La Cineteca Nazionale rende omaggio a un regista dimenticato, o, addirittura, rimosso, Franco Rossi (1919-2000).
«Professionista completo (ha lavorato alla radio, in teatro e nel doppiaggio prima di affrontare la regia sia in cinema che in televisione), è studiato dalla critica meno del dovuto a causa dell’eccentricità, o della novità, di una carriera che non ha seguito certi percorsi giudicati obbligati. Alla maniera hollywoodiana, R. è cineasta disposto a dedicarsi a generi differenti (dalla commedia al mélo) e, pur in possesso di una propria poetica, che ruota intorno al tema dell’amicizia, e di una scrittura di sciolta eleganza, non disdegna di occuparsi di attività che, secondo una concezione dei mass-media precedente all’espansione televisiva, non rientrano nelle competenze di un “autore”. È “producer” a fianco di Dino De Laurentiis negli anni del maggiore splendore americano del produttore. È responsabile, con molto anticipo sui suoi colleghi italiani, di produzioni destinate esclusivamente al piccolo schermo» (Francesco Bolzoni, Filmlexicon degli autori e delle opere).
giovedì 11
ore 17.00 Il seduttore di Franco Rossi (1954, 98′)
Alberto è un impiegato che, pur innamorato della moglie, non riesce a resistere al fascino delle altre donne. Più per gioco che per calcolo immagina, sogna e costruisce mille avventure amorose, delle quali poi si vanta con i colleghi. «Rabbiosamente restio a ogni condizionamento ambientale, ma del tutto incapace di scelte autonome, il personaggio Sordi è sempre destinato a subire gli eventi della vita: l’aspirazione anarchica, caratteristica di tutti i grandi comici cinematografici, italiani e stranieri, è ancora ben presente in lui, ma non ha più la forza di realizzarsi. Di qui il suo velleitarismo perenne; e la conseguente condanna alla frustrazione; e infine la corrucciata, impotente solitudine da cui gli è impossibile uscire» (Spinazzola). Dalla commedia omonima di Diego Fabbri.
ore 19.00 Amici per la pelle di Franco Rossi (1955, 105′)
Mario e Franco frequentano la stessa classe, la terza media, ma appartengono a famiglie di diversa estrazione sociale: il primo è figlio di lavoratori, il secondo di un diplomatico. I due diventano amici per la pelle, tanto che, quando Franco è costretto a lasciare la capitale, per un trasferimento del padre, Mario riesce a convincere i suoi genitori perché resti ospite della sua famiglia. Il regista mostra una delicatezza esemplare nel rappresentare il mondo degli adolescenti.
ore 21.00 Morte di un amico di Franco Rossi (1960, 94′)
Bruno e Aldo sono amici da lunga data. Il primo si fa mantenere da una ragazza che fa la vita, ben presto imitato dal secondo. Bruno si mette su una cattiva strada e Aldo, pur volendo cambiare vita, lo segue sempre, anche quando si tratta di compiere un furto. «Derivato in parte dal crudo realismo di certi film sulle borgate romane e sulla prostituzione, ma riscattato da una intima moralità e da un desiderio accentuato e cosciente di far il punto sui problemi scottanti della società contemporanea, non disdegna di indicare soluzioni decisamente positive, senza timore d’essere accusato di retorica; con uno stile che, superata la grazia forse un poco esteriore di Amici per la pelle, si induriva e si inaspriva a contatto di una materia esaminata con occhio obiettivo, anche se il più delle volte pietoso» (Rondi). Con Gianni Garko e Spiros Focas.
venerdì 12
ore 17.00 Smog di Franco Rossi (1962, 101′)
Un avvocato italiano in viaggio verso il Messico si ferma per un giorno a Los Angeles. Fa amicizia con un italiano che vive di espedienti, che lo introduce nel bel mondo californiano, fra ville e party, cinema e politica. «Smog è un film rigoroso e, in un certo senso, moralistico. È tutto un fatto speculare: se uno gira in una città a quel tempo così inedita quanto lo era Los Angeles finisce con l’essere un po’ preso da quello che vede giorno per giorno, e la prima lettura del film sembra più una specie di curioso documentario su una città allora così remota che non un vero e proprio discorso. Invece questo c’era, c’era questa voglia di rappresentare, magari con lo stesso attore di Odissea nuda [Salerno, n.d.r.], un certo tipo di italiano…» (Rossi).
