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CSC-Cineteca Nazionale. Dal 16 al 20 marzo, al cinema Trevi, “Viaggio in Italia. Il cinema di Antonietta De Lillo”
14 Marzo 2016 - 14 Marzo 2016

Centro Sperimentale di Cinematografia – Newsletter – Template CT EVENTO

Dal 16 al 20 marzo, al cinema Trevi, “Viaggio in Italia. Il cinema di Antonietta De Lillo”

La retrospettiva è curata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con marechiarofilm. Il 16, il 17 e il 20 incontri con la regista, moderati rispettivamente da Marcello Garofalo, Angela Prudenzi, Fabio Ferzetti.
Se esiste un termine cinefilo capace di racchiudere – senza però imprigionare! – il cinema di Antonietta De Lillo, è sicuramente quello di rosselliniano. L’intero corpus filmografico è infatti accomunato dall’inseguire, attraverso una padronanza e una multidisciplinarità di linguaggi, «lo splendore del vero». Ogni suo progetto (dai film partecipati ai ritratti, non solo cinematografici, dai documentari neo-neorealisti al cinema di finzione, e in tal senso risulta indimenticabile Il resto di niente per quella sobria messa in scena che non può non alludere a La presa del potere da parte di Luigi XIV) è una sorta di viaggio in questo paese mancato chiamato Italia. Un viaggio nella memoria attraverso le immagini e le parole di chi tenta di «fermare una cosa che sta scomparendo», citando le parole del protagonista del primo videoritratto, Angelo Novi fotografo di scena (1992), comunicandoci al contempo, come scrive giustamente Daniela Brogi, non solo la passione per la propria professione, ma anche una «chiave di lettura per la speciale attenzione al linguaggio e alle sperimentazioni del cinema documentario che attraversa l’intera opera di De Lillo, sin dai primi lavori (compreso il filmMatilda, del 1990, così attento a un’ambientazione napoletana borghese, anziché popolare, e perciò fuori clichés)». Fermare la realtà, dunque, per esorcizzarne la morte sia per l’oggetto ripreso (uomo o cosa, la De Lillo non opera un classismo antropologico), sia per chi riprende. Filmare dunque non tanto per esistere, ma per documentare un’etica dello sguardo, che si affida al nostro soggettivo verosimile.
La retrospettiva è stata curata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con marechiarofilm
 
mercoledì 16
Per una controstoria del cinema
ore 19.00 Peter Del Monte di Antonietta De Lillo (2002, 18′)
Ritratto di Peter Del Monte, uno dei registi più introversi del cinema italiano degli anni Settanta, autore sensibile, portatore di un cinema di ricerca linguistica fatto di sentimenti impercettibili e profondi, intervistato da Antonietta De Lillo. La conversazione tra i due registi, Del Monte e De Lillo, diventa una riflessione sul cinema, sul modo di farlo, di pensarlo, di viverlo.
 
a seguire Angelo Novi fotografo di scena di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1992, 25′)
Il film è un viaggio nella memoria del nostro cinema, dal dopoguerra alla fine del Novecento. Le fotografie di Angelo Novi, scattate sui set di Pasolini, Rossellini, Leone e Bertolucci, sono commentate dal sonoro originale dei film e dallo stesso fotografo, che descrive l’attimo preciso del suo scatto. Attraverso i suoi racconti ricchi di aneddoti ed emozioni conosciamo uno dei più importanti testimoni del cinema italiano. Intervista a cura di Marcello Garofalo.
 
a seguire La notte americana del dottor Lucio Fulci di Antonietta De Lillo (1994, 30′)
Un documento/testamento del grande Lucio Fulci, maestro del B-movie, le cui opere hanno ispirato registi di fama mondiale come Quentin Tarantino. Lucio Fulci ci regala una lunga riflessione che affascina per sincerità, ironia e lucidità, sul suo fare cinema e sulla sua eccentrica carriera. Intervista a cura di Marcello Garofalo.
 
ore 20.30 Introduzione di Stefano Rulli
Incontro moderato da Marcello Garofalo con Antonietta De Lillo 
 
ore 21.30 O’ Cinema di Antonietta De Lillo (1999, 13′)
La passeggiata di un ragazzino napoletano attraverso le vie della sua città. Il suo sguardo curioso si posa sia sulle persone sia sulle cose e le trasfigura, portandoci nel mondo dell’immaginazione, ora personale, ora cinematografica. Suggestioni sonore, visive e spezzoni di vecchi film si fondono in questo viaggio nel cuore di Napoli. L’unione tra realtà e fantasia è il pretesto per ricomporre i frammenti della storia di una città e del suo meraviglioso cinema.
 
a seguire Pianeta Tonino di Antonietta De Lillo (2002, 50′)
Ritratto di Tonino Guerra, uno tra i più importanti sceneggiatori italiani, autore per registi di grande fama come Fellini, Tarkovskij, Antonioni, i Taviani, Michalkov. Il documentario ripercorre la sua carriera di sceneggiatore e mostra la sua vita quotidiana a Pennabilli. In questo piccolo paese del riminese Tonino Guerra è riuscito a costruire un mondo a sua immagine e somiglianza, attraverso la realizzazione di una serie di opere-segni che esprimono indomita vitalità e creatività: fontane, targhe sulle strade, giardini “pensanti”. L’incontro con un uomo che possiede un’enorme forza vitale, attraverso la quale ricostruisce le sue “favole” per sconfiggere la noia e la prevedibilità della vita quotidiana: «Alla mia età non mi piace quasi più niente non solo di me, ma anche degli altri. Ho voglia di robe più sporche, più sbagliate, più interrotte. Mentre parlo con lei, sta passando un cammello, ecco… vorrei che fosse così» (Tonino Guerra). Il documentario è prodotto da SNC Produzioni – Fondazione Scuola Nazionale di Cinema.
 
giovedì 17
Il resto della vita
ore 17.00 Operai di Antonietta De Lillo (1996, 53′)
Film di montaggio sul movimento operaio prodotto dall’Archivio del Movimento Operaio e Democratico “Diari del ‘900”. Uno straordinario found footage dalla parte degli ultimi.
 
