Il cinema di Leos Carax
02 Marzo 2012 - 03 Marzo 2012
«Credi che esista l’amore che va veloce?
Che va veloce ma che dura per sempre?»
Rosso sangue, Leos Carax
Che va veloce ma che dura per sempre?»
Rosso sangue, Leos Carax
«Incandescente e folgorante il cinema di Leos Carax è un grido che salva dalla malinconia, dalla disperazione e dall’abbrutimento. È una dolce alchimia, tra Murnau e i Clash, tra la forza magica del cinema e la rabbia potente della modernità. Leos Carax è il più grande poeta punk che il cinema francese ci abbia dato».
Caroline Deruas, cineasta in residenza all’Accademia di Francia
L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e la Cineteca Nazionale sono liete di rendere omaggio a uno dei più grandi talenti del cinema europeo, Leos Carax, che sarà ospite, per l’occasione, dell’Accademia di Francia. L’omaggio prevede due proiezioni a Villa Medici, sala Michel Piccoli: venerdì 2, alle ore 20.30 Merde!, episodio del film collettivo Tokyo! (2008), e Mauvais sang (Rosso sangue, 1986); e una proiezione sabato 3 al Cinema Trevi Les Amants du Pont-Neuf (1991). Tutti i film sono in versione originale con i sottotitoli in italiano. Il regista sarà presente in sala in entrambe le proiezioni.
3 marzo
ore 20.30
Presentazione di Leos Carax
a seguire
Les Amants du Pont-Neuf (1991)
Regia: Leos Carax; soggetto: L. Carax; sceneggiatura: Vernice Clair, L. Carax; fotografia: Jean-Yves Escoffier; scenografia: Michel Vandestien; costumi: Robert Nardone; musica: Benjamin Britten; montaggio: Nelly Quettier; interpreti: Juliette Binoche, Denis Lavant, Klaus-Michael Grüber, Daniel Buain, Marion Stalens, Chrichran Larsson; origine: Francia; produzione: Films Christian Fechner, Film A2, Gaumont International; durata: 125′
«Sul Pont-Neuf di Parigi, chiuso a tutti per restauri, si incontrano e vivono un loro tormentato amore un barbone tentato dall’autodistruzione (Lavant) e una pittrice che rischia di perdere la vista (Binoche). Ambizioso e magniloquente tentativo di raccontare l’angoscia senza cause né soluzioni di questi tempi postmoderni. Tre anni di riprese (per il fallimento del produttore, sostituito da un discusso contributo dello Stato); il set completamente ricostruito, acqua della Senna compresa; gran sfoggio di luci, ombre e fuochi (d’artificio e no) ma in definitiva un’esaltazione piuttosto infantile (e larmoyant) dell’amore» (Mereghetti). «Uno dei film più generosi, rischiosi ed estremi degli ultimi tempi» (Ferzetti).
Versione originale con i sottotitoli in italiano