Il costume di unepoca: Gabriele Mayer e Luca Sabatelli
04 Maggio 2013 - 04 Maggio 2013
«Grande è stata l’emozione quando Gabriele Mayer mi ha fatto vedere nel suo studio i disegni di Luca Sabatelli e gli abiti da lui stesso realizzati per il capolavoro di Luciano Salce, Basta guardarla, omaggio all’avanspettacolo più rozzo che ancora girava per i paesini dell’Italia degli anni ’60. Abiti per la Valeri, la Pola prima star della compagnia di Farfarello, interpretato dallo stesso Salce. Abiti per la spagnola di Mariangela Melato, già una star comica che tutti adorammo. Abiti per i due incantevoli protagonisti, Carlo Giuffrè e Maria Grazia Buccella. Basta guardarla è un film di culto totale. Per pochi intimi quando uscì, io e Giovanni Buttafava ne rimanemmo folgorati subito, io come fan del trash e di Salce, Giovanni come fan dell’avanspettacolo. Ma anche per un più vasto pubblico, quello degli adoratori della grande stagione del varietà televisivo una decina d’anni dopo, perché nel film si respirava tanta della polvere della ribalta degli spettacoli del tempo. E un ruolo particolare avevano proprio gli abiti di Sabatelli e Mayer che nel frattempo disegnavano e vestivano con la stessa fantasia e energia grandi star del piccolo schermo come Raffaella Carrà e Renato Zero. Se Sabatelli aveva già collaborato con Salce e vestirà più volte la Melato e la Buccella, la sartoria di Gabriele Mayer, figlio d’arte, era stata in prima fila nel mondo del varietà e dell’avanspettacolo. Il padre di Gabriele aveva vestito più volte Totò tra teatro e cinema, mentre Gabriele vestirà molte delle maggiori star della nostra commedia, da Ornella Muti alla Fenech, e del mondo televisivo. Ma la riuscita di Basta guardarla sta anche nella perfetta unione tra la commedia di Salce, a torto considerato un minore, la maestria degli attori e le invenzioni visive degli abiti di Sabatelli e Mayer che disegnano perfettamente le loro star di una stagione eroica e scalcinata. Certo, mettiamoci anche le canzoncine, da Venere 2000 a Piramidal («il tuo fascino egizio non ammette artifizio»), le battute («Chi fa la vecchia?») che sappiamo a memoria da allora, mettiamoci le piccole partecipazioni di Pippo Franco, costumista gay, di Ettore G. Mattia, di Umberto D’Orsi, ma se il film è un piccolo/grande capolavoro è perché tutti, da Salce alla Fiastri, agli attori ai costumisti, hanno messo amore e sentimento per un omaggio a un mondo che stava scomparendo sotto i loro occhi» (Marco Giusti).
Il programma prevede, oltre a Basta guardarla, Terrore nello spazio di Marca Bava con i costumi di Gabriele Mayer e L’armata Brancaleone, per il quale Mayer collaborò con lo scenografo e costumista Piero Gherardi.
ore 17.00
Terrore nello spazio (1965)
Regia: Mario Bava; soggetto: da Una notte di 21 ore di Renato Pestriniero; sceneggiatura: Ib Melchior, Alberto Bevilacqua, Callisto Cosulich, M. Bava, Anton Romàn, Rafael J. Salvia; fotografia: Antonio Rinaldi; scenografia: Carlo Gentili; costumi: Gabriele Mayer; musica: Gino Marinuzzi Jr.; montaggio: Antonio Gimeno, Romana Fortini; interpreti: Barry Sullivan, Norma Bengell, Angel Aranda, Evi Marandi, Fernando Villena, Stelio Candelli; origine: Italia/Spagna/Usa; produzione: Italian International Film, Castilla Cooperativa Cinematografica, American International Pictures; durata: 88′
La fantascienza all’italiana secondo Mario Bava, fra astronavi che scompaiono, un pianeta dai poteri magici, scheletri e alieni. «Per Terrore nello spazio non avevo nulla, ma veramente nulla a disposizione. Dico, c’era il teatro di posa, tutto vuoto e squallido perché mancavano i soldi: avrebbe dovuto rappresentare un pianeta. Che ho fatto allora? Nel teatro affianco c’erano due grosse rocce di plastica, residuato di qualche film mitologico, le ho prese e mezze in mezzo al mio set, poi, per coprire il pavimento, ho seminato quegli zampironi fumogeni e ho oscurato lo sfondo, dove c’era solo la parete bianca. Poi, spostando quelle due uniche rocce, ho girato il film» (Bava). «Il film, a colori, ricorda per la scenografia alcune opere dell’espressionismo tedesco: suoni, luci, nebbie variopinte e sempre fluttuanti, melme in ebollizione, situazioni dense di mistero sono gli elementi che Bava ha mescolato per darci un discreto racconto di quel tipo di fantascienza che ignora i problemi della terra, ambientando personaggi e avvenimenti in mondi extragalattici e di pura fantasia» (Cavallaro).