a seguire Il pranzo di Natale – film partecipato (2011, 50′)
Il pranzo di Natale, sperimentando la commistione di linguaggi diversi, riunisce immagini amatoriali e video realizzati da professionisti; è un remix di sorgenti molteplici ed eterogenee che insieme formano un racconto unitario, grazie a un montaggio che procede seguendo una linea di associazioni che di volta in volta cambiano, privilegiando in alcuni casi legami musicali, in altri cronologici, spesso emotivi. Le immagini così si susseguono, con una tessitura aperta tra il racconto lineare di un rito collettivo e l’associazione di storie e frammenti che interagiscono o si contrappongono tra loro, mostrando immagini attuali accostate a immagini del passato, vecchi filmini di famiglia affiancati ai video dei Natali presenti. L’attrice Piera Degli Esposti, in un ruolo deliberatamente in bilico tra persona e personaggio, evidenzia i momenti peculiari del racconto e ne scandisce il tempo.
 
a seguire Let’s Go di Antonietta De Lillo (2014, 54′)
La storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi esodato professionalmente ed emotivamente. Il protagonista ripercorre la propria vita in un testo-lettera da lui scritto e in un viaggio reale e ideale attraverso l’Italia, da Napoli, sua città natale, a Milano, il luogo della sua nuova esistenza. Le immagini e le parole si confrontano continuamente con il testo della lettera, in un linguaggio in bilico tra l’immediatezza del racconto e la riflessione della parola scritta. Luca Musella, insieme alle persone che popolano il suo mondo, diventa portavoce di una condizione universale, specchio del nostro Paese nell’era della crisi, ma soprattutto emblema di una sensibilità letteraria in grado di leggere al di là del reale per suggerire possibili antidoti.
 
ore 20.00 Incontro moderato da Angela Prudenzi con Antonietta De Lillo
 
ore 21.00 Il resto di niente di Antonietta De Lillo (2004, 98′)
La nobildonna portoghese Eleonora Pimentel Fonseca, la voce della rivoluzione partenopea del 1799, insieme ad altri giovani aristocratici napoletani, si batte per gli ideali di uguaglianza, libertà e fraternità. Ben presto però la lama della restaurazione si abbatte sui fondatori dell’effimera Repubblica: il loro sogno divenuto realtà si frantuma in mille pezzi, e non resta nulla … “il resto di niente”. Il film sceglie di raccontare le vicende umane e politiche della Napoli di fine ‘700 attraverso le poche ore che precedono la morte di Eleonora, mettendo la macchina da presa al centro della sua anima, per registrare dolori, speranze e passioni di un’intera esistenza. Si compone così, attraverso il filo della memoria, il ritratto di una donna moderna, coraggiosa e libera. David di Donatello a Daniela Ciancio, come miglior costumista.
 
a seguire Backstage de Il resto di niente di Antonietta De Lillo (2004, 30′)
Diario del set realizzato da Luca Musella di quel caleidoscopio d’immagini, di corpi, di storie e di luoghi chiamato Il resto di niente. Forse lo zenith artistico dell’autrice per quanto concerne una personalissima Weltanschauung del mondo dei perdenti. «La rivoluzione napoletana della fine ‘700 non è una rivoluzione perché già perdente sin  dall’inizio», spiega la regista sul set, offrendoci un’ulteriore chiave di lettura del film. Le interviste ad Antonietta De Lillo e a Maria de Medeiros sono a cura di Marcello Garofalo.
 
venerdì 18
Passeggiate napoletane
ore 17.00 Periferie di Napoli di Antonietta De Lillo (2002, 36′)
Una sorta di Viaggio al termine della notte in una Napoli poco vista. Si comincia dalle macerie dell’industria siderurgica di Bagnoli per poi proseguire ai quartieri-dormitorio di Scampia, per terminare ai Quartieri Spagnoli. L’affermazione di un operaio, «non costruiamo niente, stiamo solo rottamando», indica la fine della cultura operaia. La costruzione di edifici di “ballardiana” memoria, e cioè verticali e con finestre simili a dei buchi, indicano la fine di ogni comunicazione, l’annullamento del quartiere, dei cosiddetti bassi napoletani, in cui l’orizzonte del vicino lo si poteva toccare con una mano.
 
a seguire Viento ‘e terra di Antonietta De Lillo (1996, 38′)
‘E Zezi è uno storico gruppo musicale dell’entroterra napoletano, composto prevalentemente dagli operai dell’Alfasud di Pomigliano d’Arco. Attraverso la loro musica, tarantella, tammurriata e fronne, ci parlano del loro mondo, della trasformazione della società, che da agricola è diventata industriale. Una musica che unisce con incredibile vitalità, l’antico al moderno. Una musica viscerale e potente che diventa strumento politico e di lotta sociale.
 
a seguire O’ sole mio di Antonietta De Lillo (1998, 39′)
Un racconto che scalfisce i luoghi comuni di una Napoli spesso definita solo come: “sole-pizza-amore”. Il film, attraverso la storia della canzone ‘O sole mio dalla nascita nel 1898 alla sua consacrazione, racconta i due volti di Napoli: da una parte quello paradisiaco, luminoso, delle cartoline, dall’altra quello oscuro, misterioso, dei vicoli. Un caleidoscopio fatto di testimonianze che spaziano dall’epoca del muto ai giorni nostri, con le interpretazioni famose di Del Monaco, Elvis Presley, Pavarotti, Sergio Bruni, e quelle occasionali di performers come Paul McCartney e le Spice Girls.
 
a seguire Maruzzella di Antonietta De Lillo (ep. de I vesuviani, 1997, 18′)
Maruzzella è un travestito che si aggira come un moderno fantasma dell’opera per i corridoi di un cinema a luci rosse, offrendo prestazioni sessuali molto particolari ai suoi clienti, finché l’incontro con una giovane ragazza, sconsolata spettatrice di film hard, cambierà radicalmente la vita del nostro protagonista.
 
a seguire Promessi sposi di Antonietta De Lillo (1993, 20′)
Una testimonianza della forza dell’amore che lega due persone, due “promessi sposi” dei nostri giorni. Il racconto avanza come un thriller, in cui i due protagonisti nascondono un mistero: tracce visive, cicatrici su un braccio, dettagli s’insinuano nella loro storia, fino a svelare l’enigma. Lui prima era una lei. Una metamorfosi contemporanea resa possibile dal loro amore.
 
