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Giovane canaglia. Nero italiano dagli anni Quaranta agli anni Cinquanta
18 Aprile 2018 - 20 Aprile 2018
Tra marzo e aprile 2013 la Cineteca Griffith organizzò, insieme a CinemaGenovaCentro, una rassegna dedicata al noir italiano dagli anni Quaranta agli anni Sessanta. L’idea nasceva da Yellow Feaver, rassegna dedicata ai film gialli italiani degli anni Sessanta e Settanta, presentata a New York nel 2012, che suscitò l’entusiasmo di uno spettatore d’eccezione: Quentin Tarantino, il quale sottolineò ancora una volta il suo debito verso il cinema italiano di genere. Alcuni di questi titoli sono pressoché invisibili e introvabili. Un vero peccato perché sono noir provocatori, torbidi e sorprendenti, interpretati da attori come Paolo Stoppa e Folco Lulli, Delia Scala e Isa Barzizza, o da giovani esordienti come Marco Vicario e Mario Girotti alias Terence Hill. La Cineteca Nazionale ha dunque accolto l’invito della Cineteca D.W. Griffith per una rassegna più contenuta (i film arrivano fino agli anni Cinquanta), ma comunque significativa nel mostrare alcune chicche cinetecarie miracolosamente riemerse dal buio.
La rassegna è a cura della Cineteca Griffith in collaborazione con la Cineteca Nazionale
 
mercoledì 18
ore 17.00 La pantera nera di Domenico Gambino (1940, 93′)
Un ispettore di polizia e l’agente al suo servizio vengono assassinati in un equivoco locale notturno di Budapest. Un nuovo ispettore (Lauro Gazzolo) è incaricato di svolgere le indagini e lentamente, ma con metodo e acume riesce a dipanare l’intricatissima matassa. Con Leda Gloria, Dria Paola, Ennio Cerlesi.
 
ore 19.00 Tombolo paradiso nero di Giorgio Ferroni (1947, 95′)
Andrea (Aldo Fabrizi), ex vicebrigadiere di Polizia, trova lavoro come custode in un magazzino di merci americane a Livorno. Sua moglie è morta durante un bombardamento e la sua unica figlia risulta dispersa. Un giorno, sul camion che porta le ragazze alla famigerata pineta di Tombolo, dove si prostituiranno, gli sembra di vedere proprio sua figlia. Andrea inizia così una ricerca disperata e riesce a scoprire che sua figlia è una delle vittime del “ciclista”, un poco di buono che fa soldi con piccoli furti e lo sfruttamento della prostituzione. «Il lavoro è ben fatto, sceneggiatura, regia e interpreti meritano un elogio. Il film si inserisce senza fatica nel filone neorealistico del cinema italiano» (L’Operatore, «Intermezzo», 21-22 novembre 1947).
 

ore 20.45 Incontro con Oreste De Fornari, Alba Gandolfo e Massimo Patrone

a seguire L’uomo dal guanto grigio di Camillo Matrocinque (1948, 97′)
«Un celebre quadro di Antonello da Messina viene affidato alle cure di un anziano restauratore. Al momento dell’esposizione, però, il brillante ed influente critico d’arte Claudio Drago scopre che non si tratta dell’originale, ma di una riuscitissima copia. Anna, giovane pittrice, si prende il “merito” del falso: è stato il restauratore, suo mentore, a suggerirne la realizzazione. La polizia va per interrogarlo, ma si trova di fronte al suo cadavere: apparente suicidio, per mezzo di una dose di veleno. Lo studio/abitazione dell’artista viene affittato a un tenore di belle speranze, Silvio. Tra questi e Anna sboccia la passione, nonostante la gelosia di Max, già accompagnatore ufficiale della bella decoratrice. Anche stavolta il delitto fa capolino: è appunto Max a trovare la morte, ucciso con un pugnale che Drago aveva regalato ad Anna. Gli investigatori sospettano dei due amanti…» (Faccio). Con Roldano Lupi, Annette Bach, Antonio Centa, Mario Del Monaco, Sandro Ruffini.

 
giovedì 19
ore 17.00 La vendetta di una pazza di Pino Mercanti (1951, 85′)
«La storia appare da subito accattivante e ricca di sotto-tracce, capace di attirare l’attenzione dello spettatore degli anni ’50 come di quello contemporaneo. Il soggetto è solido e ben sviluppato. La pellicola è l’adattamento di un romanzo di Carolina Invernizio, una tra le più celebri autrici italiane di romanzi d’appendice a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La trama ideata dalla scrittrice, tra l’altro, era già stata messo in scena al cinema nel ’19, con un’opera muta per la regia di Giuseppe Guarino e Giovanni Enrico Vidali. La recitazione è efficace seppur morbosamente enfatizzata: puntualissimo esempio di Ancien Régime. La mano viene sempre forzata, al limite del tragicomico. Nonostante tutto, risultano convincenti la protagonista Lida Baarova, vera e propria diva del jet set europeo di quegli anni ritratta nella foto allegata all’articolo, e i due (allora) giovincelli Gino Leurini e Brunella Bovo, interpreti di discreta rilevanza nel panorama del cinema italiano nel ventennio ’40-’50» (Faccio).
 
