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Hitchcock. Il laboratorio del brivido
09 Maggio 2018 - 09 Maggio 2018
«Da sempre il grande regista inglese è etichettato con formule che spesso lasciano il tempo che trovano. Le sue molte ossessioni – per le bionde virginali, per il crimine, per la paura, per il cibo, ad esempio – furono infatti ben altra cosa rispetto ai luoghi comuni con cui le cronache, anche cinematografiche, le raccontano, come se Alfred Hitchcock fosse in realtà vissuto in una sorta di prigione dorata del male. Al contrario fu un uomo roso da un narcisismo parossistico, spinto fino alla sofferenza e all’autopunizione. Se infatti il regista si dedicava a rappresentare le reazioni di persone violate nella loro incolumità, l’uomo Hitchcock si faceva fotografare fino allo spasimo, come un delirante esibizionista, imponendo sé stesso anche nei suoi film, in spezzoni di pellicola che sono epigrafi visive di un mondo e di un’epoca abili a mescolare cronaca nera e rosa in un cocktail frizzante e stordente. Com’è nello stile di Moscati, anche questa biografia è un testo rigorosamente documentato ed esaustivo, ma allo stesso tempo è una narrazione libera ed evocativa in cui i fatti e gli episodi si alternano alle suggestioni che solo uno scrittore di razza riesce a trasmettere al lettore» (dalla seconda di copertina del libro di Italo Moscati Hitchcock. Il laboratorio del brivido, Lindau, 2017).
 
ore 17.00 The Secret Agent di Alfred Hitchcock (Amore e mistero,1936, 86′)
«Contattato dall’Intelligence Service, famoso scrittore si lascia convincere ad andare in Svizzera per impedire che i piani di guerra degli alleati siano scoperti. Per farlo deve assassinare una spia tedesca. Interessante film di spionaggio sulle nevi delle Alpi […]. “Nel film c’erano molte idee, tuttavia non ha avuto successo. Credo di sapere il perché: in un film d’avventure il protagonista deve avere uno scopo… Qui il protagonista ha un penoso compito da portare a termine e… cerca in ogni modo di evitarlo” (Hitchcock)» (Morandini).
Versione originale inglese
 
ore 18.45 Il sospetto di Alfred Hitchcock (1941, 99′)
Una ragazza timida e molto ricca sposa un playboy. Quando si accorge che racconta molte bugie ed è uno spendaccione teme che lui la voglia eliminare. Quasi tutto il film è raccontato attraverso il suo sguardo. La fine è diversa da quella del romanzo Before the Fact di Anthony Berkeley Cox.. «Hitch si diverte a ricostruire le atmosfere gotiche inglesi negli Stati Uniti e si inchina con ironia alla tradizione del giallo britannico […]. È passata alla storia la sequenza in cui Grant sale le scale con un bicchiere di latte per la moglie che si sospetta essere avvelenato: per fare risaltare il bicchiere Hitchcock fece inserire una lampadina al suo interno. Hitchcock si vede attraversare la strada mentre Joan Fontaine parte alla volta del villaggio. Premio Oscar alla Fontaine, unica interprete di un film di Hitchcock ad aver vinto questo riconoscimento» (Mereghetti).
 
ore 20.30 Incontro con Gianni Amelio, Dario Argento, Oreste De Fornari, Italo Moscati, Renzo Paris
Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro di Italo Moscati Hitchcock. Il laboratorio del brivido.
 
a seguire The Lodger di Alfred Hitchcock (Il pensionante, 1926, 90′)
«Avevo visto un lavoro teatrale intitolato Chi è?, tratto dal romanzo di Belloc-Lowndes, The Lodger. L’azione si volge nella casa di un affittacamere e la proprietaria si chiede se il nuovo inquilino sia conosciuto come il vendicatore. Ho trattato questo soggetto in modo molto semplice, interamente dal punto di vista della donna, la proprietaria. The Lodger è il primo film nel quale ho messo in pratica ciò che avevo appreso in Germania. Il mio rapporto con questo film è stato del tutto istintivo; per la prima volta ho applicato il mio stile. In realtà possiamo dire che The Lodger è il mio primo film» (Hitchcock).
Versione originale inglese
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