Violent Shit the Movie
21.00 Violent Shit the Movie di Luigi Pastore (2015, 80′)
Una serie di feroci omicidi rituali sconvolge Roma e due giovani ispettori iniziano ad indagare su una setta satanica, collegata ad un misterioso antiquario che annovera tra i suoi adepti insospettabili clienti e che esercita il suo potere attraverso un’antica maschera di ferro, appartenuta ad Attila il re dei barbari. Il film si avvale di un cast artistico notevole che vede tra i protagonisti un mefistofelico Giovanni Lombardo Radice, nel ruolo del professor Vassago, insieme ad Antonio Zequila, nei panni dello spietato e perverso senatore Vinci. Memorabili poi le speciali apparizioni di due maestri del cinema di genere come Enzo G. Castellari e Luigi Cozzi, nei rispettivi ruoli di capo della polizia e ispettore della scientifica. Ancora una volta la colonna sonora è firmata da Claudio Simonetti, con un potente main theme che coinvolge lo spettatore nelle sequenze più sanguinarie. Un particolare ricordo poi per Lilli Carati, con la sua ultima apparizione sullo schermo nel ruolo di una occultista, che fa da preludio alla storia del film (a lei dedicato). Tra gli interpreti anche Fabrizio Capucci, attore della Dolce Vita, oltre a Barbara Magnolfi, tra le protagoniste di Suspiria, e Antonio Tentori in un cameo.
 
sabato 19
L’altro da sé
ore 17.00 Ogni sedia ha il suo rumore di Antonietta De Lillo (1995, 27′)
Alda Merini, una delle più importanti poetesse del novecento, si confessa senza inibizioni raccontando la sua sofferta vita. Il ritratto alterna la conversazione con la poetessa ai frammenti delle sue poesie interpretate da Licia Maglietta (tratti dallo spettacolo teatrale Delirio amoroso). L’incontro tra queste due donne e la loro fusione artistica ci restituiscono fragilità e grandezza di una donna travolta dall’eccesso di amore.
 
a seguire Non è giusto di Antonietta De Lillo (2001, 90′)
Sofia e Valerio, 11 e 12 anni, s’incontrano casualmente, in una Napoli estiva, afosa e semideserta. Entrambi sono affidati ai loro padri, due quarantenni afflitti da ogni genere di problema, sentimentale ed esistenziale, mentre le loro madri sono assenti e lontane, all’infuori di brevi incursioni telefoniche. I due ragazzini si sentono continuamente minacciati dall’instabilità e la confusione delle loro famiglie. “Non è giusto…” si dicono, alleandosi per affrontare insieme il mondo degli adulti, con distacco e ironia. E non averne più paura.
 
a seguire La pazza della porta accanto di Antonietta De Lillo (2013, 52′)
A distanza di quasi vent’anni da Ogni sedia ha il suo rumore Antonietta De Lillo recupera il prezioso materiale “rimasto nel cassetto” della conversazione avuta con Alda Merini nella sua casa milanese nel giugno del 1995. Nasce così La pazza dellaporta accanto, videoritratto che restituisce integralmente quello straordinario incontro. Alda Merini racconta la propria vita in una narrazione intima e familiare, oscillando continuamente tra pubblico e privato e soffermandosi sui capitoli più significativi della sua esistenza – l’infanzia, la sua femminilità, gli amori, l’esperienza della maternità e il rapporto con i figli, la follia e la sua lucida riflessione sulla poesia e sull’arte. Il volto della poetessa, i dettagli degli occhi, delle mani, del suo corpo, compongono un ritratto dell’artista, senza nascondere le contraddizioni che hanno caratterizzato la vita e le opere di una tra le più importanti e note figure letterarie del secolo scorso. Uno sguardo inedito che con semplicità tenta di restituire la grandezza artistica e umana di Alda Merini.
 
ore 20.00 Incontro moderato da Fabio Ferzetti con Antonietta De Lillo e Paola Scarnati
 
ore 21.00 Oggi insieme domani anche – film partecipato (2015, 85′)
Oggi insieme domani anche è un mosaico di sguardi, volti, storie raccolte da numerosi autori in giro per l’Italia. Ideato e curato da Antonietta De Lillo, attraverso frammenti di materiali diversi – documentari, inchieste, animazione, immagini di attualità e di repertorio -, compone un ritratto dell’amore ai nostri tempi. Sono la casualità e la normalità delle storie incontrate a permettere di raccontare il più inafferrabile dei sentimenti. Il risultato è un’immagine multiforme, capace di rappresentare la complessità dei nostri rapporti d’amore in questo momento di passaggio, di crisi, di trasformazioni sociali che ci troviamo a vivere.
 
domenica 20
Le storie che raccontiamo
ore 17.30 Racconti di Vittoria di Antonietta De Lillo (1995, 70′)
Il film si divide in tre episodi nei quali, in modo differente, si combatte contro la morte. Nel primo episodio, dal titolo Pozzi d’amore, il protagonista Enzo Moscato recita una sorta di monologo teatrale. Un lungo racconto, dove si parla della paura per la fine imminente e l’angoscia della separazione da chi si ama. Nel secondo invece, In alto a sinistra, un giovane ripensa al padre scomparso. Ricorda la sofferenza della sua malattia e, proprio in nome di quel ricordo, supera il dolore lacerante che accompagna la sua solitudine. Nell’ultimo episodio, Racconti diVittoria, è una donna medico, un’oncologa, ad ammalarsi di cancro. E, per una volta dall’interno della malattia, con coraggio e dignità, spingerà i suoi pazienti a lottare per vivere. Il film ha per filo conduttore, il dolore e la morte, visti da tre differenti prospettive: quella teatrale, quella letteraria e quella televisiva. Il film ha lo scopo di esorcizzare la morte nel mito nel primo episodio, di ritualizzarla nel secondo e infine di combatterla, affrontandola di petto, nell’ultimo caso.
 
