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Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio
11 Novembre 2014 - 11 Novembre 2014
Perché gli orologi di Enrico IV indicano le 8:55? Come mai Marco Bellocchio mette in scena se stesso durante la seduta spiritica di Buongiorgio, notte? Nel suo cinema post 1978, il cineasta di Bobbio ci ha sempre parlato (anche) del caso Moro. Attraverso la visione di Enrico IV, Il principe di Homburg e Buongiorno, notte, riproposti in 35mm e in ordine cronologico, è possibile ricostruire un mosaico di indizi, rimandi, collegamenti visibili in filigrana, quando non manifesti, e svelati dal critico Anton Giulio Mancino nel suo volume La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio. Saranno gli stessi Bellocchio e Mancino a dialogare di fronte al pubblico prima dell’ultima proiezione, prima di quel Buongiorno, notte nel quale Aldo Moro, finalmente, entra nell’opera del cineasta dalla porta principale.
 
ore 17.00 Enrico IV di Marco Bellocchio (1984, 86′)
«Sta di fatto che, come Moro, l’Enrico IV voluto da Bellocchio vive in un luogo privilegiato sotto costante vigilanza. In questo luogo circoscritto ma tutt’altro che angusto, un castello appunto, quotidianamente va in scena lo spettacolo della sua (finta) follia. E uno dei numeri che si ripete ogni volta è quello del sorvegliato speciale che invoca un perdono salvifico e un’intercessione liberatoria presso la Santa Sede, puntualmente e obbligatoriamente respinti. Storicamente, […] politicamente le cose sono andate per molti versi così: a Enrico IV come ad Aldo Moro» (Mancino).
 
ore 19.00 Il principe di Homburg di Marco Bellocchio (1988, 85′)
«Nella vicenda del rapimento Moro la linea della “fermezza” non è stata esattamente una prova di “coraggio” da parte dello Stato. In compenso, recuperando l’intero testo kleistiano, Il principe di Homburg, […] può permettersi di far pronunciare all’afflitto protagonista, “pazzo” e nottambulo come Moro: “Dicono che nell’aldilà splende una luce come quella del sole che rischiara campi più incantevoli dei nostri. Ci credo. Che peccato che l’occhio destinato a vedere tanto splendore vada in putrefazione”. Sembra proprio di riascoltare uno dei passaggi chiave della lettera del 5 maggio di Moro alla moglie Eleonora: “Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”» (Mancino).
 
ore 20.45 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Marco Bellocchio e Anton Giulio Mancino
 
Nel corso dell’incontro verrà presentato il volume di Anton Giulio Mancino La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio (Bietti Heterotopia, 2014).
 
a seguire Buongiorno, notte di Marco Bellocchio (2003, 107′)
«Con Buongiorno, notte prende di petto il sequestro Moro, il caso per eccellenza che da vari film serpeggiava, si insinuava, ne ipotecava l’andamento. Un caso di parricidio simbolico e di delitto politico vero, in cui una giovane terrorista dal nome emblematico, Chiara, e dalle molteplici facce, assemblata unificando vari prototipi reali […], scongiura fino all’ultimo l’assassinio non simbolico di Moro, padre costituente e putativo» (Mancino).
Ingresso gratuito
Date di programmazione