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Fratelli nel cinema
08 Febbraio 2014 - 09 Febbraio 2014
«L’invenzione del cinematografo è legata al nome di due fratelli: Auguste e Louis Lumière. Da allora, nella storia del cinema, sono stati tanti i fratelli che, in collaborazione o in competizione, si sono dedicati a questo mestiere. Il cinema, si sa, è una malattia contagiosa che si diffonde spesso all’interno delle famiglie. I mestieri del cinema sono tanti e, in certi settori, si sono formate nel tempo vere e proprie dinastie di artigiani e professionisti. Questo aspetto, che caratterizza in maniera particolare il cinema italiano, rimasto, sostanzialmente, un cinema artigianale, è al centro della presente rassegna con cui ci si propone di mettere a confronto opere legate ai nomi di fratelli o sorelle, per comprendere meglio il peso che i rapporti umani, personali e familiari, hanno avuto nello sviluppo e nella qualità del nostro cinema» (Amedeo Fago).
I primi due appuntamenti sono dedicati ai fratelli Camerini, Mario e Augusto, e ai fratelli Risi, Dino e Nelo (la prima generazione, a cui seguirà quella di Marco e Claudio).
Rassegna a cura di Amedeo Fago
 
sabato 8
ore 17.30 Il signor Max di Mario Camerini (1937, 86′)
«Un giovane ha dovuto interrompere gli studi liceali per ereditare il commercio paterno, che consiste nella gestione di una edicola di giornali. L’edicola è redditizia e il giovane si può permettere ogni anno un bel viaggetto. In uno di questi, preso com’è dal fascino del mondo aristocratico, approfitta del biglietto gratuito di prima classe su di un piroscafo, che un suo compagno di scuola gli procura, e passa qualche giorno a bordo in compagnia di alcuni rappresentanti del bel mondo» (www.cinematografo.it).
Per gentile concessione di Ripley’s Film – Ingresso gratuito
 
ore 19.00 Ulisse di Mario Camerini (1954, 104′)
Mentre ad Itaca Penelope tiene a bada i Proci, attendendo col figlio Telemaco il ritorno del marito, Ulisse si sveglia sulla spiaggia dell’isola dei Feaci, incontra Nausicaa e, ritrovata la memoria, rievoca le sue peripezie. Il re Alcinoo gli dà una nave per tornare ad Itaca… Con Kirk Douglas, Silvana Mangano, Anthony Quinn.
 
ore 21.00 Cento di questi giorni di Augusto Camerini (1933, 65′)
«Pur di non deludere il centenario conte zio i cugini Marina e Guglielmo decidono di fingersi fidanzati per prendere parte alla festa di compleanno dell’illustre parente» (www.cinematografo.it). «È un lavoro che fa onore all’intelligenza di Mario Camerini e di Mario Soldati [rispettivamente, soggettista e sceneggiatore, n.d.r.]. Certe sceneggiature (sic!) di interni rustici, di episodi agresti di panorami presi in prospettiva o di scorcio dall’alto, certe crudezze veriste (l’episodio della banda, per esempio e delle bimbe del villaggio belle e bruttine) indicano che l’idea del cinematografo senza stucco e senza arte di palcoscenico sta trovando anche in Italia delle realizzazioni di bella e promettente efficacia» (Guglielmina Setti). Supervisione alla regia di Mario Camerini.
Per gentile concessione di Ripley’s Film – Ingresso gratuito
 
domenica 9
ore 17.00 Il giovedì di Dino Risi (1964, 105′)
«Dino Versino, separato dalla moglie, ogni giovedì incontra il figlioletto Robertino, col quale vive l’intera giornata nella speranza di “conquistarlo” e mostrarsi importante ai suoi occhi. Ma le circostanze e la fondamentale lontananza dei due, non fanno che acuire il loro distacco» (Poppi-Pecorari). «Voglio molto bene a Ilgiovedì, un filmetto che non ha avuto fortuna. Eppure Chiari era giusto, ma c’era qualcosa di strano tra Chiari e il cinematografo. È uno dei misteri del cinema: un attore che piace moltissimo a tre dimensioni e poi invece sullo schermo non passa» (Risi).
 
ore 19.00 Anima persa di Dino Risi (1976, 102′)
«Un thriller all’antica, che evoca aure putrescenti (Venezia!) e utilizza vecchi arnesi del giallo (topi, cigolii, ragnatele…) per rinfrescare il mito del dottor Jekyll e ripetere il gioco della doppia e tripla verità. Se preferite, un Dino Risi che sterzando dalla commedia satirica al film del terrore confida, in fraterna emulazione, al Diario d’uno schizofrenico la sua seconda nascita. […] Sceneggiato da Bernardino Zapponi e Dino Risi, il romanzo di Giovanni Arpino che ispira il film non è tutto riconoscibile (l’azione è trasferita da Torino a Venezia e una figura è nuova di zecca), ma questo importa meno dello sforzo che Risi ha compiuto per staccarsi dai suoi modi brillanti ancor più di quanto già fece con Profumo di donna e per continuare su una tastiera diversa la sua critica sociale. Sforzo sincero e meritorio» (Grazzini).
 
ore 21.00 Diario di uno schizofrenica di Nelo Risi (1968, 108′)
«La storia è centrata su tre donne: una madre ancora giovane, piacente, egoista e fatua, che ha respinto la figlia come un ingombro quando è venuta al mondo […] e non ha voluto o potuto allattarla; una figlia che sin dalla primissima infanzia soffre del mancato amore materno […] fino al punto che perderà la ragione; un’analista, donna sulla cinquantina dotata di una straordinaria carità umana, che lotta in due direzioni: contro la famiglia e contro il mondo accademico che non crede alla bontà del suo esperimento. Tre personalità distinte: l’isterica, la dissociata, la scientifica. Un triangolo di odio – delirio – amore, direbbe il soffietto pubblicitario. Un film non psicologico ma analitico, con un lato sperimentale da non sottovalutare» (Risi). 
Date di programmazione