ore 19.00 Una casa in bilico di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1986, 80′)
Giovanni (Luigi Pistilli), un donnaiolo amante della vita, Teo (Riccardo Cucciola), vecchio compagno di scuola e meticoloso collezionista di orologi, e Maria (Marina Vlady), un amore di gioventù, sempre pronta ad aiutare i connazionali emigrati in Italia, ereditano un appartamento in Roma. Questa convivenza casuale, dopo un inizio faticoso, porta nuova energia nella vita di tutti e tre. Ma la morte improvvisa di uno di loro pone i due di fronte a una scelta: cancellare quell’esperienza e rientrare nel grigiore del proprio destino o continuare nel cammino intrapreso verso un futuro insieme.
 
ore 21.30 Matilda di Antonietta De Lillo e Giorgio Magliulo (1990, 83′)
Chi tocca Matilda muore? Dopo la morte misteriosa e accidentale di tre fidanzati, Matilda, ansiosa di sposarsi, pubblica un annuncio matrimoniale. Si presenta il riluttante Torquato che non riuscendo a resistere al suo fascino, ignaro della malasorte toccata ai precedenti fidanzati, si incammina verso un destino che si preannuncia mortale. Il film è una black comedy con finale a sorpresa.
 

 

La rassegna di film e video “Io è un altro”, curata da Cineteca Nazionale e Macro dalle proprie collezioni di (auto)ritratti d’artista, prosegue fino al 5 maggio

La rassegna, fruibile al Museo Macro a Roma, fa parte della mostra “Egosuperegoalterego. Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte” curata da Claudio Crescentini.
IO È UN ALTRO
(auto)ritratti d’artista dalla collezione
della Cineteca Nazionale e del MACRO
 
rassegna di film e video selezionati da
Marco Fabiano e Annamaria Licciardello
 
Nell’ambito della mostra egosuperegoalterego
Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte
a cura di Claudio Crescentini
 
11 febbraio – 5 maggio 2016
 
MACRO – via Nizza, 138
Sala Cinema
 
ingresso libero
 
All’interno della mostra EgosuperEgoalterEgo. Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte, curata da Claudio Crescentini e promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, verrà realizzata la rassegna di film e video, dal titolo Io è un Altro, nella quale verranno proiettati una serie di film d’artista e video in cui gli artisti, fra gli anni Sessanta e Ottanta, hanno indagato sul tema del volto e del corpo umano, con prospettive di autorappresentazione e presentazione di grande impatto tecnico e visivo. Il materiale è stato selezionato da Marco Fabiano e da Annamaria Licciardello (CSC-CN) e verrà proiettato dall’11 febbraio al 5 maggio 2016, presso la Sala Cinema del MACRO, a partire dalle ore 17.30. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
 
In contemporanea, e fino all’8 maggio 2016, prosegue la mostra EgosuperEgoalterEgo mediante la quale si è cercato di approfondire e dimostrare, nel concreto dell’arte stessa, l’iter contemporaneo di quella che storicamente è definita come “pittura di genere”, con riferimento appunto all’autoritratto e al ritratto, ampliando e attualizzando la denominazione fino al selfie che, in poco tempo, si è andato imponendo a livello mass-mediale come nuova forma di comunicazione e diffusione del sé, riportando, consapevolmente o meno, il volto e corpo contemporaneo di nuovo in primo piano nella società e di riflesso nell’arte contemporanea.
 
In mostra dipinti, fotografie, video, installazioni site specific, stencil, ecc. di, Franco Angeli, Vito Acconci, Claudio Abate, Ennio Calabria, Candy Candy, Giacinto Cerone, Sandro Chia, Francesco Clemente, Plinio De Martiis, Stefano Di Stasio, Mariana Ferratto, Giosetta Fioroni, Gilbert&George, Francesco Guerrieri, Renato Guttuso, Bertina Lopes, Mimmo Jodice, Carlo Levi, Urs Luthi, Carlo Maria Mariani, Nino Migliori, Bruce Nauman, Luigi Ontani, Luca Maria Patella, Cristiano Pintaldi, Arnulf Rainer, Mario Schifano, Sissi, Sten e Lex.
 
In questo ambito e sempre dall’11 febbraio, in una già prevista turnazione di opere, il MACRO ospiterà un autoritratto mai esposto in precedenza di Karl Schmidt-Rottluff, artista ormai da considerare come il padre dell’Espressionismo tedesco, autorappresentatosi nel cortile della sua casa di Zehlendorf.
 
L’opera è stata realizzata, nel febbraio 1962, appositamente per il collezionista/prestatore, come dono delle sue nozze e racchiude una piccola storia personale significativa per conoscere il lato sentimentale di Karl Schmidt-Rottluff. Il dipinto riporta, infatti, sul retro la scritta “WENN MUHAMMAD GEHT NICHT ZU BERG, BERG…” (“se Maometto non va alla montagna, la montagna…), direttamente riferita al collezionista amico dell’artista, il quale aveva programmato di andare a trovare il pittore a Berlino, proprio in viaggio di nozze, senza però riuscire ad ottenere il visto. L’artista quindi decide di “inviare se stesso”, appunto il suo autoritratto, alle nozze dell’amico.
 
Nel catalogo (Palombi Editori), che pubblica anche i primi 100 selfie del contest#MACROego, campagna lanciata attraverso il suo sito e i social network, saggi di Hans Belting, Claudio Crescentini, Marco Fabiano, Annamaria Licciardello e Federica Pirani.
 
PROGRAMMA
 
giovedì 11 febbraio 2016, ore 17,30
–        Anna (Anna Carini Naturale), di Mario Schifano (n.d., 12′)
–        Film, di Mario Schifano (1967, 15′)
–        In viaggio con Patrizia, di Alberto Grifi (1967, 30′)
–        [Attualità], di Franco Angeli (1967, 16′)
–        [Doppio ritratto: Schifano/Angeli], di Franco Angeli  (n.d., 4′)
 
giovedì 25 febbraio 2016, ore 17,30
–        SKMP2, di Luca Maria Patella (1968, 30′)
–        Libro di santi di Roma eterna, di Alfredo Leonardi  (1968, 15′)
–        Ferreri, di Mario Schifano (n.d., 16′)
–        Le avventure di Giordano Falzoni, di Alberto Grifi (1971, 20′)
 
