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Colpi di sole. Estati roventi nel cinema
18 Giugno 2019 - 28 Giugno 2019

Il cinema non solo ha mostrato gli aspetti più allegri e sorridenti dell’estate: corpi abbronzati, ombrelloni, canzonette… i vari sapori di mare. Ma ha anche raccontato le storie di chi rimane in città. Il caldo torrido fa commettere follie. Deliri. Allucinazioni. Eclissi. Ondate di calore. Omicidi. Non basta rifugiarsi in un casotto per proteggersi dalle macchie solari. Perché si è comunque travolti da un insolito destino nel mare d’agosto. Il sole è sempre negli occhi e l’Lsd nel caldo estivo gioca brutti scherzi. Ignari bagnanti si godono il crogiolante sole estivo mentre la minaccia si nasconde proprio sotto i loro piedi, sotto la bollente sabbia. Ma a volte nel caldo torrido dentro uno zoo ci possono essere degli incontri teneri e delicati. O assistere al fenomeno del “raggio verde”, l’ultimo scintillio del sole quando tramonta sul mare. E forse può nascere inaspettatamente una nuova storia d’amore. L’eternità in uno sguardo. La malinconia nell’istante immediatamente successivo.
 

martedì 18
ore 18.45 L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962, 126′)

Poco dopo la rottura di una relazione amorosa, Vittoria (Monica Vitti) si lega a un giovane procuratore di borsa, Piero (Alain Delon). Gli appuntamenti tra i due si succedono, fornendo alla ragazza fugaci evasioni dalla noia di una vita monotona. Allorché un ubriaco ruba l’auto di Piero e quindi muore accidentalmente, Vittoria ha modo di constatare il cinico comportamento del giovane procuratore, che si preoccupa soltanto della carrozzeria danneggiata. Dopo uno dei loro soliti incontri, Vittoria riceve da Piero l’invito per un ulteriore appuntamento, al quale nessuno dei due si recherà perché in essi, e soprattutto in Vittoria, si va affermando un’amara certezza: quella della invincibile solitudine degli uomini.

ore 21.00 Ondata di calore di Nelo Risi (1970, 91′)
Ritratto di una donna americana in crisi esistenziale e coniugale con il marito architetto, con finale giallo. Sullo sfondo, la città marocchina di Agadir, ricostruita dopo il terribile terremoto del 1961. Joyce, sola nella sua casa, oppressa dal caldo afoso portato da una violenta tempesta di sabbia, è ossessionata dalle improvvise apparizioni di Alì, il giovane amico del marito. «La storia prende spunto da un racconto di Dana Moseley ma ce ne siamo distaccati. Praticamente io e Anna Gobbi l’abbiamo reinventata spostandola ad Agadir, abbiamo inventato questa omosessualità del marito, che non si vede mai, se non in fotografia. […] Film severo, difficile, quasi un monologo pochissimo parlato. È una sorta di puzzle, di mosaico costruito, devo dire, con eleganza, con una certa abilità, che però non ha toccato il pubblico. Eppure per la prima volta nella mia vita godevo di una buona distribuzione, la Titanus, ma questo non mi ha aiutato affatto» (Risi). «Fenomelogia dello straniamento, e ipotesi dell’impossibile redenzione che […] Nelo Risi è riuscito a sottrarre al pericolo della divulgazione e delle metafore uggiose per chiuderle nel cerchio di ferro delle “conquiste” personali» (Elio Maraone). Con Jean Seberg e Luigi Pistilli.

mercoledì 19
ore 18.45 Casotto di Sergio Citti (1977, 107′)

Varia umanità arriva, si ferma, convive, durante una calda domenica d’agosto, in un “casotto”, ovvero una cabina sulla spiaggia libera di Ostia. Accade di tutto. Poi, nel tardo pomeriggio, un acquazzone fa scappare via tutti. Il “casotto” resta vuoto… «Con Sergio Citti ho fatto Casotto, il primo film che feci con lui. Doveva essere un film a basso costo e mi interessava molto l’idea di un film dentro una cabina da spiaggia, tutto là dentro, con tanti personaggi; mi sembrava che potesse venirne fuori un lavoro un po’ astratto, molto moderno» (Cerami). Con Gigi Proietti, Franco Citti, Jodie Foster, Paolo Stoppa, Michele Placido, Anna e Mariangela Melato, Ugo Tognazzi.