ore 18.30 Delitto al luna park di Renato Polselli (1952, 90′)
Silvia è una piccola cantante che si esibisce quasi tutte le sere in un luna park. Quando incontra un ricco avvocato che le promette denaro e celebrità, la donna abbandona tutto: il lavoro e gli affetti. Ben presto però si accorgerà di essere stata coinvolta in pericolose faccende criminali. «Catalogato per anni nella categoria del trash e successivamente rivalutato come autore di culto, Renato Polselli è un regista che soprattutto negli anni ’60 e ’70 – attraverso diversi generi quali l’horror gotico, il thriller e l’erotico – ha realizzato film talvolta estremi e particolari, sperimentando con il linguaggio cinematografico e affrontando temi impegnativi. Nonostante Delitto al luna park sia uno dei suoi primi lavori e risulti apparentemente piuttosto classico e tradizionale, si possono già intravedere alcune caratteristiche presenti nelle opere successive. […] Delitto al luna park – oltre ad essere una pellicola sui falsi valori dell’arrivismo e della ricchezza – risulta inoltre una piccola riflessione sul rapporto servo/padrone, tematica riscontrabile anche in altri film del cineasta, quali ad esempio L’amante del vampiro e La verità secondo Satana (1972)» (Saitta).
 
ore 20.15 Giovane canaglia di Giuseppe Vari (1958, 95′)
Il ventiseienne Sandro Petrei (Marco Vicario) è uno svogliatissimo studente universitario che ama passare il tempo tra case da gioco, corse clandestine e meeting con allibratori e malavitosi. I debiti non tardano ad accumularsi; per saldare i conti, un creditore gli propone un patto: il padre di Sandro, giudice, è infatti in possesso di alcuni documenti che comprometterebbero lo strozzino e i suoi compari. Lo scambio di favori è definito: da una parte i documenti, dall’altra l’azzeramento dei debiti. Il ragazzo – in fin dei conti un buon cristiano – dapprima rifiuta, in seguito accetta, poi decide di procurarsi il denaro in un modo alternativo e delittuoso. Le colpe dell’assassinio da lui commesso ricadono sull’amico Marco, che la sorella di Sandro ama alla follia.
 
venerdì 20
ore 17.00 Gioventù alla sbarra di Fernando Cerio (1953, 88′)
Franco, modesto impiegato, si innamora d’Anna, ragazza di buona famiglia, che ricambia il suo amore. Franco non è in grado di sposare la fidanzata. Quando Anna, cedendo allo sconforto, tenta di uccidersi, Franco decide di uscire a qualunque costo da una così penosa situazione. Seguendo i consigli di un amico, si mette a commerciare in automobili, senza troppo preoccuparsi della provenienza della merce. In tal modo riesce a guadagnare molto denaro; ma i suoi rapporti con Anna, che disapprova i suoi loschi affari, divengono meno affettuosi. «È un altro film sui problemi della gioventù nel clima del dopoguerra ed è un lavoro di qualche interesse sia per la trama che per la realizzazione. La sceneggiatura e la regia rivelano impegno e sensibilità, più di quanto si può trovare in film che rientrano nella produzione corrente. Ad affermare il tono dignitoso del lavoro contribuiscono gli interpreti» (Tani). Con Massimo Serato, Isa Barzizza, Delia Scala, Paolo Stoppa, Giorgio Albertazzi, Ave Ninchi. Fotografia di Tonino Delli Colli.
 
ore 18.45 Mamma sconosciuta di Carlo Campogalliani (1956, 93′)
Aldo Martini, noto cantante della radio, durante una fortunata tournée in Argentina fa la conoscenza di Mara e la sposa. A Roma Mara viene accolta con affettuosa simpatia da Lia, la figlia che Aldo ha avuto da un precedente matrimonio, mentre il figlio Gianni le si mostra ostile. Tale ostilità riceve nuovo alimento dal contegno strano di Mara, che fa sorgere nell’animo del giovane il sospetto che nel passato della matrigna ci sia qualche cosa, che ella si preoccupa di nascondere. Mara infatti ha un segreto: è vedova, avendo perduto il marito e la figlia, scomparsi in un bombardamento. Un giorno il marito, ritenuto morto, ricompare improvvisamente: la sua scomparsa, a quanto egli afferma, è stata inscenata dallo spionaggio tedesco, dai quali l’uomo dipendeva. Con Alberto Farnese, Alessandra Panaro, Clelia Matania e un giovanissimo Mario Girotti.
Date di programmazione