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Cosimo Damiano Damato: Visioni, fantasie, sogni, rivoluzioni, poesie e follie
08 Febbraio 2017 - 09 Febbraio 2017
«È un dolce filmare poetico quello che caratterizza l’opera complessiva di Cosimo Damiano Damato. La poesia è la sua cifra stilistica e lo dimostra nella sua opera più celebre: Una donna sul palcoscenico del 2009, dedicata ad Alda Merini, in cui Damato avanza elegantemente a piccoli passi, svelando lentamente intimità e cogliendo la vita fragile e vera della poetessa, raccontandolo attraverso momenti di toccante e potente liricità. La scelta della partecipazione di Mariangela Melato si rivela commovente, rimanendo una delle ultime interpretazioni della grande attrice milanese prima della sua scomparsa. “E con una voce che tradisce il suo candore da bambina – ha scritto Roberta Bottari su Il Messaggero – un sorriso che le illumina gli occhi e l’immancabile rossetto rosso fuoco, Alda Merini si abbandona a Cosimo Damato. Si fida di lui, “sente” che non verrà tradita. E mentre il regista gira in presa diretta, con la camera ferma, in attesa di uno sguardo, di un movimento o di una parola di donna, lei lo seduce parlando di poesia, di misticismo, di filosofia, di musica, di follia riversata nei versi, di Cristo e di passione, senza censurare il dolore famigliare e l’esperienza del manicomio”. La stessa poesia la si ritrova anche nella versatilità e nell’imprevedibilità delle tecniche utilizzate nell’ottimizzazione del fine narrativo, come accade nella sofisticata favola, scritta con il Premio Campiello Raffaele Nigro, La luna nel deserto (2008), storia che trova nel disegno animato l’unica via di rappresentazione possibile. E così il film diventa fulcro d’un messaggio sociale imbevuto di ironia e poesia grazie alle voci eccellenti che doppiano i personaggi del cartone animato d’autore. “Un film poetico che tocca e sconquassa il cuore” il commento di Vincenzo Mollica. La ricerca di Damato si esprime anche in una forma jazzistica, attraverso il robusto fil rouge arboriano (una amichevole e simpatica costante positiva e propositiva dei suoi lavori), trovando una sorta di climax in quel Missoni swing (2012), coinvolgente ritratto di un grande esponente dell’arte sartoriale italiana che svela la sua impresa in una forma di ritmato insegnamento di vita. L’amichevole cameo di Dario Fo, su testi inediti di Enzo Biagi scanditi dalle musiche di Renzo Arbore, sulle trame di Missoni ci permette di parlare ancora di poesia cinematografica. Ma non ci si può nemmeno esimere dalla considerazione di una forte e pura vena popolare che lega a doppio nodo la prospettiva di Damato a quella di artisti dimenticati, ai quali non è mai perdonata la colpevolezza di essere nati in Italia. Accade ad esempio nel bellissimo e commovente lavoro dedicato al cantastorie Matteo Salvatore in Pratapapumpapumpapà, dove Damato riesce a cogliere in pieno una sinfonia picaresca legata alla tradizione orale delle generazioni passate, grazie allo struggente apporto di un superlativo Lucio Dalla (per il quale il lavoro fu scritto in chiave di rappresentazione teatrale). Qui il lato poetico di Damato viene sublimato dalla ricerca spasmodica di valori ancestrali, di insegnamenti contadini che la globalizzazione e le illusorie lusinghe del benessere hanno spazzato via in una sorta di irrefrenabile contaminazione. È un lavoro intenso e profondo, incentrato sul viaggio che sembra essere il tema ricorrente delle fatiche affrontate da un autore che utilizza la macchina da presa come una penna, scrivendo con immagini pagine che acquistano un profondo senso poetico. Predomina spesso, tuttavia, il tentativo di tenere sempre la sperimentazione a portata di mano: in Os-cià dedicato a Tonino Guerra, Damato cerca di dare una personalità e una fisionomia ai personali ricordi e appunti di viaggio di un’esperienza artistica che si nutre di grande arte e di amicizia, quella che l’autore ha condiviso con Tonino Guerra e Abbas Kiarostami. E sempre da un sentimento vero e da un vissuto artistico personale è nato Io sono il teatro, realizzato nel 2011 per mostrare fuori e dentro la scena il gigante Arnoldo Foà. Nell’apertura le dita schiacciano e ammorbidiscono il tabacco, per poi affondarlo dolcemente nel caminetto di una pipa che immediatamente va ad accendere anche la fiamma dei ricordi. Inizia con un impatto familiare e discreto un coraggioso, affascinante e commovente lavoro dedicato ad uno dei più grandi attori di teatro del nostro paese. Uno degli ultimi esponenti di una classicità e di un morboso attaccamento alla professionalità e al trasporto istintivo della passione. La recitazione non esiste, conta solo l’immedesimazione. Anna Bandettini ha scritto su “La Repubblica”: “I documentari sono stati finora tra le cose più belle del Festival del film di Roma: colti, sorprendenti, spesso anche nell’uso originale del linguaggio del cinema. E tra i film più applauditi ci sono stati quelli dedicati al teatro in un incrocio tra discipline davvero feconde. Foà sullo schermo si ricorda con ironia, sincerità e un filo di malizia. Ma il grado di commozione resta alto”. Ma la poesia non è solo legata alla vena documentaristica, Damato viene dal teatro e questa sua educazione sentimentale rafforza il suo linguaggio cinematografico, sperimentando e cambiando maniera, come accade nel suo ultimo lavoro, il film breve Tu non c’eri in cui l’Erri De Luca poeta ispira un potente e delicato ammonimento generazionale, filtrato con un bianco e nero e con virtuosismi di ripresa utili alla rappresentazione, questa volta, della finzione. Padre e figlio, uniti e divisi, dalle incomprensioni e dai ritorni che il tempo predispone in un disegno che pare indecifrabile, ma che trova l’unica chiave di raccordo possibile in quel forte e delicato impatto emozionale dell’amore e della poesia. Il coraggio è un’altra prerogativa del cinema di Damato, se a teatro ha messo in scena la Costituzione raccontata da Gherardo Colombo nei panni di un professore che tanto ricorda il Roby Williams de L’attimo fuggente, per la sua opera di fiction affida il ruolo da protagonista ad una rockstar come Piero Pelù, che mette in pratica tutta la sua esperienza giovanile a lezione da Orazio Costa. Il critico Annamaria Piacentini ha scritto: “È’ una storia d’amore in bilico tra il poetico e il surreale, tra il mondo famigliare solo percepito e quello sognato, in un’infanzia solitaria dove il lacerante mistero del padre, diventa un “rumore” assordante. Il regista li mette a confronto perché imparino a guardare la realtà. La sua macchina da presa volteggia tra la natura incontaminata, si ferma sulla roccia da scalare. I due volti si avvicinano e i loro sguardi si incrociano. Damato punta alla verità, senza ipocrisie, senza emozioni incontrollate. Qualcuno dice che il cinema italiano naviga in brutte acque, allora facciamo le scelte giuste: di un regista come lui in Italia c’è bisogno”» (Lorenzo Procacci Leone, Circolo del cinema Dino Risi).
Con l’autore dialoga, nell’incontro di giovedì 9, lo scrittore e giornalista Enrico Fierro.
 