ore 20.45 Travolti da un insolito destino nel mare d’agosto di Lina Wermüller (1974, 114′)
«In quegli anni Enrico [Job] e io eravamo soliti, nei dieci giorni di vacanza che ci regalavamo d’estate, affittare una barca insieme agli amici Giancarla e Franco Rosi, Antonello Trombadori e a volte anche Tonino Guerra o Nori e Sergio Corbucci, e andare in crociera per il Mediterraneo. […] Fu tra le onde di quelle azzurre acque che nacque la favola amorosa dell’industriale milanese Raffaella Pavoni Lanzetti e del marinaio Carunchio. Un naufragio li costringe a confrontare le loro mentalità, una agli antipodi dell’altra: il marinaio comunista e la donna in carriera, dirigente di fabbriche. Due realtà che solitamente si tengono a distanza, ma il destino fa ritrovare i due naufraghi soli su un gommone e poi su un’isolotta deserta, dove i loro mondi si scontrano e diventano battaglia, guerra, e, alla fine, amore. […] In Italia il film andò benissimo. […] Non è facile girare un film che si svolge tutto con due soli personaggi, […]. Da quando sono soli sul gommone, i due portano avanti la loro storia in un’isola deserta, fra rivendicazioni sociali, vendette, fame e battaglie varie, senza far rallentare la tensione e l’emozione. Gli occhi fiammeggianti di lui e di lei hanno portato dentro quella favola il pubblico di tutto il mondo. Grazie alla bravura di Mariangela e di Giancarlo, il marinaio e la “puttana industriale” sono diventati due sex symbol. Il film è stato un grande successo dovunque. E, ormai, è un cult» (Wertmüller).
 

giovedì 20
ore 18.45 Macchie solari di Armando Crispino (1975, 104′)

Simona Sanna (Mimsy Farmer), laureanda in criminologia, fa una ricerca sulle differenze tra suicidi autentici e simulati. Ma ecco che viene a trovarsi lei stessa coinvolta in una serie di suicidi allarmanti. « Macchie solari è assurto nel tempo al rango di cult movie, in virtù di un indubbio fascino intrinseco e dell’entusiasmo manifestato nei suoi confronti da Quentin Tarantino e David Cronenberg. Se il primo è solito organizzare proiezioni private del film nella sua abitazione, il secondo ha dichiarato a più riprese di conoscerlo bene» (Bartolini).

ore 20.45 Assassinio al sole di Philippe Labro (1974, 85′)
Autore di un saggio Le hasard et la violence che ha avuto un successo che attualmente lo lascia perplesso, il criminologo Laurent Berman (Yves Montand) cerca una villa sulla Costa Azzurra ove dedicarsi con tranquillità all’ulteriore studio. Dopo essere stato aggredito da un fanatico e pazzoide del karatè, il protagonista conosce la dottoressa Constance Weber (Katharine Ross) e con la stessa intreccia una intensa relazione amorosa. Chiamato dalla polizia a riconoscere il cadavere del suo casuale aggressore, ucciso da un pasticcere nel corso di un’altra pazzesca bravata, il Berman si reca nella prigione ove era stato detenuto nel 1945 per errore giudiziario e mette il prigioniero che vi incontra nella possibilità di evadere. Quindi, recatesi alla spiaggia, mentre attende Constance per discutere con lei le ragioni del gesto compiuto, Laurent subisce l’aggressione di alcuni teppisti e…

venerdì 21
ore 18.45 Sole rosso di Terence Young (1971, 115′)

Nel 1880 in Texas i banditi assaltano il treno dove viaggia l’ambasciatore giapponese diretto a Washington, lo uccidono e gli rubano una preziosa satana, omaggio per il presidente degli Stati Uniti. Un samurai della scorta per lavare l’onta deve recuperare il prezioso oggetto e, per farlo, si allea con un fuorilegge che è stato tradito dai compagni. Avrà sette giorni di tempo per farlo e se fallisce, secondo l’antico codice dei samurai, dovrà morire. «Straordinario film di co-produzione italiana, spagnola e francese, magistralmente diretto da Terence Young e con un cast stellare, grandissimo il ruolo del personaggio del bandito di Alain Delon e del samurai di Toshiro Mifune, anche Charles Bronson è in forma e in parte, il tutto e poi accompagnato dalle suggestive musiche di Maurice Jarre, buon film western» (www.spaghettiwestern.altervista.org ).
 