giovedì 10 marzo 2016, ore 17,30
–        Anamnesi, di Michele Sambin (1968, 19′)
–        Dissolvimento, di Pia Epremian De Silvestris (1970, 9′)
–        Hilarisdoppio, di Paolo Gioli (1973, 25′)
–        Diogene, di Michele Sambin (1977, 3′)
–        The box of life, di Federica Marangoni (1979, 12′)
 
giovedì 24 marzo 2016, ore 17,30
–        Il cinema sperimentale di Paolo Bologna, 11 cortometraggi super8 (1977/1980, 58′)
 
giovedì 14 aprile 2016, ore 17,30
–        Inquietudine, di Mario Carbone (1960, 13′)
–        Novorealismo, di Enzo Nasso (1962, 10′)
–        Gruppo uno, di Emilio Marsili (1965, 11′) 
–        Antonio Ligabue pittore, di Raffaele Andreassi (1965, 15′)
–        Zoommm track!, di Mario Carbone (1968, 10′)
–        La metropoli di Titina Maselli, di Massimo Mida (1969, 10′)
 
giovedì 28 aprile 2016, ore 17,30
Dalla collezione dei video della Galleria del Cavallino di Venezia
–        Da zero a zero, di Paolo Cardazzo / Peggy Stuffi (1974, 7′)
–        Tempo, spazio, superficie, di Guido Sartorelli (1974, 5′)
–        De Photografia, di Claudio Ambrosini (1976, 23″)
–        Hair Cut, di Claudio Ambrosini (1976, 3′)
–        The Motovun Tape, di Ziva Kraus (1976, 4′)
–        Monument, di Sonja Ivekovic (1976, 6′)
–        Reconstructions 1952-1976, di Sonja Ivekovic (1976, 8′)
–        100″ per…, di Michele Sambin (1976, 2′)
–        Focus, di Piccolo Sillani (1976, 4′)
–        Make up – Make down, di Sonja Ivekovic (1978, 6′)
–        Narcissus, di Piccolo Sillani (1978, 4′)
–        Video as no video, di Luigi Viola (1978, 2′)
–        Smoke gets in your eyes, di Giovanni Soccol (1979, 3′)
–        Do you remember this movie?, di Luigi Viola (1979, 5′)
–        Nascita, sviluppo e morte dell’illusione, di Guido Sartorelli (1981, 3′)
 
giovedì 5 maggio 2016, ore 17,30
–        Morire gratis, di Sandro Franchina (1967, 87′)
 
L’iniziativa si è avvalsa della collaborazione di: Archivio Nazionale Cinema d’Impresa; Associazione Culturale Alberto Grifi; Archivio Franco Angeli; Archivio Mario Schifano; Archivio Paolo Bologna.
 
 
INFO STAMPA
Ufficio Stampa MACRO
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548 / p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it
 
INFO PUBBLICO
 
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 10.30-19.30  (la biglietteria chiude un’ora prima).
 
INGRESSO
 
MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €.
 
MACRO via Nizza + MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 14,50 €, residenti 13,50 €
Tariffa ridotta: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €
Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org
 
INFO: +39 060608
www.museomacro.org
Join us on Facebook and Twitter: MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

 

organizzazione: Zetema

 

 

Dal 12 al 16 marzo, al cinema Trevi, “Omaggio a Silvana Pampanini, la prima diva del dopoguerra”

La Cineteca Nazionale rende omaggio a Silvana Pampanini, scomparsa il 6 gennaio.
Così l’ha descritta, sulle pagine del «Corriere della Sera», Paolo Mereghetti: «Ninì Pampan non c’è più. La prima vera diva del nostro dopoguerra, la prima “maggiorata” capace di far dimenticare agli italiani la fame e le miserie della guerra […]. Bella sfrontata, dotata di un corpo “collinare, arrotondato e pieno di curve” (così la descriveva il periodico Stelle d’Italia) e che lei usa abilmente per stuzzicare i desideri del pubblico, diventa da subito l’idolo di un Paese che vuole dimenticare in fretta le tristezze della guerra  e che sogna tre cose: di vincere al Totocalcio, di avere una Lambretta e di passare una notte con la Pampanini. I primi film che interpreta non sono certo dei capolavori, ma sanno mettere in evidenza la sua bellezza aggressiva e sensuale […]. Con La tratta delle bianche di Comencini e poi Processo alla città di Zampa e La presidentessa di Germi (tutti del 1952), anche il cinema d’autore si accorge di lei; e la Pampanini può finalmente uscire dal cliché della donna troppo bella per essere anche pensante. Antonio Leonviola con Noi cannibali (1953) le offre il suo ruolo forse più intenso […]. E subito dopo Giuseppe De Santis, con Un marito per Anna Zaccheo (1952), ne conferma il valore e la bravura. Eppure nonostante non le manchino altre prove convincenti – nel 1955 Racconti romanidi Franciolini e La bella di Roma ancora di Comencini, nel 1958 La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis – il cinema italiano sembra dimenticarsi di lei, sostituita nell’immaginario collettivo da altre “bellezze” forse più attente nel gestire la propria carriera o nel trovare influenti protettori».
 
sabato 12
ore 17.00 47 morto che parla di Carlo Ludovico Bragaglia (1950, 82′)
Il barone Antonio Peletti è avarissimo. Ha nascosto l’eredità ricevuta dal padre, sottraendone la metà al figlio Gastone. Gli abitanti del paese gli fanno credere che è morto ed è finito all’inferno. Grandi elogi della critica per Totò, finalmente in un ruolo all’altezza delle sue doti, non solo comiche. Con Silvana Pampanini, Adriana Benetti e Carlo Croccolo.
 
ore 19.00 La presidentessa di Pietro Germi (1952, 87′)
«Espulsa da una cittadina francese come fonte di scandalo, Gobette (Pampanini), avvenente soubrette, si rifugia in casa del magistrato (Pavese) che l’ha allontanata e, scambiata per sua moglie (Ninchi), seduce il ministro della Giustizia (Dapporto) di passaggio che promuove il magistrato a una sede di Parigi. Tratto dalla pièce La présidente (1912) di Maurice Hennequin e Pierre Veber e sceneggiato da Aldo De Benedetti, “è tutt’altro che un film inguardabile ed esanime, solo che [P. Germi] vi si tiene completamente ai bordi e si guarda bene dal metterci i piedi” (M. Sesti). Una prestazione d’opera, insomma, ma governata da un navigato professionista» (Morandini).
 