mercoledì 8
ore 20.00 Tu non c’eri di Cosimo Damiano Damato (2016, 16′)
Film breve scritto da Erri De Luca. Con Piero Pelù, Brenno Placido e Bianca Guaccero. Dal soggetto di Erri De Luca: «Due uomini, due generazioni, padre e figlio: si sono mancati. Il padre è stato a lungo in prigione per aver fatto parte di una banda armata negli anni ’80, il figlio è cresciuto senza di lui. Un giorno il figlio decide di salire a un rifugio di montagna. Vuole raggiungere una cima che il padre frequentava, uscito di prigione. Sapeva scalare, il figlio no, ma vuole lo stesso fare questa specie di pellegrinaggio. Complice è la grande concentrazione della scalata, il vuoto intorno, il vento, lo sbaraglio. Rimprovera al padre l’assenza, la mancanza. Se lo immagina accanto. Si svolge tra loro un dialogo fitto, intenso come riescono a esserlo quelli immaginati. Sulla cima raggiunta insieme, si svolge un definitivo congedo e una consegna. Due uomini, due generazioni, padre e figlio: si sono mancati».
 
a seguire La luna nel deserto di Cosimo Damiano Damato (2008, 30′)
Voci di Leonardo Metalli, Violante Placido, Caterina Sylos Labini, Renzo Arbore, Michele Placido, Arnoldo Foà, Emilio Solfrizzi, Angelo Tumminelli, Savino Zaba, Attilio Romita. Musiche Radiodervish/Violante Placido. Film d’animazione Special Screenings all’Industry della 65^ Mostra del Cinema di Venezia. Luminosa e intensa, onirica, poetica eppure concreta, la favola della colomba Desdemona e della gazza Cola Cola dona le ali della fantasia a temi come la sopravvivenza, l’aspirazione alla felicità, il contrasto e l’integrazione fra mondi diversi. Dalle oasi nel deserto sino alla costa del Mediterraneo – seguendo il consiglio di una luna ammaliante – Cola Cola tenta il viaggio verso i paesi del benessere, l’isola del Grano e del Miglio.
 
ore 20.45 Alda Merini, una donna sul palcoscenico di Cosimo Damiano Damato (2009, 71′)
Presentato alle Giornate degli Autori – Venice Days alla 66^ Mostra del Cinema di Venezia. Documentario girato in presa diretta nella casa di Alda Merini, dove la poetessa dei Navigli si abbandona ad un racconto di sé puro ed elegiaco, mettendo a nudo la sua anima. Un incontro fatto di gesti, parole, sguardi. Un dialogo privato che trasuda dolore, ma che rivela l’anima più segreta e nascosta della Merini, la sua sapienza antica e il suo candore. La poetica, la filosofia, la genialità della Merini viene raccontata dal regista Damato grazie ad un canovaccio che affronta i temi del dono della poesia, del misticismo, della seduzione, della musica, un dialogo che diviene confidenza, afflato dell’anima, laddove si parla del dolore, delle brutture del manicomio, della follia riversata a piene mani nella poesia, del mistero di Cristo e della passione.
 