ore 20.45 Duello al sole di King Vidor (1946, 119′)
«Una meticcia orfana, bella, sensuale, viene assunta come domestica nel ranch di un senatore texano causando tensione e desideri sessuali nei due figli maschi, uno arrogante e spavaldo, l’altro mansueto e borghese. […] Stranezze del doppiaggio: la voce narrante della vicenda nell’edizione originale è di Orson Welles, mentre in quella italiana è di Aldo Silvani che fornisce i suoi toni a Walter Huston, un predicatore. Sono due personaggi differenti» (Giraldi/Lancia/Melelli).

martedì 25
ore 18.45 Ondata di piacere di Ruggero Deodato (1975, 90′)

Giorgio (John Steiner) è un cinico e manesco industriale a cui non piace essere contraddetto, soprattutto dalle sue donne che considera poco più che giocattoli da usare e possedere in attesa di avere qualcosa di meglio. Silvia (Elizabeth Turner), la sua compagna ufficiale, conosce bene le sue tendenze sadiche, ma è una ragazza troppo fragile per ribellarsi alle umiliazioni che l’uomo le infligge sia in pubblico che in privato. L’incontro causale con Barbara (Silvia Dionisio) e Irem (Al Cliver), una giovane coppia dalla sensualità solare che Giorgio ha deciso di invitare sul suo yacht, sfocerà in un prevedibile scambio di partner, ma i nuovi rapporti determineranno anche ribaltamenti di ruoli che l’industriale non sarà più in grado di gestire.

ore 20.30 Il sesso degli angeli di Ugo Liberatore (1968, 110′)
Tre ragazze di buona famiglia, Nora (Doris Kunstmann) Carla (Laura Troschel) e Nancy (Rosemarie Dexter), annoiate dalla monotonia borghese, in pieno periodo di emancipazione sessantottina, decidono di comune accordo di partire insieme con lo yacht del padre di Nora verso le coste Jugoslave per testare l’effetto dell’Lsd su di esse. Dopo il rifiuto all’ultimo momento di un amico di Nora, le ragazze incontrano ad una festa un ragazzo di nome Marco (Bernand de Vries), uno studente in medicina e sub a tempo perso che, seppur fidanzato, si lascia incuriosire dalla sfacciataggine di Nancy nel tentativo di sedurlo. La mattina del giorno seguente le ragazze, alla guida dello yacht, si recano nel posto in cui Marco pratica pesca subacquea e lo caricano in barca promettendogli di tornare dopo poche ore. La verità è invece un’altra… «Per riscoprire Liberatore, scomparso a gennaio [2013, n.d.r.]. Cineasta e collaboratore di Zurlini, come Questi e Vanzi: il loro cinema rivela fili nascosti e convergenze parallele con l’opera di Zurlini, ingiustamente condannata alla solitudine perché ai cineasti rigorosi s’imporrebbe il sacrificio» (Germani).
 

mercoledì 26
ore 18.45 Spiaggia di sangue di Jeffrey Bloom (1981, 90′)

«Sulla scia dello Squalo di Spielberg ecco saltar fuori questo monster-movie dove la mortale minaccia non si cela fra i flutti dell’oceano bensì nelle sabbie della spiaggia stessa che inghiotte gli ignari bagnanti. Tutta colpa di una gigantesca e mostruosa stella marina che ha costruito la sua tana sotto la spiaggia e che ha una fame degna di King Kong. Un guardiacostiere, la polizia ed uno scienziato cercheranno di porre rimedio alla tragica situazione» (Visani).
 

ore 20.30 Sole negli occhi di Andrea Porporati (2000, 90′)
Quando Marco uccide suo padre, il delitto viene catalogato fra i tanti compiuti in seguito a un “raptus di follia”. Dopo l’assassinio, il giovane trova rifugio in una località balneare fra i turisti in vacanza. Qui lo trova Rinaldi, un poliziotto che lo sospetta, ma che si rende conto di non avere di fronte un semplice criminale, ma un ragazzo colpito da un dramma più grande di lui. Il caso vuole che nella stanza della pensione accanto a quella di Marco si trovi una ragazzina adolescente che sta vivendo il suo primo amore e che non saprà mai che il giovane della porta accanto è un assassino. «È comunque apprezzabile che un cineasta abbia scelto l’impervia strada dell’affabulazione per un tema che poteva trovare una soluzione più ovvia in chiave cronachistica» (Levantesi).
 

giovedì 27
ore 18.45 Lo straniero di Luchino Visconti (1967, 104′)