ore 20.45 Processo alla città di Luigi Zampa (1952, 108′)
Ai primi del secolo, a Napoli, il giudice Antonio Spicacci emette alcuni mandati di cattura nei confronti di alcune persone coinvolti in due omicidi di stampo camorristico. La matassa è intricatissima, gli indiziati sono numerosi, alcuni insospettabili, e i malviventi godono di protezioni e conoscenze altolocate. Il giudice Spicacci si trova di fronte a un bivio: lasciar perdere l’indagine o andare fino in fondo, a costo di mettere a soqquadro la città? Con Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Paolo Stoppa, Mariella Lotti, Franco Interlenghi, Irene Galter.
 
domenica 13
ore 17.00 L’incantevole nemica di Claudio Gora (1953, 89′)
«Il commendator Albertini, proprietario di un caseificio, è un reazionario e ha una gran paura dei comunisti. Dando ascolto a alcune voci, sospetta che uno dei suoi impiegati, il timido Roberto, sia il capo della cellula comunista che s’annida nella fabbrica. Per renderlo innocuo, lo invita in casa, gli procura una promozione e gli mette alle costole sua figlia Silvia, felice di avere l’occasione di sposare un rivoluzionario. Dopo le nozze, scoperta la verità, Roberto convince sua moglie a trasferirsi a casa sua e spinge suo suocero a radicali provvedimenti in favore degli operai. È l’inizio di una vera e propria battaglia…» (www.cinematografo.it  ). Con Ugo Tognazzi, Silvana Pampanini, Carlo Campanini e un numero di Buster Keaton…
 
ore 19.00 Noi cannibali di Antonio Leonviola (1953, 80′)
Una ballerina d’avanspettacolo torna fra lo scetticismo generale nel suo paese d’origine, la Civitavecchia portuale del dopoguerra. Solo un amico d’infanzia, Aldo, un tempo fidanzato con sua sorella Maria, l’aiuta. I due si mettono insieme, ma un capoccia locale tenta in tutti i modi di conquistarla. «Ambientato tra i baraccati del porto di Civitavecchia (dove il lavoro dello scenografo Luigi Scaccianoce si fonde perfettamente con le riprese dal vero), il film sa evitare l’ottimismo ideologico di certo neorealismo e il moralismo consolatorio di tanti melodrammi […]. Recuperando una lezione di stile che viene direttamente dal cinema degli anni Trenta (Clair, Pabst), Leonviola racconta la disperazione senza uscita di chi si sente destinato alla sconfitta con uno stile molto controllato (certe inquadrature, specie dei panorami industriali, ripropongono la lezione della pittura metafisica). […] Leonviola è la maschera che all’inizio del film fa entrare lo spettatore nel teatrino di varietà» (Mereghetti). Con Silvana Pampanini, Vincenzo Musolino e Folco Lulli.
 
ore 20.45 Cesta duga godine dana diGiuseppe De Santis (La strada lunga un anno, 1958, 143′)
«Gli abitanti di un piccolo centro di montagna sembrano condannati a una eterna disoccupazione. Una mattina Guglielmo, stanco di aspettare un lavoro che non arriva mai, decide di costruire una strada per collegare il paese al mare. Fa credere ai suoi compaesani di aver ricevuto l’incarico dalle autorità pubbliche allo scopo di coinvolgere i tanti disoccupati nell’iniziativa e costringere poi gli amministratori a retribuire tutti i lavoratori per l’impresa portata a compimento» (Marco Grossi). «Io avrei voluto fare grandi romanzi, film d’impatto sociale, e invece, nella migliore delle ipotesi, le condizioni produttive del cinema italiano mi consentivano commedie come Giorni d’amore. In Jugoslavia ho girato La strada lunga un anno, tutto il film l’ho ambientato in Dalmazia scegliendo posti che assomigliassero alla mia Ciociaria il più possibile, le pietruzze, le montagne, le case, il mare, le strade; l’edizione italiana, poi, è parlata tutta in dialetto del basso Lazio. Per il film ho goduto di libertà assoluta, gli jugoslavi mi chiesero soltanto, per ragioni diplomatiche, di mettere una didascalia iniziale, dove si spiegava che la storia si svolgeva in un paese immaginario, per non evitare noie con lo Stato italiano. La scelta di girare in Jugoslavia, comunque, mi fu fatta pagare. Venezia rifiutò il film perché “troppo lungo”, e in Italia praticamente non lo vide nessuno» (De Santis). Nomination all’Oscar per il miglior film straniero (1958). Con Silvana Pampanini, Eleonora Rossi Drago, Massimo Girotti, Gordana Miletic.
 
martedì 15
ore 20.00 La bella di Roma di Luigi Comencini (1955, 98′)
«Nannina, giovane e bella popolana romana, è fidanzata con un pugile squattrinato, Mario. Questi un giorno, durante una rissa, colpisce un vigile e finisce in prigione. Nannina cerca lavoro e si rivolge ad Oreste, un maturo vedovo, che la prende come cassiera nel suo bar, seguendo il consiglio dell’amico Gracco, che ha bottega di tappezziere nella stessa via ed è un impenitente dongiovanni. Oreste s’innamora di Nannina e questa ne approfitta per proporgli una società: l’apertura e la gestione di una trattoria al Gianicolo» (www.cinematografo.it  ).«Si inserisce senza colpo ferire nella corrente rosea del cinema italiano […]. Del resto Ettore M. Margadonna e Luigi Comencini l’hanno clamorosamente inaugurata, questa nuova strada, con il piacevole Pane, amore e fantasia, e qui la proseguono con dispettoso fervore, in una sceneggiatura ben calibrata e in un’abile regia. Il meglio del film sta nella recitazione» (Casiraghi).
 
mercoledì 16
ore 17.00 Il gaucho diDino Risi (1964, 113′)
Una delegazione del cinema italiano si reca a Buenos Aires per partecipare al Festival di Mar del Plata. Tra traffici, intrighi, loschi affari, gli italiani ripartono con gli stessi problemi di prima. «Risi (ha) trovato la sua strada più congeniale in una comicità dai risvolti amari capace di far scaturire dall’interno dei personaggi […] gli elementi critici propri della commedia di costume […]. Il film tocca corde più profonde […] per merito dell’ottimo Manfredi […] e, a tratti, di un Nazzari che riesce ad aprire qualche […] spiraglio sull’egoistica indifferenza […] del miliardario italo-argentino» (Zambetti). Con Vittorio Gassman, Silvana Pampanini e Maria Grazia Buccella.
 