giovedì 9
ore 17.30 Io sono il teatro – Arnoldo Foà raccontato da Foà di Cosimo Damiano Damato (2011, 54′)
Documentario presentato al Festival Internazionale del Film di Roma. Un viaggio nella memoria del vissuto artistico e umano del grande attore, regista e commediografo Arnoldo Foà. Il Maestro racconta se stesso. Seduto dalla poltrona di casa sua rivede alla tv tutto il suo teatro e lo commenta, con il piglio di sempre fra ironia, poesia e impegno civile. Un viaggio che racconta per immagini anche tutto il teatro italiano, di cui Foà è stato ed è la vera anima. Il Maestro ci fa sedere in prima fila davanti al suo palcoscenico e ci rivela aneddoti e ricordi legati agli spettacoli portati in scena: da Pirandello a Baricco. Non solo contributi video inediti degli spettacoli, ma anche le sue celebri dizioni di poesia, da Dante a Neruda.
 
ore 18.30 Os-cia – La bellezza di Tonino Guerra di Cosimo Damiano Damato (2013, 50′)
Con Tonino Guerra e la partecipazione amichevole di Abbas Kiarostami. Presentato al Festival del Cinema Europeo. Os-cia (Osta) è una espressione romagnola di stupore. Sarà la sua voce leggera come l’aria, sarà la sua inflessione romagnola, sarà la sua aura magica e stralunata, ma le parole di Tonino Guerra appaiono come tavole bibliche. La bellezza salverà il mondo scriveva Dostoevskij e il grande poeta sembra aver fatto di questo la sua vera missione artistica. Da Pennabilli a Martina Franca, un viaggio con Tonino in un dialogo prima intimo nella sua casa-museo e poi un incontro con il pubblico dove la strada si veste di poesia. Un documento eccezionale: un grande incontro, l’abbraccio con il regista iraniano Abbas Kiarostami in un “indimenticabile tenzone” a suon di poesia fra versi in dialetto romagnoli e le poesie persiane di Rumi. Kiarostami commenta e ricorda quelle storiche immagini celebrando il genio e la sensibilità creativa di Guerra.
 
ore 19.30 Missoni Swing – I fili di Tai e Rosita di Cosimo Damiano Damato (2013, 65′)
Con Ottavio e Rosita Missoni, Dario Fo. Musiche di Renzo Arbore. Documentario presentato al Bif&st di Bari. L’epopea di Ottavio e Rosita Missoni, con uno straordinario cameo di Dario Fo. Le musiche sono firmate da Renzo Arbore. Un viaggio nella memoria e nel vissuto umano e creativo del Maestro della moda Italiana Ottavio Missoni. Tai (come lo chiamano gli amici) si racconta attraverso una lunga intervista, intima e minimale, in cui si annidano ricordi e fili di lana, un grande affresco che racconta anche il Novecento. Un grande racconto di vita di un uomo che ha saputo fare della moda una vera arte. Missoni non è solo un grande stilista, ma è stato anche un grande atleta: il racconto di Ottavio parte proprio da 1935, anno in cui vestì la maglia azzurra, nella specialità dei 400 metri piani e nei 400 hs. Poi la guerra sul fronte di El Alamein e l’incontro con Rosita e la creazione dei suoi colori.
 
ore 20.45 Incontro moderato da Enrico Fierro con Cosimo Damiano Damato
 
a seguire Tu non c’eri di Cosimo Damiano Damato (2016, 16′)
 
a seguire Prapatapumpapumpapà, la vita e le canzoni di Matteo Salvatore (2014, 86′)
Con Lucio Dalla, Marco Alemanno, Renzo Arbore, Moni Ovadia, Lunetta Savino, Teresa De Sio, Savino Zaba, Erica Mou, H.E.R. Documentario presentato al Bif&st di Bari. Lo spettacolo teatrale Il Bene mio – la vita e le canzoni di Matteo Salvatore è andato in scena l’ultima volta il 10 febbraio 2012 al Teatro Petruzzelli di Bari. Da questo eccezionale documento che vedeva come protagonista Marco Alemanno e Lucio Dalla, parte il viaggio di Renzo Arbore che racconta la straordinaria avventura poetica e musicale di Matteo Salvatore, uno dei padri della musica popolare del Sud. Il film documentario è un vero doppio-omaggio a Matteo Salvatore e Lucio Dalla, due artisti diversi, ma ambedue amati dal popolo, un caso del destino che gli ha fatti incontrare proprio in quel mondo fantastico che è la musica. Salvatore viene raccontato da Renzo Arbore attraverso un viaggio nella sua Apricena e con alcuni contributi video inediti che vedono il cantante folk esibirsi dal vivo.
 
Date di programmazione