Giuseppe Verdi nel cinema
25 Ottobre 2013 - 26 Ottobre 2013
La Cineteca Nazionale si unisce ai festeggiamenti per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (nacque a Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813) attraverso le biografie filmate dirette da Carmine Gallone e Raffaello Matarazzo, le vicissitudini di un’importante casa discografica (Casa Ricordi di Gallone), due riusciti film-opera (La forza del destino di Gallone, e La Traviata di Zeffirelli), e la sua rivisitazione ironica (Croce e delizia di De Crescenzo). Senza dimenticare delle chicche cinetecarie: dal viaggio di Emmer Sulle orme di Verdi al recentissimo restauro curato dalla Cineteca Nazionale, con la collaborazione della Cineteca del Friuli e dell’Archivio Carlo Montanaro, Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria, un capolavoro del cinema muto italiano ritornato alla luce! Last but not least: Addio del passato (2000), il bellissimo mediometraggio dedicato dal regista Marco Bellocchio a La Traviata.
venerdì 25
ore 17.00 Casa Ricordi di Carmine Gallone (1954, 127′)
Cavalcata lunga un secolo, l’Ottocento, della più famosa casa di edizioni musicali, dalla fondazione a Milano in era napoleonica fino al primo Novecento con Puccini. Proprio attraverso Verdi la vicenda di Casa Ricordi si intreccia con il Risorgimento. Prodotto dalla stessa Ricordi per celebrare i 150 anni della ditta, il film vanta un cast di prima grandezza: Fosco Giachetti è Verdi, Paolo Stoppa è Giovanni Ricordi e Marcello Mastroianni interpreta il tormentato Donizetti. Scenografia di Mario Chiari e Beni Montresor.
ore 19.15 La forza del destino di Carmine Gallone (1950, 102′)
«Involontario responsabile della morte del padre dell’amata Leonora (Corradi), don Alvaro (Sinimberghi) deve fuggire inseguito da don Carlos (Gobbi): lei si ritira in convento, lui entra nell’ esercito spagnolo […]. Il migliore dei film-opera di Gallone, che per mettere adeguatamente in scena il capolavoro verdiano non trascura nessuna delle risorse offerte dal cinema, “alternando continuamente toni e generi, dall’eroico al grottesco, dal mistico al melodrammatico, dal comico all’elegiaco, con persino una scena ‘neorealista’ per il coro dei mendicanti” (Farassino)» (Mereghetti).
ore 21.15 Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria di Giuseppe De Liguoro (1913, 32′)
«Nel 1913, in occasione del centenario della nascita del più celebre compositore italiano di tutti i tempi, Giuseppe De Liguoro decise di realizzare questa ambiziosa biografia, girata negli autentici luoghi verdiani. Cent’anni dopo, del film rimangono dei frammenti. La Cineteca Nazionale vuole offrire questa ipotesi di ricostruzione del film in versione italiana, in base ad un rullo nitrato appartenente al fondo Attilio Giovannini, ivi conservato; e ai frammenti restaurati dalla Cineteca del Friuli, depositati dall’Archivio Carlo Montanaro di Venezia, per i quali il nitrato di origine non è più esistente. Per l’edizione si è fatto ricorso anche a foto e testi d’epoca, tratti dal programma di sala conservato alla Biblioteca Fondazione Cariparma di Busseto» (Irela Nunez).
Copia restaurata a cura della Cineteca Nazionale con la collaborazione di Cineteca del Friuli e Archivio Carlo Montanaro
a seguire Giuseppe Verdi di Carmine Gallone (1938, 103′)
Vita romanzata, ma con molta riverenza, del compositore (F. Giachetti), su sceneggiatura di Lucio D’Ambra. Dalla sua nascita a Roncole di Busseto, alle sue disavventure e, finalmente, al trionfo. Presentato al Festival di Venezia, fu premiato con la coppa del PNF (Partito Nazionale Fascista).
Per gentile concessione di Ripley’s Film. Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna
Ingresso gratuito
sabato 26
ore 17.00 La Traviata di Franco Zeffirelli (1983, 112′)
La Traviata è la trasposizione cinematografica della celebre opera di Verdi, arricchita dalla creatività di Zeffirelli e accorciata di diversi minuti rispetto al libretto originale. Il film inizia a casa di Violetta Valery (Teresa Stratas), giunta ormai alla fine dei suoi giorni, dove arriva un giovane ragazzo incaricato di portar via gli oggetti della donna. La vede ritratta in un quadro e subito dopo morente.
ore 19.00 Giuseppe Verdi (1953) di Raffaello Matarazzo (1953, 119′)
Giuseppe Verdi (Pierre Cressoy), ormai anziano, ritorna con la memoria alle tappe fondamentali della sua vita. «Con Giuseppe Verdi, difatti, Matarazzo rende omaggio alla forma di spettacolo che più di ogni altra aveva colpito l’immaginario popolare del secolo passato. E non soltanto popolare, giacché alla fine dell’Ottocento l’opera lirica è il luogo di aggregazione per l’aristocrazia, la borghesia emergente e gli strati sociali meno elevati. Unione, questa, che trova la sua massima compattezza proprio nella musica di Verdi» (Prudenzi).
ore 21.15 Sulle orme di Verdi di Luciano Emmer (1947, 9′)
Viaggio in una giornata a Roncole di Busseto, paese natale di Verdi, sulle tracce della personalità dell’artista. La casa del musicista sulle rive del Po e la quiete della villa di Sant’Agata, che si fece costruire quando era già un musicista affermato e voleva un luogo dove rifugiarsi, per studiare e comporre.
Ingresso gratuito
a seguire Addio del passato di Marco Bellocchio (2000, 47′)
«È un piccolo film di non fiction […] che si propone di rintracciare la dimensione locale di Giuseppe Verdi i cui antenati paterni e materni vissero per due secoli in terra piacentina e che nel 1850, lasciate Milano e la natia Busseto (PR), si stabilì in una casa colonica di Sant’Agata (PC), poi Villa Verdi. Come il titolo – preso dalla struggente romanza del terzo atto – suggerisce, il Leitmotiv narrativo è La traviata (1853) con le sue tante e possibili Violette Valery, dall’indimenticabile Maria Callas alla sorprendente quindicenne Eleonora Alberici che ha imparato a cantare sui CD tutta l’opera a orecchio. […]. Un montaggio creativo sapiente (Francesca Calvelli) collega le arie, le romanze, i brindisi delle varie Violette. […]. Fotografia di Pasquale Mari. Scene e costumi di Sara Renzi» (Morandini).
Per gentile concessione di Rai Cinema – Ingresso gratuito
ore 22.15 Croce e delizia di Luciano De Crescenzo (1995, 100′)
«Durante le riprese di un film-opera da La Traviata (1853) di G. Verdi e F.M. Piave, la sarta Rosa (Confalone) che si identifica romanticamente con Marie (Alphonsine) Duplessis-Margherita Gautier-Violetta, è vittima di una burla becera e crudele di tre macchinisti. Tratto dal suo best seller, da lui sceneggiato con R. Pazzaglia, è il 4° e il migliore film del poligrafo napoletano L. De Crescenzo (1928) o almeno il più coerente e meno coriandolizzato. Frutto di un’operazione scaltra e ambiziosa: fare un cocktail dei tre più tipici modi d’espressione del cinema italiano (commedia, melodramma, sentimentalismo). Attori che recitano con brio senza strafare» (Morandini).