Mersault, un impiegato francese che vive ad Algeri, uccide un arabo e durante il processo rinuncia a difendersi. Una serie di rinvii e i veti imposti dalla vedova di Albert Camus impediscono a Visconti di adattare il romanzo agli avvenimenti più recenti della guerra di liberazione algerina. Ne risulta un film imperfetto: l’indifferenza e l’apatia del protagonista non riescono a riflettere l’anelito a una possibile rivolta contro le convenzioni sociali.

ore 20.45 Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci (1990, 138′)
Nel 1947, due facoltosi coniugi americani in crisi provenienti da New York, lui Port Moresby (John Malkovich), musicista a corto d’ispirazione, lei Kit (Debra Winger), scrittrice ormai priva d’inventiva, intraprendono un viaggio in Africa, con l’amico George Tunner (Campbell Scott) che va in cerca di avventure, mentre essi sperano che un qualche cosa li aiuti a uscire dalla loro crisi coniugale. Sono sposati da dieci anni e si vogliono ancora bene, nonostante un raffreddamento nei rapporti, che li ha indotti a dormire in camere separate. Alloggiati con Tunner nell’entroterra di Tangeri, in un albergo che la guerra ha ridotto al degrado, Port e Kit finiscono con concedersi entrambi un diversivo extra coniugale. « Il tè nel deserto è senza zucchero. La sua musa è l’ambiguità, l’incertezza di sentimenti; ma il film ha scene molto intense, ovunque l’immensità dei panorami magistralmente restituiti dalle luci di Storaro ci conquista e l’agonia di Port ci stringe alla gola durante le bufere di sabbia» (Grazzini).
 

venerdì 28
ore 18.45 Un sacco bello di Carlo Verdone (1980, 96′)

«Enzo – jeans attillati, camicia aperta sul petto, ciondolo al collo, passione per la musica, protagonista di mirabolanti avventure erotiche e infine proprietario di una rombante auto sportiva – cerca compagnia per un viaggio-lampo da Roma a Cracovia. La trova, ma il malcapitato gli si ammala in viaggio. Enzo lo accompagna all’ospedale, poi s’attacca al telefono per trovargli un sostituto: si dovrà accontentare di un ometto avanti negli anni. Ruggero – che ha lasciato casa e famiglia per fondare una comunità hippie – incappa, dopo due anni, nel padre, che lo convince a un breve ritorno tra le pareti domestiche. Gli tocca, così, sorbirsi le attenzioni di un prete, di un professore e di un amico d’infanzia, mobilitati dal padre per aiutarlo a far tornare il figlio a una vita normale. Leo, succube di una madre che veglia sulle sue amicizie, incontra una bella ragazza spagnola, Marisol, in crisi sentimentale. Potrebbe essere la prima avventura del giovanotto, ma l’imprevisto ritorno del ragazzo di Marisol distrugge le illusioni di Leo» (www.cinematografo.it ). «Questo giovanotto col volto quadrato e gli occhi che ogni tanto si rovesciano all’interno in cerca di segrete visioni; questo attore dalla voce nasale e intermittente che ripete con felicità i luoghi comuni; questo Carlo Verdone, scoperto e lanciato in fretta, è un talento umoristico che dà frutti ancora piccoli, ma gustosi. Crescerà; la sua fortuna naturale è di essere una maschera italiana aggiornata con garbo ai tempi. Verdone ha raccolto alcuni caratteri romani con la cura rispettosa dell’entomologo, del cacciatore di farfalle, non ha alterato i suoi modelli, qualche volta ne è stato complice: la comicità, la risata nascono dalla ripetizione del tic, dall’imperturbabilità dei difetti» (Reggiani).
 

ore 20.30 Il raggio verde di Eric Rohmer (1986, 99′)
«Dotata di una sensibilità superiore alla media, Marie (Rivière), un’impiegata parigina in vacanza, passa da un fallimento sentimentale all’altro, ma l’ultimo giorno incontra un ragazzo simpatico con il quale assiste al fenomeno del “raggio verde”, l’ultimo scintillio del sole quando tramonta sul mare, che dà il titolo a un’opera di Jules Verne» (Mereghetti). «Pur senza darci grandi emozioni, con molta grazia e affettuosa ironia traccia una silhouette, e stende un diario di minimi eventi, che hanno il respiro silenzioso della vita qual è, ma in cui trema la nevrosi e l’anima duole. Il segreto di Rohmer sta nel governare la semplicità della rappresentazione, nel cogliere l’universale dietro la facciata dell’ovvio, nella pittura sfumata di un carattere che trae colore dal gesto e dall’ambiente» (Grazzini).
 

 

 

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