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Il passaggio dal muto al sonoro in Italia
19 Dicembre 2013 - 20 Dicembre 2013
 
«Sta capitando al cinematografo
quella ridicolissima disavventura
che in una delle sue più famose favole
Esopo fa capitare al vanitoso pavone,
allorché, lusingato […]per la sua magnifica coda
e la maestà del suo incesso regale,
 aprì la bocca per fare udire la voce e fece ridere tutti»
Luigi Pirandello, Se il film parlante abolirà il teatro (1929)
 
È un periodo convulso e controverso quello della transizione dal muto al sonoro che, a cavallo tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, rivoluziona e trasforma la scena della cinematografia mondiale, Italia compresa, scatenando dibattiti teorici, mutamenti tecnici, terremoti produttivi e distributivi, rivoluzioni nelle professionalità. La rassegna – organizzata in occasione della pubblicazione del libro di Stefania Carpiceci Le ombre cantano e parlano. Il passaggio dal muto al sonoro nel cinema italiano attraverso i periodici d’epoca (1927-1932), voll. I e II, prefazione di Adriano Aprà (Artdigiland, Dublino 2012-2013) – propone sei film che costituirono, al tempo, un vero e proprio test audiovisivo della cinematografia nazionale in fase di rinascita nel segno del sonoro.
Programma a cura di Stefania Carpiceci
Rassegna a ingresso gratuito – Per gentile concessione di Ripley’s Film

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giovedì 19
ore 17.00 Napoli che canta di Mario Almirante (1930, 73′)
Jinny/Genny D’Ambrosio (Malcom Todd) e Alice Baldwyn (Anna Mari), italoamericano lui, newyorkese lei, acconsentono, pur non amandosi, a un matrimonio d’affari combinato dalle rispettive famiglie. Al termine di un viaggio pre-matrimoniale, che ha per meta Napoli e per scopo una serie di avventure, i due si innamorano e si promettono felicità e reciproca fedeltà. Muto e post-sonorizzato, il film è un esempio di ibrido acustico italiano all’epoca della transizione al sonoro.
 
ore 18.30 Incontro moderato da Adriano Aprà con Stefania Carpiceci, Ernesto G. Laura
 
a seguire Resurrectio di Alessandro Blasetti (1931, 64′)
Pittaluga commissionò a Blasetti per la Cines quattro documentari sperimentali sulla triade cineacustica (dialogo, musica, rumori). Il regista con gli stivali modificò il progetto è realizzò un lungometraggio in cui associava l’atmosfera mattutina di una città che al risveglio con quella di un tabarin pieno di vita fino all’alba. In alcune scene musica, rumori e dialogo sono legati insieme in armonia, in altre c’è solo il dialogo. Era un (pre)testo sonoro, ma non ottenne il podio del primato italiano.
 
ore 21.00 La tavola dei poveri di Alessandro Blasetti (1932, 73′)
Il marchese Isidoro Fusaro (Raffaele Viviani), di origine partenopea, continua a fare beneficenza, nonostante lo stato di indigenza in cui vive. Cercando a tutti i costi di mantenere invariato, almeno agli occhi degli altri, il proprio status, egli si rivela in realtà non solo incapace di aiutare i poveri che spesso riunisce alla propria tavola, ma imbroglione e malfattore, in un gioco delle parti degno del teatro dialettale del mattatore-protagonista.
 
venerdì 20
ore 17.00 Due cuori felicidi Baldassare Negroni (1932, 78′)
Mr. Brown (Vittorio De Sica) è un italoamericano, titolare di un’industria automobilistica newyorkese, che si reca in viaggio d’affari in Italia per controllare la filiale gestita da Carlo Fabbri (Umberto Melnati). Dopo un susseguirsi di scambi di persona (con Anna Rosi e Clara Fabbri, interpretate da Rina Franchetti e Mimì Aylmer, rispettivamente segretaria e consorte dell’ingegnere italiano), la trasferta avrà risvolti sentimentali equivoci e vicissitudini tipici di una commedia musicale.
 
ore 19.00 La scaladi Gennaro Righelli (1931, 82′)
Tratto dall’omonimo testo teatrale del 1925 di Rosso di San Secondo, il film narra l’oscura passione che lega l’avvocato Giulio Terpi (Carlo Ninchi), amministratore del condominio e della scala del titolo, a Clotilde Printemps (Maria Jacobini), un’attrice di varietà che lui presenta agli amici come una delle sue ultime conquiste, mentre in realtà è la sua ex-moglie, madre di sua figlia, trattenuta a sé con un infame ricatto. A metà tra teatro e cinema, si tratta di un altro interessante esempio di pionieristica sonorizzazione cinematografica del regista che nel 1930 firmò il primo film sonoro italiano, La canzone dell’amore.
 
ore 21.00 La stella del cinemadi Mario Almirante (1931, 70′)
Ambientato negli stabilimenti della Cines-Pittaluga di San Giovanni a Roma, appositamente ristrutturati per l’avvento del sonoro, in questo metafilm si narrano le vicissitudini sentimentali di Rosa (in arte Fiorella Aprile, alias Grazia Del Rio) e di Nerio (Elio Steiner), che dapprima accedono agli stabilimenti come comparse e poi divengono – soprattutto lei – stelle di un nuovo firmamento ormai dotato di parola.
 
Date di programmazione