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Giovanni Lombardo Radice, una vita da zombie
28 Marzo 2017 - 28 Marzo 2017
«Giovanni Lombardo Radice ha recitato in alcune delle più sanguinose pellicole del cinema italiano tanto da assurgere, a livello internazionale, a vero e proprio divo del gore con lo pseudonimo di John Morghen (dal cognome di famiglia della madre): la testa trapanata da Venantino Venantini nel fulciano Paura nella città dei morti viventi è sua, così come suo è l’organo riproduttivo evirato da un cannibale nel lenziano Cannibal Ferox; nel margheritiano Apocalypse domani viene contagiato da un virus che lo spinge a praticare l’antropofagia; è complice delle violenze compiute su un gruppo di fighetti presi in ostaggio dal brutale David Hess ne La casa sperduta nel parco di Deodato ed è ancora al centro di situazioni ad alto tasso di emoglobina negli horror firmati da Soavi (Deliria, La chiesa, La setta). Lombardo Radice è stato però anche tanto altro. Nato bello da togliere il fiato, da giovane, andando in controtendenza rispetto alle aspettative di una famiglia che diede i natali a importanti uomini di cultura, decide di intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo. Si è dedicato ad esso anima e corpo, con costanza, sacrificio, testarda determinazione, un pizzico di fortuna e un’ammirevole tendenza alla poliedricità: è attore in sceneggiati televisivi e film d’autore (Honolulu Baby di Nichetti, Prendimi l’anima di Faenza, Gangs of New York di Scorsese), interprete e regista teatrale, scrittore, sceneggiatore (sua la popolarissima serie tv I ragazzi del muretto), traduttore e docente di recitazione. L’etichetta di “attore di genere” risulta perciò quanto mai limitativa. Ha avuto mille avventure sentimentali, ma è sempre restato fedele a un solo vero amore: William Shakespeare» (Schiavi).
Programma a cura di Andrea Schiavi
 
ore 17.00 Deliria di Michele Soavi (1987, 90′)
Una compagnia teatrale è alle prese con le prove di uno spettacolo teatrale ispirato a fatti realmente accaduti, di cui è stato protagonista un folle, il quale fugge dall’ospedale e si reca nel capannone, dove sono riuniti gli attori… «Soavi promette bene ed entra, con onore, fra gli adepti del thriller all’italiana, forte delle virtù espressive che gli portano in dote generazionale un ritmo veloce, diciamo pure da videoclip al sangue, una studiata assenza di psicologia, l’amore per la musica fortissima, che entra in vena» (Porro). «Opera prima di Soavi, adorata da Quentin Tarantino (che considera Soavi il miglior regista italiano in attività) e da una schiera non limitata di cultist boys che lo vedono come un piccolo horror artigianale puro, d’altri tempi» (Giusti).
 
ore 18.45 Apocalypse domani di Anthony M. Dawson (1980, 95′)
«Non proprio una parodia di Apocalypse Now di Francis Coppola, ma un prolungamento splatter, mischiato a umori di Zombi 1 e 2. Veloce, essenziale come un action-movie […]. Ambientato e filmato ad Atlanta, Georgia, segue le azioni dell’ex berretto verde John Saxon (bravo, tristissimo) che, infettato da un virus cannibale in Vietnam, e diventato una specie di zombie-rambo semina il panico assieme a due commilitoni ugualmente contagiati. Estremamente duro e violento, si prese una classifica di X Rated in America […]. Per Spaghetti Nightmares è un “gore estremo, malsano”. Per Quentin Tarantino è il suo Margheriti preferito» (Giusti). A fianco di John Saxon, John Morghen, ovvero Giovanni Lombardo Radice, l’immancabile vittima del cinema italiano.
 
ore 20.30 Incontro moderato da Ivan Zingariello con Giovanni Lombardo Radice, Masolino d’Amico, Edoardo Margheriti, Andrea Schiavi, Michele Soavi
Nel corso dell’incontro verrà presentato il volume Giovanni Lombardo Radice alias John Morghen, Una vita da zombie. Vita privata e carriera di una star dell’horror (David and Matthaus, 2016).
 
Date di programmazione