ore 18.45
L’armata Brancaleone (1966)
Regia: Mario Monicelli; soggetto e sceneggiatura: Age & Scarpelli, M. Monicelli; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia e costumi: Piero Gherardi; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Gian Maria Volonté, Maria Grazia Buccella, Ugo Fangareggi, Enrico Maria Salerno; origine: Italia/Francia/Spagna; produzione: Fair Film, Les Films Marceau, Vertice Film; durata: 119′
Nel Medioevo un gruppo di sbandati entra in possesso di una pergamena che li rende proprietari del feudo di Aurocastro nelle Puglie. Guidati da Brancaleone, si mettono in marcia incorrendo in mille traversie. Film epocale, «pirotecnico nelle trovate (la lingua postlatina-viterbese, i costumi di Pietro Gherardi, i colori di Carlo Di Palma, la musica di Carlo Rustichelli, i titoli animati di testa e di coda di Gianini e Luzzati), è una delle punte più alte del cinema popolare italiano, un autentico capolavoro di fantasia e avventure farsesche» (Mereghetti). «L’Armata Brancaleone fu finalmente di nuovo un’operazione molto originale. È uno dei miei film prediletti. […] E poi c’era la bellissima invenzione di quel linguaggio e di quel personaggio, una specie di samurai che ormai tutti conoscono, e che è stato credo il personaggio che mi ha dato più popolarità, soprattutto nel pubblico giovane e infantile, che conta, come è noto, moltissimo» (Gassman).
ore 21.00
Incontro moderato da Marco Giusti con Gabriele Mayer, Luca Sabatelli
a seguire
Basta guardarla (1970)
Regia: Luciano Salce; soggetto: Iaia Fiastri; sceneggiatura: I. Fiastri, L. Salce; fotografia: Aiace Parolin; scenografia: Luciano Spadoni; costumi: Luca Sabatelli; musica: Franco Pisano; montaggio: Marcello Malvestito; interpreti: Maria Grazia Buccella, Carlo Giuffré, Franca Valeri, Mariangela Melato, Spiros Focas, Pippo Franco; origine: Italia; produzione: Fair Film; durata: 106′
«Capolavoro di Salce e punta massima dei suoi protagonisti, Carlo Giuffrè e Maria Grazia Buccella. “Il miglior film sull’avanspettacolo, appena guastato da un ricordo del Risi peggiore (Straziami ma di baci saziami)” (Giovanni Buttafava, Il patalogo). Lo spunto è proprio quello di sfruttare il successo della commedia popolare alla Straziami, ma di baci saziami di Dino Risi. Ma il film va presto oltre, mostrandoci uno spaccato commosso e scatenato della vita delle piccole compagnie di avanspettacolo come raramente si è fatto. La borissima Enrichetta, la Buccella nel film della sua vita, ingenua dalle grandi curve, entra nella compagnia del mitico Silvers Boy, Giuffrè, che la ribattezza Rikk e la affascina non poco. Questo provoca la gelosia della prima donna, la finta spagnola Marisa di Mariangela Melato, fantastica, che riuscirà a farla cacciare dal gruppo. È il dramma. Enrichetta trova sulla sua strada un altro gruppo di guitti, capitanato da Farfarello, vecchio arnese dell’avanspettacolo, interpretato da Salce alla grande, e dalla moglie Pola Prima, una Valeri stratosferica (canta anche “Piramidal”)».
Per gentile concessione di Film&Video Srl – Ingresso gratuito