 

Dall’11 al 20 marzo “Cinemente. La memoria del futuro” al Palazzo delle Esposizioni, rassegna di psicoanalisi e cinema

Un progetto ideato e curato da Società Psicoanalitica Italiana, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Azienda Speciale Palaexpo. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Cinemente compie cinque anni, ma dopo tanti film e discussioni tra registi e psicoanalisti, al Palazzo delle Esposizioni fortunatamente non siamo ancora guariti! Resta la voglia di approfondire i meccanismi dell’animo umano, trasformando la sala cinema in laboratorio di riflessioni artistiche e scientifiche. Un progetto unico a livello nazionale, per la partecipazione dei più accreditati psicoanalisti, coinvolti grazie alla Società Psicoanalitica Italiana, e dei migliori registi, invitati grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, messi a confronto, dopo le proiezioni, su esperienze e visioni dell’essere umano. Quest’anno parliamo di memoria, l’essenza che modella corpi e emozioni, legando giorni passati, presenti e futuri. Memoria del futuro non è un paradosso: è il vissuto a determinare il futuro, che altrimenti aleggerebbe sul vuoto, e il recupero consapevole del tempo passato può aiutarci a vivere liberamente. Come testimoniano i film in programma, esperienza e memoria agiscono spesso in conflitto, aggrumando nodi intorno a traumi, privati o collettivi, che generano rimozioni e regressioni fino allo smarrimento.
 
Presenta e coordina gli incontri Fabio Castriota
venerdì 11 marzo, ore 20.00
ALLE ORIGINI
Miss Dorothy
di Giulio Antamoro (Italia, 1920, 54′, muto, 20fts)
segue incontro con Lucio Russo e Maria Assunta Pimpinelli
Il cinema funziona da specchio nel quale riflettersi fin dalle sue origini, quando il pubblico parteggiava per eroine in lotta contro il perbenismo, come la madre
interpretata da Diana Karenne, tra le dive più interessanti e richieste degli anni ’20.
sabato 12 marzo, ore 20.00
MEMORIA PRIMORDIALE
Le quattro volte
di Michelangelo Frammartino
(Italia, Germania, Svizzera, 2010, 88′)
segue incontro con Giuseppe Moccia e il regista
Un prezioso componimento sul tempo, uno sguardo intenso su un luogo remoto della Calabria, che sembra essersi fermato un momento prima che la natura cedesse alla modernità. Tra riti arcaici e superstizioni, vita umana, animale e vegetale si compenetrano.

domenica 13 marzo, ore 18.00
MEMORIA DEL DOMANI
L’arrivo di Wang
di Antonio e Marco Manetti (Italia, 2011, 80′)
segue incontro con Alberto Angelini e i registi
Nel cerchio che unisce passato-presente-futuro, la
fantascienza è il genere che meglio incarna le nostre
ansie, caricando le aspettative con il peso del presente.
In questo dramma psicologico ricco di umorismo
nero, l’incontro con l’alieno rimanda alla difficoltà nel
comprendere la diversità.
martedì 15 marzo, ore 20.00
FALSA MEMORIA
Il gioco di Ripley
di Liliana Cavani (Italia, Gran Bretagna, USA, 2002, 110′)
segue incontro con Antonello Correale e la regista
L’altro da sé, il lato sommerso dell’animo è al centro di molte opere di Liliana Cavani, maestra del cinema di analisi psicologica. Il doppio ha qui i connotati mefistofelici di John Malkovich, straordinario interprete del criminale perverso creato da Patricia Highsmith.
mercoledì 16 marzo, ore 20.00
MEMORIA COLLETTIVA
Buongiorno, notte
di Marco Bellocchio (Italia, 2003, 106′)
segue incontro con Amalia Giuffrida e il regista
Gli “anni di piombo” attraverso l’esperienza di una brigatista coinvolta nel sequestro di Aldo Moro. Tra ideologia e quotidianità, Bellocchio offre uno sguardo inedito su una delle vicende meno assimilabili della nostra storia recente, un’indagine dolorosa della violenza oltre la cronaca.
giovedì 17 marzo, ore 20.00
MEMORIA OSSESSIVA
Alla fine della notte
di Salvatore Piscicelli (Italia, 2003, 95′)
segue incontro con Domenico Chianese e il regista
Un uomo in crisi affronta un doppio viaggio, attraverso l’Italia e dentro di sé, a confronto con le persone che hanno segnato la sua vita e con i propri “demoni”. Rintracciando i frammenti interiori del protagonista, Piscicelli scandaglia lo smarrimento contemporaneo.

venerdì 18 marzo, ore 20.00

MEMORIA TRAUMATICA
Trauma
di Dario Argento (Italia, USA, 1993, 109′)
segue incontro con Manuela Fraire e il regista
Con affondi psicologici e colpi sensazionali del suo realismo scioccante, Argento costruisce un giallo sullo stile dei suoi primi lungometraggi. Il maestro del brivido concepisce un vero e proprio incubo ad occhi aperti per una ragazza anoressica, in fuga da un serial killer a caccia di teste.
sabato 19 marzo, ore 17.00
SENZA MEMORIA
La leggenda di Kaspar Hauser
di Davide Manuli (Italia, 2012, 91′)
segue incontro con Fabrizio Rocchetto e il regista
Il ragazzo misterioso, senza memoria, comparso dal nulla dopo anni passati incatenato al buio, ha affascinato molti scrittori e registi dall’800 fino ad oggi. Manuli cala l’enigma della sua esistenza in un western postapocalittico, eccentrico e originale.
sabato 19 marzo, ore 20.00
DIARIO ITALIANO
Vaghe stelle dell’Orsa
di Luchino Visconti (Italia, 1965, 100′)
segue incontro con Paolo Boccara e Roberto Andò
La rassegna aggiunge una nuova tessera al mosaico umano che cerca di riscostruire, invitando uno dei nostri più significativi uomini di cultura, Roberto Andò, a scegliere un classico del cinema italiano. Le “rimembranze” di Visconti, fantasmi privati o collettivi, pesano sulla famiglia fino a disgregarla.
domenica 20 marzo, ore 18.00
PREMIO SPI – CINEMENTE | SECONDA EDIZIONE
Last summer
di Leonardo Guerra Seràgnoli (Italia, 2014, 94′)
saranno presenti il regista e la produttrice Elda Ferri
Cinemente prosegue la valorizzazione a livello nazionale del legame tra cinema e psicoanalisi, premiando la migliore opera prima del 2014-15 per l’analisi dei rapporti interpersonali. Una giuria di membri della Società Psicoanalitica Italiana ha scelto questa straordinaria indagine dentro l’animo materno.
 

