ennio De Concini di Franco Brogi Taviani (2002, 50′)
Ritratto a cura di Callisto Cosulich per la serie Archivi della Memoria – Ritratti italiani, prodotta dal Csc.«Ennio De Concini, fin dalla prima domanda, ha affrontato il racconto di sé con la più intransigente determinazione a rovesciare qualsiasi forma di autocelebrazione e per questo ha farcito il suo narrare di ogni possibile riduttivo; e in misura tanto maggiore quanto più si faceva palese il giganteggiare del successo di tutta la sua opera di scrittore di cinema. Un successo vissuto quasi con fastidio, irritazione […] Nessun successo nel mondo del cinema – beato lui, pensavo con invidia – ha potuto, può o potrà mai risarcire la sua grande delusione: quella di non essere riuscito a scrivere, ispirato, un solo verso come “dolce color di oriental zaffiro”» (Brogi Taviani).
 
ore 18.00 Forse Dio è malato di Franco Brogi Taviani (2007, 90′)
«Un’esplorazione su celluloide attraverso il Mozambico, l’Angola, l’Uganda, il Senegal, il Camerun e il sud del Paese in generale, tra storie di abbandono in tenera età, bambini accusati di stregoneria, diaspora dell’emigrazione, donne sieropositive che lottano contro la malattia, miseria regnante e, soprattutto, la costante presenza di un’ignoranza forse naturale, forse semplicemente imposta» (Francesco Lomuscio). «Ho pensato ad un film che guardi strettamente al presente e non si arrampichi sugli specchi di un futuro a tutti sconosciuto, un film a suo modo didascalico, ma dotato di una cadenza drammaturgia e poetica – quella dell’alternanza tra storie e testimonianze, tra documentario e ricostruzione filmica – scandita nelle canzoni che “poeticamente”, appunto, interpuntano e amalgamano la diversa e cruda materia narrativa». Liberamente ispirato all’omonimo libro di Walter Veltroni.
 
ore 19.45 La sostituzione di Franco Brogi Taviani (1970, 60′)
In una astratta epoca futuribile il film narra del sacrificio di una donna che accetta di sostituire il marito scelto come vittima, tra le tante che, periodicamente, un popolo invisibile, “gli stranieri” , reclama. Morti senza sofferenza apparente, dovute a un morbo a cui nessuna scienza si può opporre.La generosa protagonista, durante il suo declino, si rende conto che è vittima non solo del fato, ma anche dell’egoismo umano e di un mondo dove il maschilismo, seppur occultato, detiene ancora il potere culturale. Ma è troppo tardi per ribellarsi… Fu realizzato per i Programmi Sperimentali della Rai, curati da Italo Moscati, e invitato al Festival di Pesaro. Con Adalberto Maria Merli e Maria Carrilho.
 
ore 21.00 Storia di Jela, divenuta Regina di Franco Brogi Taviani (2013, 60′)
La storia di Jela, la giovane nobile montenegrina Jelena PetrovicNjegos, che diventerà la regina Elena di Savoia, è ricostruita attraverso una rivisitazione dei luoghi dove ha vissuto, focalizzando soprattutto il suo mondo di origine, il Montenegro. La sua vita inizia tra le montagne montenegrine, dove riceve un’educazione tradizionale, impara le lingue, la musica, cavalca e va caccia, poi, alla fine dell’Ottocento, si raffina alla corte russa per approdare infine in Italia, fidanzata di un principe, Vittorio Emanuele IIi, di cui si innamora ed è amata, al di là e quasi a dispetto degli obblighi dinastici. Qui diventa regina e madre di quattro figli. 
Date di programmazione