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Il cinema come eresia. Omaggio a Fabrizio Ruggirello
13 Dicembre 2015 - 13 Dicembre 2015
«Pensando a Fabrizio, a come ha vissuto e alle opere che ci ha lasciato, possiamo senz’altro dire che la parola eresia assume il suo significato originario, che è quello di “scelta”. Prima di acquisire un senso denigratorio in ambito religioso, eretico è infatti semplicemente colui che sceglie, cioè accetta solo una parte di quanto stabilito come giusto. L’eretico è colui che segue un cammino creato dal proprio passo.
Nel 2003, lavorando alla messa in scena di Petrolio, il romanzo incompiuto che Pasolini stava scrivendo quando fu ucciso, Fabrizio rimase folgorato dall’epigrafe: “Col mondo del potere non ho avuto che vincoli puerili”. Era diventata parte del nostro lessico famigliare, una frase a cui spesso e volentieri faceva riferimento come cercandovi una conferma, un conforto.
Riguardando all’indietro le opere lasciate – a partire dal suo primo e unico lungometraggio, America, fino al lavoro come sceneggiatore per Anime nere, dai documentari ai cortometraggi e all’attività di editore con Lantana – non un filo, ma una traccia potente e ben visibile collega le une alle altre, in un insieme di coerenza davvero inusuale. Con il passare del tempo, data la sua natura irriducibile, lo scarto prodotto da quel “vincolo puerile” con un mondo globalizzato dalle regole del mercato e dall’ortodossia culturale si era inevitabilmente ampliato.
Il suo accanirsi su una nuova versione de L’eretico, che da documentario (girato e prodotto nel 2006) si stava trasformando in un corto totalmente autoriale, è testimoniato dalla voce “off” di Fabrizio, che prova e riprova le parole di Dolcino, ultimo eretico del Medioevo, e dalla dedica al fratello scomparso. Musiche, testi, montaggio e immagini confluiscono in una nuova versione, un rough cut che non riuscirà a terminare.
Al fondo di questo suo lavoro, perseguito fino all’ultimo istante con solitaria e disperata ostinazione, sembrano davvero risuonare come un’eco le frasi dell’amato Pasolini: «Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. / Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi» (Alessandra Gambetti).
 
ore 17.00 Introduzione di Mario Martone
 
a seguire Michelangelo. Una passione eretica di Fabrizio Ruggirello (2008, 48′)Lavorando al restauro della statua del Mosè uno studioso e biografo di Michelangelo si trova a investigare sui complessi rapporti tra l’artista e la Chiesa. Emerge un capitolo oscuro della vita di Michelangelo, il più celebre artista di tutti tempi: la sua appartenenza a una confraternita segreta condannata come eretica dall’Inquisizione. 
Per gentile concessione di DocLab
 
ore 18.30 Presentazione di Marco Lodoli
 
a seguire Questo è il mio mestiere di Fabrizio Ruggirello (2006, 9′)
Un albergo sul mare e un investigatore incaricato di spiare una coppia di amanti: sono questi gli elementi di partenza per un cortometraggio di atmosfera surreale e noir. L’investigatore nasconde sulla porta della stanza un radio-microfono, che ha la forma di una mosca, capace di registrare voci lontanissime. Là dove realtà e immaginazione si confondono, l’investigatore troverà il vero senso del suo incarico. Tratto dal racconto omonimo di Marco Lodoli. 
 
ore 19.00 Incontro moderato da Mario Martone con Marco Lodoli, Giulia Merenda, Emanuele Trevi
 
a seguire Gary Snyder, un vagabondo del Dharma (2004, 7′)
Nell’estate del 2004 Fabrizio Ruggirello e lo scrittore Emanuele Trevi intraprendono un breve viaggio negli Appennini sulle tracce di Gary Snyder, il poeta che alla fine degli anni Cinquanta ispirò a Kerouac il personaggio di Japhy Ryder ne I vagabondi del Dharma. Filosofo e studioso del pensiero orientale, “poeta dell’ecologia profonda”, Snyder è oggi una delle personalità più note nel panorama internazionale della cultura ambientalista. Vengono qui proposti alcuni minuti del materiale girato durante l’incontro con il  poeta, in vista della realizzazione di un documentario. 
 
a seguire L’eretico – Rough cut di Fabrizio Ruggirello (2006, 25′)
Nella primavera del 2006 Fabrizio Ruggirello girò tra le montagne della Valsesia le riprese di Dolcino, l’ultimo eretico, documentario a carattere storico in vista delle celebrazioni del 2007 (settecento anni dalla morte sul rogo). Successivamente tornò sul progetto con l’intenzione di autoprodurre un cortometraggio, L’eretico, come espressione più diretta del proprio pensiero. Il rough cut, il montaggio “grezzo” e incompiuto, testimonia un’attività incessante e solitaria, estesa, oltre che al montaggio, alle musiche, ai testi, alla registrazione della voce “off” come traccia per un successivo doppiaggio.
 
ore 21.00 America di Fabrizio Ruggirello (1992, 82′)
L’America per l’indio Gaspar, a 500 anni dalla scoperta di Colombo, è la discarica di Guatemala City. Ispirato alla testimonianza straziante del libro Mi chiamo Rigoberta Menchù e dall’esperienza di vita in America Latina del regista, il film viene girato in Guatemala in condizioni estreme, con un copione modificato giorno per giorno a seconda dei controlli dell’esercito. Nello sguardo del giovane Fabrizio si riflettono le ombre della Conquista e le ferite vive del Sud del mondo, con preveggente anticipo sui tempi. Americaacquistato dalla Rai, non andò in onda né venne distribuito nelle sale, ma nel 1993 fu significativamente invitato, unico film, alla Conferenza mondiale sui diritti umani di Berlino, alla presenza del Nobel per la Pace Rigoberta Menchù.
Date di programmazione