CSC-Cineteca Nazionale. La programmazione al cinema Trevi marzo 2016

Questo mese Elio Petri, Raffaele Andreassi, omaggio a Ettore Scola, il cinema di Antonietta De Lillo, omaggio a Silvana Pampanini, cinema Sardo: Antonello Grimaldi, ART/Trevi, Omaggio a David Bowie, l’altro teatro: le cantine romane, Omaggio a Andrzej Zulawski, a tu per tu con il produttore: Valerio De Paolis.
LA  PROGRAMMAZIONE  DI  MARZO 2016
 
 
Elio Petri, un autore inclassificabile
Due importanti volumi recentemente usciti hanno fortunatamente riaperto il “caso Elio Petri”, proponendo nuove riflessioni su un cinema più unico che raro, che sfugge da qualsiasi retorica.
01.03.2016
Incontro moderato da Emiliano Morreale con Goffredo Fofi, Paola Petri, Gabriele Rigola, Alfredo Rossi, Piero Spila
Nel corso dell’incontro verranno presentati i volumi: “Alfredo Rossi, Elio Petri e il cinema politico italiano. La piazza carnevalizzata”(2015) e Gabriele Rigola (a cura di), !Elio Petri, uomo di cinema. Impegno, spettacolo, industria culturale” (2016).

03.03.2016

Con appuntamenti mensili, tutti i lavori al momento proiettabili, conservati negli archivi della Cineteca Nazionale, dove è depositato il fondo del regista, della Cineteca di Bologna e dell’Archivio del Cinema d’Impresa di Ivrea.

04.03.2016 – 08.03.2016

Ettore Scola si è spento a Roma il 19 gennaio all’età di 84 anni. Rubando il titolo al toccante volume di Ennio Bispuri, l’omaggio “Ettore Scola, un umanista nel cinema italiano” vuole raccontare il mondo di uno dei più grandi autori del cinema italiano.
Continuano gli incontri dell’Associazione Il Gremio di Roma al Cinema Trevi, in collaborazione con Cineteca Nazionale, Fasi (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e Cineteca Sarda. Programma a cura di Franca Farina.

ore 20.30

Incontro con Antonello Grimaldi
Intervengono Vanni Fois, Daniele Luchetti, Angelo Nicolini, Maura Nuccetelli, Alessandro Pesci, Gualtiero Rosella e altri allievi della Scuola Gaumont. Introduce Antonio Maria Masia, modera Alessandra Peralta. A seguire “Un delitto impossibile” (2000).

10.03.2016

L’omaggio a Nicola Rondolino è ideato da Giona A. Nazzaro e curato da Cineteca Nazionale, SNCCI, Settimana Internazionale della Critica di Venezia, con la collaborazione di Stadion Video. Il 1° aprile verrà ricordato al Cinema Trevi Gianni Rondolino.

ore 21.00

Incontro con Fulvio Baglivi, Mimmo Calopresti, Guido Chiesa, Marco Giallini, Alessandro Scippa. Modera Giona A. Nazzaro
A seguire “Tre punto sei” di Nicola Rondolino (2002, 87′).
Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi sono due artisti e filmaker uniti da una sperimentazione continua che, dal 2003, abbraccia scultura, installazione, suono, immagini in movimento e persino editoria. 

ore 20.30
 
Incontro moderato da Alessandra Mammì 
con Invernomuto e Roberto Silvestri
Nel corso dell’incontro verranno proiettati alcune sequenze del film Negus.
 
 
12.03.2016 – 16.03.2016
Omaggio a Silvana Pampanini, la prima diva del dopoguerra
La Cineteca Nazionale rende omaggio a Silvana Pampanini, scomparsa il 6 gennaio.
La retrospettiva è curata dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con marechiarofilm.

16, 17 e 19. 03.2016
Tre incontri con Antonietta De Lillo
Se esiste un termine cinefilo capace di racchiudere – senza però imprigionare! – il cinema di Antonietta De Lillo, è sicuramente quello di rosselliniano.
Una serie di feroci omicidi rituali sconvolge Roma e due giovani ispettori iniziano ad indagare…
Prosegue con due straordinari cult-movies l’omaggio della Cineteca Nazionale a David Bowie, recentemente scomparso.
Alle 20.45 incontro moderato da Andrea Schiavi con Maria Bosio, Simone Carella, Rossella Or.
ore 20.45
Incontro con Maria Bosio, Simone Carella, Rossella Or
Modera Andrea Schiavi
A seguire “Estate romana” di Matteo Garrone (2000, 94′).

24.03.2016 – 29.03.2016
Raf Vallone, un divo anomalo
La Cineteca Nazionale rende omaggio a Raf Vallone
nel centenario della nascita.


24.03.2016 ore 20.45
Incontro con Saverio Vallone, Pier Francesco Aiello, Lino Capolicchio, Laura Delli Colli, Valeria Fabrizi, Rocco Familiari

30.03.2016
Omaggio a Andrzej Zulawski
Si è spento il 17 febbraio 2016 il grande regista e scrittore polacco Andrzej Zulawski.

 

Nel mondo del cinema Valerio De Paolis non ha bisogno di presentazioni: il suo nome è legato indissolubilmente alla gloriosa storia della Bim Distribuzione, la società da lui fondata nel 1983 per promuovere il cinema d’autore.

ore 20.45

Incontro moderato da Marco Giusti con Valerio De Paolis
A seguire “The Queen – La regina” di Stephen Frears (2006, 100′).

 

 

 

Date di programmazione