Fatti e strafatti: cinema muto accompagnato dal vivo al pianoforte
27 Settembre 2015 - 27 Settembre 2015
«Immagino tutti ricordiate Sabrina di Billy Wilder, un capolavoro irripetibile. Nel 1995 ne fu fatta una nuova versione firmata Sydney Pollack con Harrison Ford nella parte che fu di Bogart. Con tutto l’amore che nutro per Pollack, non riuscii a terminarne la visione. Uscii dal cinema con le paturnie chiedendomi che senso ha rifare una cosa che è perfetta. Sarà inesorabilmente una brutta copia. In scultura vi sono molte rappresentazioni della Pietà, ma nessuno ha mai pensato di rifare quella di Michelangelo, mentre nel cinema è normale che i film riusciti siano soggetti a periodici tagliandi dove si sostituiscono per intero i “pezzi”. Questa rassegna intende compiere una ricognizione nello “sfasciacarrozze” della settima arte rovistando tra i pezzi originali dei più acclamati modelli, quasi tutti “assemblati” durante l’era del Muto e, più che “rifatti”, successivamente “strafatti”. Diciamo che è una rassegna vagamente polemica, ma come sempre spinta dalla più appassionata e divertita curiosità. Buona visione e buon ascolto» (Antonio Coppola).
ore 21.15 Assunta Spina di Augusto Serena(1915, 56′)
«La giovane e bella Assunta Spina, che vive col padre nei pressi di Napoli, è fidanzata con Michele Boccadifuoco, ma deve difendersi dall’assidua corte di Raffaele. Nel giorno del suo onomastico, Assunta, con la famiglia e gli amici, si reca a pranzo a Marechiaro; qui va anche Raffaele, e ciò provoca la gelosia di Michele, che si apparta. Assunta, dopo aver, invano tentato di convincere Michele a tornare nel gruppo, invita, per ripicca, Raffaele a ballare con lei. Michele, adirato, attende per strada Assunta e la sfregia; viene condannato a due anni di carcere, poiché recidivo, nonostante Assunta si sia addossata la colpa d’averlo provocato. […] Tratto dall’omonimo dramma di Salvatore di Giacomo, Assunta Spina è un film immerso in un’atmosfera realista, dominato dalla figura di Francesca Bertini, la quale d’accordo con l’autore, aveva rielaborato il soggetto, aggiungendovi l’antefatto che costituisce la prima parte del film. II lavoro fu portato dal teatro al cinema senza un vero adattamento che tenesse conto delle diverse possibilità del mezzo cinematografico. Gli attori provenivano dal teatro, e lo stesso Gustavo Serena, che da poco aveva assunto le funzioni di regista, seguitava ad essere l’interprete principale dei film da lui stesso diretti […]. Valore particolare ha l’interpretazione di Francesca Bertini, priva di pose fatali e singolarmente misurata in confronto alle dive dell’epoca, che pone questo film in un particolare filone realistico, a metà strada tra l’ambientazione documentaria e la rievocazione del folklore partenopeo» (Bernardini).
Accompagnamento musicale del M° Antonio Coppola