ore 19.00 Una rosa per tutti di Franco Rossi (1966, 110′)
«La brasiliana Rosa (Cardinale) dispensa il suo amore “a fin di bene” fino a quando la gelosia non incrina i suoi rapporti. La donna tenta allora di costruirsi una relazione stabile con un medico italiano (Manfredi) […]. La bellezza di Rio de Janeiro, dove si sono svolte le riprese, fa da cornice a una commedia inconsueta, fantasiosa ma improbabile, tratta da una pièce di Glauco Gill e sceneggiata da Ennio De Concini, Eduardo Bottas, Nino Manfredi e il regista» (Mereghetti).
ore 21.00 Giovinezza giovinezza di Franco Rossi (1969, 108′)
Le vite di tre ragazzi di Ferrara, amici dai tempi dell’infanzia, si dividono negli anni del fascismo. «Un bellissimo film. A quelli che hanno passato i quarant’anni ricorderà la giovinezza piena di amarezza, di contraddizioni, di dolorose attese, di speranze non di rado deluse, a quelli che hanno oggi vent’anni dirà, con equilibrio e civiltà, di un’epoca di cui hanno inteso parlare o troppo bene o troppo male e che oggi trova finalmente in Franco Rossi, sulle orme di un solido romanzo dell’on. Preti, il suo primo poeta» (Rondi).
sabato 13
ore 17.00 Porgi l’altro guancia di Franco Rossi (1974, 95′)
«Alla fine dell’Ottocento, nei Caraibi, una coppia di missionari (Spencer e Hill), non proprio ligia al precetto evangelico del titolo, difende la gente del posto da un tiranno. Buoni sentimenti, botte incruente, una spruzzata di ribalderia: lasciati momentaneamente gli spaghetti-western, la coppia Spencer-Hill garantiva sempre incassi astronomici» (Mereghetti).
ore 19.00 Come una rosa al naso di Franco Rossi (1976, 100′)
«Per Antonio Macaluso, ormai diventato Anthony M. Wilson (Gassman), ristoratore inglese d’adozione, le radici siciliane sono solo un pallido ricordo, almeno fino al giorno in cui la famiglia non gli spedisce la cuginetta Lucia (Muti) per espandere l’attività sul suolo britannico. Uno sguardo ironico sulla mafia (alla sceneggiatura ha collaborato Roberto Lerici), ma senza troppa convinzione e con un clamoroso errore di cast: un improponibile Lou Castel truccato da siculoamericano» (Mereghetti).
ore 21.00 L’altra metà del cielo di Franco Rossi (1977, 100′)
«Prima a Fiumicino, poi sull’aereo che li porta in Australia, si incontrano un giovane prete, don Vincenzo Ferrari, e Susy Macaluso, prostituta (ma al compagno di viaggio s’è ben guardata dal dire la verità). Il caso vuole che i due si ritrovino a Woolgoolgaringa, uno sperduto villaggio minerario abitato soprattutto da italiani, che per don Vincenzo è sede di missione e per Susy l’esercizio estivo della sua “professione”. Il buon sacerdote, che ha finalmente capito di che vive la ragazza, si adopera, per ricondurla a una vita proba, con ogni mezzo» (www.cinematografo.it). Con Adriano Celentano e Monica Vitti.
domenica 14
ore 17.00 Le avventure di Enea di Franco Rossi (1971, 100′)
Versione corta dello sceneggiato televisivo in sette puntate, trasmesso dalla Rai nel 1971. «Enea, ospitato da Didone, per riparare le sue navi, racconta la sua vicenda: dalla distruzione di Troia, alla morte di Creusa e del padre Anchise, al suo viaggio verso lidi lontani per fondare, come predetto da un oracolo, una città che diverrà potente. Fra lui e Didone nasce l’affetto, ma l’eroe preferisce abbandonare la donna, poiché non si può sovvertire il fato» (Poppi-Pecorari).
ore 19.00 Storia d’amore e d’amicizia di Franco Rossi (1982, 113′)
Versione corta, presentata al Festival di Venezia, dello sceneggiato televisivo in sei puntate, trasmesso dalla Rai nel 1982. «Con piglio singolarmente felice, riprende i modi del nostro miglior cinema postbellico, il suo stile tutto cose, la sua aderenza ai fatti, svolgendoli poi sui ritmi d’un romanzo popolare, o, se il termine fuori moda non vi incresce troppo, nazional-popolare. Alle tante saghe transoceaniche, familiari o tribali, che Tv di Stato, no, ci ammanniscono in dosi massicce, si contrappone d’improvviso una “Storia nostra”, immediatamente identificabile: un’epopea quotidiana di ebrei poveri e di poveri non ebrei, di vittime del fascismo e del razzismo, di combattenti per la libertà» (Savioli). Con Claudio Amendola, Massimo Bonetti, Barbara De Rossi e Ferruccio Amendola.